Nel mito di Caino ed Abele i due fratelli rappresentano simbolicamente due diversi modi di vivere: uno temporale l’altro spaziale (1). Noi viviamo la condizione metaforica di Caino e del suo fratricidio. Viviamo un’epoca in cui il tempo annulla lo spazio. Abele infatti rappresenta il principio dello spazio in continua espansione in cui niente è duraturo, dove non c’e possibilità di artificio umano e nessuna possibilità sistematica di sfruttamento industriale delle risorse. Con l’uccisione simbolica di Abele, gli uomini iniziano a dare preminenza al tempo, sviluppando una cultura nella quale la vita ė organizzata e ristretta in frammenti infiniti, stagioni e cicli. Lo spazio invece è ridotto di importanza e considerato una semplice risorsa.
Partendo da queste idee ho deciso di produrre immagini di spazi fatti di terre cieli e mari: questi sono gli elementi basilari che ci mancano oggi e per tale ragione essi sono divenuti i più espressivi. Guardando le opere, l’interpretazione si impernia attorno all’ambiguità tra la percezione di un paesaggio reale o di una visione. Esplorando la capacità della fotografia di distorcere ciò che essa riproduce, Land Cycles si colloca tra la realtá e la finzione gettando uno sguardo sull’età dell’oro.
Filippo Armellin
(1) René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, pg.141, Adelphi, Milano 1982.
Catalogo in galleria.
22 Marzo – 25 Maggio 2013
Filippo Armellin ( 1982).
Vive e lavora a Milano.
Nel 2007 Dopo aver conseguito la Laurea Specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia si trasferisce per due anni a Roma lavorando con l’artista concettuale Joseph Kosuth. Durante questo periodo collabora per la progettazione e produzione di diverse mostre internazionali con enti quali: la Biennale di Venezia, i Musei Capitolini di Roma, La Casa Encendida di Madrid, El Centro Arte Atlantica e Moderna di Las Palmas (Canarie).Nel 2010 consegue il diploma di fotografo a Milano presso l’istituto di formazione R. Bauer e assiste per un breve periodo il fotografo G. Toja.
Selected Show:
2013 Land Cycles, The Flat – Massimo Carasi, Milano, Italia.
2012 dOCUMENTA (13), Francesco Bertele, La Casa mondano. Un archivio ispirato da Donna Haraway scritti sulla multi-specie di co-evoluzione compilato e presentato da Tue Greenfort, Kassel, Germania. 2011 Abitare il Tempo, Giulio Capellini Studio, Verona, Italia.
2008 Group Show, a cura di Antonio Muntadas, Palazzo delle Terese, Venezia, Italia.
2007 La città e il suo doppio, a cura di Lewis Baltz e Antonello Frongia, Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, Italia.
orari galleria: dal martedì al sabato ore 14.00 – 19.30 o su appuntamento
The Flat – Massimo Carasi – Via Paolo Frisi 3, (Porta Venezia) Milano – 20129 – ph. +39 (0)258313809 Web: www.carasi.it – e-mail: carasi-massimo@libero.it
Errata Corrige : ho verificato gli artist alla CARASI esiste un Filippo La Vaccara NON un Filippo Armellin ;
Stefano Armellin