Dopo la mostra la performace. Giovedì 29 Novembre 2012 si è tenuto il live di Carsten Nicolai all’Hangar Bicocca di Milano. Un evento che ha raccolto circa 2.000 persone. Molti giovani, tanti curiosi e alcuni veri e propri fan dell’artista. Un rave legale organizzato dal curatore Andrea Lissoni, il quale ha dato vita a una mostra-concerto dall’aria internazionale, che per un’ora ci ha fatto sentire immersi in un tipico club berlinese. Nicolai, in quel tipo di club, ci è cresciuto e si è formato, diventando famoso negli anni ’90. Lo abbiamo potuto osservare mangiare al ristorante dell’Hangar, prima del live e ci è sembrato uno di noi. Fino alle 22, quando Carsten ha iniziato la sua performance davanti agli schermi della mostra “Unidisplay” (della quale avevamo scritto in questa recensione) rivolto verso il suo pubblico, trasformandosi in un individuo caduto per caso su questa terra. Un alieno che ci ha letteralmente incantato e lobotommizzato allo stesso tempo, con la sua musica minimal e le immaggini astratte proiettate in continua mutazione, elaborate con software che attribuiscono segni e colori alla scomposizione del suono. Giochi di luci e colori che si sono ripetuti all’infinito nel riflesso di due specchi disposti ai lati degli schermi. Dinnanzi, un pubblico assorto e silenzioso, quasi immobile, travolto e affascinato da quelle note che sembrano entrarti direttamente nell’anima ma senza provocare nessun tipo di emozione. Immersi nel buio, fumando sigarette. Qualcuno scalzo, qualcuno che accennava qualche timido passo di danza. Tante fotografie e video con i telefonini per immortalare un momento che Milano ricorderà volentieri.
Una trance collettiva nella quale perdere completamente la cognizione del tempo. Un salto nel futuro per mano comunque di un uomo: Nicolai. Un uomo che però sembra essere stato in contatto con mondi lontani, divinità a noi ancora sconosciute. Custode di segreti conservati in universi paralleli. Per noi troppo distanti, per lui di casa. La sua casa. Una dimora apparentemente fredda e asettica ma dove Carsten ha trovato la sua ragione di vita e un ambiente familiare e accogliente. Lui e la musica elettronica. Nient’altro.
Qualcosa di bello e di diverso è successo in una fredda e grigia serata meneghina. Perché Milano ha voglia di puntare il suo sguardo verso qualcosa di avanguardistico, affamati come siamo di novità e alla ricerca spasmodica di stimoli che ci facciano sentire vivi. Un’ora è volata in fretta, troppo in fretta. Nessun bis da parte di Nicolai. Le cose belle non vanno ripetute per far sì che non perdano la loro aura magica.