“Risolto il giallo del quadro di Sordi“. “Finito il mistero del quadro scomparso“. A detta delle principali testate nazionali sembra completamente risolto il giallo sollevato nelle pagine del Corriere della Sera della cosiddetta “Tavola Sordi” ricomparsa nelle “stanze vaticane” dopo l’appello di Francesco Rutelli sulla sparizione dell’opera da casa Sordi. Sembra. Rimangono invece una serie di passaggi poco chiari che la stampa sembra lasciar correre un po’ troppo in fretta. Quasi tutti i quotidiani infatti liquidano la faccenda con un “Fu donato a Papa Ratzinger. La sorella Aurelia regalò all’ex Pontefice l’opera“. E tanti saluti alla tavola, tanto è nell’appartamento pontificio, quindi è in buone mani. Ma la storia è più complicata e dei conti non tornano.
Primo: Perché la donazione è stata tenuta segreta? Perché l’opera è giunta in Vaticano quando la volontà dell’attore riguardo alla tavola era inequivocabilmente nota, cioè lasciarla alla città di Roma? Racconta l’ex ministro dei Beni Culturali Rutelli che quando Alberto Sordi lo invitò a casa sua gli mostrò con orgoglio la tavola dicendo testuali parole: “È il pezzo a cui tengo di più, sono legatissimo a questo gioiello. Sappi che, quando non ci sarò più, voglio che sia regalata a Roma, alla nostra città. Deciderai poi tu dove…“. Qualche anno dopo la morte di Sordi la stessa sorella Aurelia contattò l’ex sindaco capitolino ribadendo la volontà del fratello: “La signora Aurelia mi confermò con lucidità e precisione che la volontà del fratello era di regalare la Pala a Roma“. Checché ne dica Rutelli, l’opera non è una “Pala” ma più semplicemente un “quadro da stanza”. L’ex ministro fece visionare l’opera a due esperti d’indiscutibile valore, Cristina Acidini e Roberto Cecchi, che stilarono una relazione storico-artistica di 8 pagine nel marzo 2008. Perciò fino al 2008 Aurelia Sordi era ancora dell’idea di donare la tavola a Roma. All’epoca si pensò di collocarla al Museo Nazionale di Arte antica di Palazzo Barberini.
Poi però cambiò governo e non se ne fece più nulla. Governo Berlusconi, Ministro dei Beni Culturali: Sandro Bondi. Forse semplicemente Aurelia non si fidò a lasciare l’opera nelle mani del “poeta” toscano. E avrebbe avuto le sue ragioni. Forse. Ma la tavola cambiò completamente destinazione: sbarcò nella dimora dell’ex Papa o Papa Emerito Benedetto XVI in Vaticano.
Non si sa con esattezza quando il quadro varcò il soglio pontificio. Un’udienza segretissima nel febbraio del 2009 tra Aurelia Sordi e Benedetto XVI o “secondo quanto accertato dalla Procura di Roma era stato donato nel 2010 da Aurelia Sordi a Benedetto XVI”. 2009 o 2010? Non si capisce. Comunque ciò significa che poco tempo dopo che la sorella fece analizzare il quadro dagli esperti del Ministero mutò totalmente idea. Perché? Perché prima fu assolutamente convinta di assecondare la volontà del fratello e poi decise di donarla al Papa?
Aurelia lo scorso marzo è stata definita “incapace di intendere e volere” dal consulente del pm Eugenio Albamonte che indaga sul presunto raggiro nei suoi confronti da parte di 3 persone. C’è infatti un fascicolo processuale aperto per “circonvenzione d’incapace”, s’ipotizza che volessero portarle via l’eredità del fratello. Eredità di cui faceva parte anche la “Tavola Sordi“. Quindi non è logico pensare che ci possa essere stato un qualche intermediario tra l’anziana signora e le dimore vaticane che abbia convinto in modo non del tutto lecito Aurelia Sordi a regalare l’opera all’ormai Papa Emerito?
Secondo: La meravigliosa tavola del secondo Quattrocento senese è finita in un altro Stato. Perché il Vaticano non è Italia. Perciò: un atto contro la legge italiana oltreché contro la volontà del proprietario di una vita, Alberto Sordi. Come spiega sempre dalle pagine del Corriere il giurista esperto in legislazione di beni culturali Cesare Rimini: “Aurelia Sordi e lo Stato della Città del Vaticano hanno oggettivamente commesso una violazione gravissima. Gli appartamenti papali si trovano in territorio vaticano, per noi straniero: e dallo Stato italiano possono uscire solo opere che abbiano un attestato di libera circolazione. Giustamente Rutelli chiedeva che ci fosse una adeguata notifica di interesse culturale su quella tavola. Di fatto gli eredi Sordi hanno illecitamente, anche se con ottime intenzioni, esportato un bene culturale di notevole valore in un altro Stato“. Un problema giuridico non da poco. La legge è uguale per tutti. Anche per il Papa.
Chi si muoverà a chiedere la restituzione dell’opera allora? Chi picchierà i pugni sui tavoli vaticani? Rutelli? Sembra difficile. Subito si è prostrato al volere divino: “è confortante rispetto ai rischi di dispersione, che l’opera abbia avuto una destinazione tanto autorevole” per poi aggiungere che al massimo “mi auguro che quest’opera venga resa accessibile a tutti secondo quella che era la volontà di Alberto“. L’attuale ministro Ornaghi? Manco per idea. Colui che si definisce orgogliosamente “guelfo” e in un anno di mandato non ha fatto nulla di nulla per la cultura in questo paese? No. Pensa te se si muove ora e verso il Vaticano. Altri ex ministri dei Beni Culturali: Bondi? Melandri? Galan? Non gliene frega niente a nessuno. L’unico che paradossalmente potrebbe risolvere il caso è il nuovo Papa anche se ha un”Istituto di Opere di Religione” in casa da sistemare prima che un’opera d’arte. Speriamo comunque che prima o poi l’opera torni a Roma e finisca in un museo pubblico come voleva Alberto Sordi. Speriamo sia fatta la sua volontà.
3 Commenti
Articolo che non fa una piega. Mi sa che non ce lo ridaranno più i vaticans. Ma lo Stato italiano che fa???????????????
Veramente.Come tornerà indietro la Tavola? Sono d’accordo che solo Papa Francesco data la sua intelligenza può muovere qualcosa. Misteri.
FINALMENTE QUALCUNO CHE NE PARLA!! è ILLEGALE il trasferimento di un’opera d’arte in un altro Stato!! ILLEGALE!!