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Licenziato Boeri. Era nell’aria…

Boeri-Pisapia

Epurato. Giuliano Pisapia ha revocato l’incarico di assessore alla Cultura a Stefano Boeri. Sembra che i due abbiano litigato per l’ennesima volta.

Rivali fino all’ultimo, fin dagli esordi, quando entrambi erano candidati alle Primarie del centrosinistra per diventare sindaco di Milano. Ad accendere la miccia un diverbio avvenuto venerdì scorso dopo una seduta della Giunta sulle spese destinate alle mostre del Comune di Milano.

Conti alla mano: Pisapia deve essersi infervorato per gli eccessivi costi dei progetti proposti e attuati da Boeri… Forse. Fatto sta che Boeri ha comunicato la notizia sul suo profilo Facebook.

Pisapia ha così nominato ben tre nuovi assessori: Francesca Balzani al Bilancio, Carmela Rozza ai Lavori pubblici e Filippo Del Corno alla Cultura.

La decisione è stata presa pochi minuti fa, come rivela il Corriere della Sera, durante un incontro a Palazzo Marino.

Nel commento di Boeri: «Pochi minuti fa, nel corso di un incontro a Palazzo Marino, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha revocato il mio incarico di assessore del Comune di Milano. In questi due anni ho fatto del mio meglio – insieme ai colleghi di Giunta, ai dirigenti, ai consulenti e agli uffici del mio assessorato – per rilanciare la cultura a Milano. E a Milano, grazie alla rinnovata energia creativa di decine di cittadini, associazioni, istituzioni, oggi si respira l’aria nuova di una città che ha riscoperto l’orgoglio di una grande capitale internazionale. Sono amareggiato per una decisione che non mi è stata motivata, che mi è davvero difficile interpretare e che rischia di compromettere importanti progetti per il futuro della città. La cultura per Milano non è un lusso, ma una risorsa fondamentale per lo sviluppo»

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2 Commenti

  • Sono convinto che sia un autogol pazzesco di Pisapia, un errore strategico con l’Expo alle porte, non si possono fare delle scelte che previlegiano solo dei piccoli interessi di partito.

  • Con 800.000 euro per la promozione della cultura a Milano non si può fare NULLA se non subire le consuete mostriciattole prefabbricate che tanto il mondo non ci invidia. Su questo Boeri ha (aveva) piena ragione. Ma che oggi Milano abbia riscoperto l’orgoglio di essere una grande capitale culturale (attraverso una serie di mostre temporanee a Palazzo Reale che fanno ridere i polli – tranne la recente sull’epoca di Costantino -? E la prossima doveva essere una su Nereo Rocco e Helenio Herrera?), deve trovare qualcuno da convincere. L’unico argomento culturale “milanese” che ha avuto una risonanza appena extralombarda è stata la polemica sul mancato spostamento del Quarto Stato dal loculo del Museo del Novecento. Una querelle che è cominciata così come è finita (pare): con niente di fatto e molte chiacchiere, e che, comunque, poco avrebbe portato a ciò di cui si ha urgente, disperato bisogno per cambiare la faccia della cultura a Milano.
    O si elimina la “gente” (non all’interno degli assessorati) che gestisce i luoghi dell’arte in modo così improbabile e personalistico e si punta sulle collezioni e sui depositi dei musei milanesi intessendo una serie di relazioni colte con collezionisti, gallerie e forze private, o non se ne esce. C’è necessità di un vero cambiamento di politica gestionale del patrimonio pubblico in linea con il volto vivo e attivo della Milano degli anni ’70 molto più internazionale allora di quanto non lo sia oggi, nell’era del web che non risolve nulla senza le teste pensanti. Non posso fare a meno di pensarvi continuamente.
    Basta con le mostre temporanee di cui si può fare a meno e viva quelle che esaltano il nostro patrimonio da ancora arricchire con il contributo di tutti, viva un progetto COLTO che metta in relazione i siti pubblici con quelli privati (recentemente aperti) in Centro con una visione finalmente complessiva sia di quanto è “in capo” al cittadino sia del valore culturale della Città.
    A quel punto, benché sia un’infamia anche solo il concepirlo, forse potrebbero bastare 800.000 euro per ridare sangue a una città che di cultura ne ha ancora vista pochina dopo le miserabili gestioni di centrodestra/lega degli ultimi vent’anni e oltre. Ma bisogna far presto, perché l’Expo ha già stimolato gli appetiti più malsani dei soliti quattro furbetti e impantanatori (ricordiamoci che la delega agli eventi dell’Expo per la Provincia di MIlano è prerogativa della scandalosamente assenteista e dispendiosa assessora alla Moda ed Eventi Silvia Garnero, 29enne nipote della Santanché e che elegenda all’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia in “quota Santanché” – sempre – è la “peritissima intellettuale” giornalista televisiva Paola Ferrari.
    E Pisapia, mi sa, di queste faccende ne sa poco o nulla. Se invece se ne rende conto, è un incompetente colpevole.
    Cerchiamo di non avere come pacco regalo (di Pasqua 2015) all’Expo una bella mostra con i fiocchi di Goldin e co. che fa contenti grandi e piccini. Sto già tremando all’idea…

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