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Lara Almarcegui rappresenta la Spagna alla 55 Biennale di Venezia

Octavio Zaya, nominato curatore del Padiglione Spagnolo dall’Agenzia spagnola per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo (AECID) nell’ottobre 2012, ha selezionato l’artista Lara Almarcegui per rappresentare la Spagna alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia.

Secondo il curatore spagnolo, “Almarcegui lavora da tempo al confine tra rigenerazione e decadimento urbano, realizzando progetti espositivi che rendono visibile ciò che sfugge alla nostra attenzione e anche alla nostra consapevolezza. Dalla metà degli anni1990, haesplorato e studiato gli spazi transizionali in cui ordine urbano e naturale si incontrano: i processi della pianificazione urbana e della trasformazione delle periferie incolte delle città determinata da interessi e cambiamenti economici, sociali o politici. Al contempo, ha analizzato luoghi storici e caratteristiche urbane e architettoniche che notiamo a malapena o sui quali raramente, se non mai, concentriamo la nostra attenzione. Operando come un’archeologa del presente che compie ricerche sul campo, Almarcegui documenta le indagini attraverso guide, cartine e brochure, nel tentativo di concentrarsi su elementi o aree marginali nell’ambito della complessità della nostra realtà urbana, rivelando i legami che ci guidano nel rapporto tra passato e futuro. Analogamente, decostruendo edifici, costruzioni e altri luoghi storici, Almarcegui chiarisce la nostra comprensione del vivere lo spazio, mostrando i materiali inarticolati e spogli di cui sono fatti gli edifici, o scoprendo i prodotti riciclati che essi riutilizzano e che, a loro volta, finiranno per diventare, avvicinandoci così alla natura intrinsecamente entropica della civiltà. In ultima analisi, queste opere collegano l’esterno con l’interno, e l’interno con la sua propria autoconsapevolezza, in un processo dialettico di conoscenza.”

Lara Almarcegui, nata a Saragozza, Spagna, vive e lavora a Rotterdam. Ha studiato Belle Arti all’Università di Cuenca e alla De Ateliers di Amsterdam. Ha all’attivo mostre personali in importanti musei e istituzioni in Spagna e all’estero, tra cui MUSAC, León (2013); CA2M, Madrid (2012); Künstlerhaus, Bremen (2012); the Secession, Vienna, e Ludlow 38, New York (2010); Galleria Ellen de Bruijne Projects, Amsterdam (2008); Il Centro di Arte contemporanea di Málaga (2007); il FRAC Bourgogne, Digione (2004); e INDEX, Stoccolma (2003).  Recentemente, ha esposto nelle seguenti mostre collettive: Manifesta 9, Genk; TRACK, Ghent (2012); Radical Nature, Barbican Art Centre, Londra (2009); Biennale di Atene (2009); Biennale di Taipei e Gwuangyu (2008); Biennale di Sharjah (2007); la 27a Biennale di San Paolo (2006); la 2a Biennale di Siviglia (2006); (Public Act), Lunds Konsthal, Lund (2005); la Biennale di Liverpool (2004). Almarcegui è rappresentata dalla Galleria Parra y Romero di Madrid e dalla Galleria Ellen de Bruijne Projects di Amsterdam.

Octavio Zaya, nato nelle Isole Canarie, Spagna, è uno scrittore, curatore ed editor che vive negli USA dal 1978. È direttore di Atlántica: revista de arte y pensamiento, pubblicata dal Centro Atlántico de Arte Moderno (CAAM), Las Palmas, Spagna. È Curator at Large del Museo di Arte contemporanea (MUSAC) di Castiglia e León, e Guest Curator del CAAM. È membro del Comitato consultivo di Performa, New York, e di NKA: Journal of Contemporary African Art, Duke University Press; redattore di Flash Art; e scrive regolarmente su varie pubblicazioni d’arte, come Art Agenda, New York, e ART-IT, Tokyo. È stato uno dei curatori di Documenta11, sotto la direzione di Okwui Enwezor, e curatore della 1a e 2a Biennale di Johannesburg. Ha curato oltre 25 mostre in musei come il Centro de Arte Reina Sofia, MNCARS, Madrid; Guggenheim Museum, New York; Helsinki City Art Museum; MARCO, Vigo, Spagna; Nordjyllands Kunstmuseum, Aalborg, Danimarca; e Palau de la Virreina, Barcellona. Ha pubblicato più di 20 monografie e cataloghi dedicati ad artisti contemporanei, tra cui Cerith Wyn Evans, Paul Pfeiffer, Shirin Neshat, Georges Adéagbo, Candice Breitz, Yinka Shonibare, e Miki Kratsman, oltre ad aver contribuito a molte altre pubblicazioni.

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