Chi siamo e cosa contribuisce a fare di noi ciò che siamo? Comprendere come il senso di identità emerga, evolva e si esprima nel corso delle nostre vite è essenziale per cercare di capire che tipo di esseri viventi siamo.
Il “senso di sé” – iniziato il 1 febbraio con la conferenza di Gustavo Pietropolli Charmet – si articola in 6 incontri sul tema dell’Identità e 6 laboratori didattici destinati agli studenti di vario ordine e grado, a cura di Ludovica Lumer e Marta dell’Angelo.
Giovedì 21 febbraio alle ore 18 il secondo appuntamento è con l’artista israeliano Ori Gersht che incontrerà il pubblico in occasione della presentazione dell’opera “Evaders”, realizzata per la prima volta nel 2009. Si tratta di una video installazione che racconta la
sfortunata fuga del filosofo ebreo tedesco Walter Benjamin dalla Francia occupata dai nazisti lungo la Lister Route nel 1940: tentando di passare clandestinamente il confine tra Francia e Spagna il filosofo fu arrestato a Port Boue e poi trovato morto nella sua stanza.
La Lister Route – oltre ad avere alle spalle una lunga storia legata ai contrabbandi – è diventata un drammatico simbolo della Seconda Guerra Mondiale come luogo di transizione e viaggio verso la libertà: Ori Gersht vi ambienta la sua video installazione rendendo la strada un “non luogo” che può essere percepito come “senza tempo”. L’artista infatti grazie all’uso della fotografia in stop-motion e del film al rallentatore nelle sue opere cattura l’attimo, lo ferma nel tempo e nello spazio per renderlo percettibile in modo chiaro:
rende visibile la fragilità e la caducità dell’esistenza umana.
Ori Gersht ha dichiarato di essersi ispirato per “Evaders” all’Angelus Novus di Paul Klee, opera che Walter Benjamin scelse come simbolo della sua filosofia della storia. Il filosofo scriveva infatti: “C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto.
Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal
paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. (W. Benjamin) L’installazione sarà visibile fino al 23 giugno 2013.
Il senso di sè è parte di MADREscenza, un programma di alta divulgazione delle nuove conoscenze nei loro molteplici linguaggi espressivi, ritenendo l’arte, anch’essa, una forma di conoscenza, da mettere in rapporto con le altre; il progetto mira ll’approfondimento di tematiche contemporanee mediante incontri, seminari, conferenze e laboratori con grandi scienziati e studiosi, offrendo esperienze che aiutino l’elaborazione dell’oggi.
Ori Gersht è nato a Tel Aviv nel 1967. Dal 1988 vive e lavora a Londra, dove ha conseguito il diploma di laurea in Fotografia, Film e Video presso la Westminster University ed il Master of Arts presso il Royal College of Art. Il suo lavoro è stato esposto presso mportanti istituzioni museali, tra cui: Tate Britain, Tate Modern, Victoria and Albert Museum, Imperial War Museum di Londra, Boston Museum of Fine Arts, Santa Barbara Museu, Tel Aviv Museum, Frankfurter Kunsverein, Jewish Museum di New York e Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington. Nel 2012 alla Brand New Gallery di Milano si è tenuta la sua prima personale italiana.
Ludovica Lumer è nata a Milano nel 1971, dal 1997 lavora al Department of Anatomy and Developmental Biology (University College London) con Semir Zeki dove ha intrapreso le prime ricerche nel campo della Neuroestetica, studiando la relazione tra la percezione visiva e la rappresentazione artistica. Dal 2005 ha aperto una galleria d’arte a Milano. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici su importanti riviste internazionali e cataloghi d’arte. Tiene un corso su La rappresentazione del disagio alla Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Ha pubblicato con Marta dell’Angelo C’è da perderci la testa.
Scoprire il cervello giocando con l’arte (i Libri del Festival della Mente, Laterza, 2009).
Informazioni:
GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013 ORE 18
AL MUSEO MADRE CON ORI GERSHT
Secondo appuntamento con “Il senso di sé” tra arte e neuroscienze:
un programma di incontri per scoprire il cervello umano
a cura di Ludovica Lumer
Incontro con l’artista israeliano
e presentazione della video installazione “Evaders”