Inizieranno a breve i lavori di restauro della Cattedrale di Pisa. A guidare l’imponente opera, un gruppo multidisciplinare composto da architetti, archeologi degli elevati, storici dell’arte e dell’architettura e petrografi, coordinato e diretto dall’Ufficio Tecnico dell’Opera Primaziale Pisana, con la supervisione della Soprintendenza di Pisa e la consulenza operativa dell’Istituto Centrale del Restauro.
L’obiettivo, oltre al restauro della Cattedrale, è quello di mettere a punto un progetto conoscitivo sistematizzato che integri la storia tramandata dalle fonti d’archivio con quella ancora racchiusa nella struttura materiale dell’edificio, vero e proprio archivio di se stesso, traducendo la ‘conoscenza’ in qualità progettuale, con ricadute efficaci e in tempo reale sul cantiere.
Questo restauro diventa quindi anche l’occasione per svelare quella parte di storia ancora sconosciuta e custodita dalla fabbrica all’interno della sua stessa struttura: un archivio, quello materiale, mai sino ad ora indagato.
Una prima fase di studio, già avviata nel 2004, ha riguardato la geometria dell’edificio, con la realizzazione di rilievi fotografici metrici ad alta definizione dei fronti della testata absidale (progettati in scala 1:20). Questi elaborati costituiscono la base grafica su cui rappresentare lo stato di conservazione delle murature, analizzare lo sviluppo costruttivo della fabbrica e registrare le singole operazioni di restauro.
Per provare e mettere a punto metodologie di interventi condivisi e sperimentati è stato allestito un cantiere pilota in una porzione del Catino Absidale a fianco del Transetto del Santissimo.
Alla conclusione dei test sulle superfici del ‘cantiere pilota’, già molte sono le informazioni raccolte. L’analisi dello stato di conservazione ha rilevato uno stato di degrado caratterizzato da attacco biologico e depositi superficiali nelle zone non soggette a dilavamento; fenomeni di disgregazione, croste nere e mancanze caratterizzano, invece, le parti maggiormente lavorate.
Parallelamente un primo spoglio delle fonti d’archivio successive al grande incendio del 1595 ha dato risposta a non secondari quesiti per guidare le scelte progettuali: dalla ricostruzione del nuovo assetto della seconda galleria esterna dell’abside, con i grandi finestroni aperti durante i lavori di ripristino successivi all’incendio, agli interventi di restauro più recenti delle superfici iniziati nel 1939, con una generale ristuccatura del paramento con malta cementizia.
Nel contempo, la ‘lettura’ della struttura ha permesso una prima ricostruzione della sequenza storica dei singoli cantieri che si sono avvicendati sin dalla fase originaria. In particolare stanno emergendo novità interessanti sull’organizzazione logistica dei cantieri più antichi: la sinergia tra la lettura archeologica delle masse murarie, quella microstratigrafica curata dai restauratori dell’Opera stessa, integrata dalle analisi mineralogico-petrografiche e dei litotipi, stanno delineando il know-how di quel gruppo di maestranze che alla fine dell’XI secolo dette vita ad uno dei più imponenti edifici dell’epoca.
Ad oggi, sostanzialmente terminato l’intervento sul Cantiere pilota interamente eseguito dalle Maestranze dell’Opera Primaziale, si procederà nell’estensione dei ponteggi a tutto il Catino Absidale, alle porzioni limitrofe ed alla parte alta del fronte della Navata centrale sovrastante l’Abside con la volontà di terminarne i restauri di tutte queste superfici entro la metà del 2014 anno in cui verrà commemorata la data del 950° dalla fondazione della Cattedrale.
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