E dopo George W. Bush anche il Principe Carlo prende in mano i pennelli e mostra al mondo le sue creazioni.
Il Principe del Galles ha infatti pubblicato on line 130 dei suoi acquerelli, scatenando il giudizio del noto critico d’arte Mark Hudson che così si è espresso: “Non sono proprio così brutti i suoi acquerelli. Anzi, alcuni sono anche migliori di quanto mi aspettassi. Ma in generale sono convenzionali e soporiferi”.
Se la pittura rappresenta la quintessenza dello spirito britannico (anche la Regina Vittoria praticava quest’arte), il Principe Carlo dimostra di conoscere molto bene la tecnica: sa come rendere il chiaro scuro e tutti i giochi di luce richiamando lo stile dei maestri del XIX secolo. Ciò che stupisce – a detta di Hudson – è la scelta dei soggetti: si tratta di paesaggi con laghi e montagne, vedute ormai consolidate da un’antica tradizione artistica. Il principe vive immerso in questi paesaggi: perché mai dovrebbe sentire il bisogno di dipingere questi luoghi così fedelmente?
Un Principe che ha fatto molto per aiutare i giovani svantaggiati, perché non si dedica alla pittura di qualche casa polare?
Hudson pone un’ultima attenzione sulla serie “Natura morta e astratta“, in cui coglie alcune note positive: “Non sto dicendo che con l’arte astratta il principe riveli il suo talento – sentenzia il critico – ma potrebbe semplicemente essere un punto di partenza, di cui questo artista ha un disperato bisogno!”