Si chiude la 66esima edizione del Festival di Cannes e si aggiudica la palma d’oro La vie d’Adèle, film del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche. Una pellicola già molto chiacchierata per la lunga scena d’amore saffico tra le due protagoniste, arricchita da dialoghi di ispirazione sartriana. Il film ottiene il miglior riconoscimento dalla giuria presieduta da Steven Spielberg e ottimi riconoscimenti da parte della critica, e il regista ha dedicato la vittoria ai giovani che ha avuto modo di incontrare durante le riprese: sono stati una fonte di insegnamento sulla libertà e sul vivere in armonia.
Proclamato miglior attore Bruce Dern, protagonista del film di Alexander Payne Nebraska, e Berenice Bejo miglior attrice in Le passé, film di Asgar Farhadi. Jia Zhangke porta a casa il premio per la miglior sceneggiatura per A touch of sin. Al giapponese Kore-Eda Hirokazu è andato il premio della giuria per Tale padre tale figlio, mentre il gran premio del festival è stato guadagnato dai fratelli Coen per Inside Llewyn Davis.
L‘Italia, nella sua parsimoniosa presenza, non passa in sordina e vince il gran premio della semaine della critique e il premio film rivelazione della semaine con Salvo, una storia di mafia diretta da Antonio Piazza e Fabio Grasadonia. Il solo italiano nella categoria cortometraggi, Adriano Valerio, ottiene la Menzione speciale con “37°4 S”, arrivando parimerito con Whale valley di Gudmundur Arnan. Il premio alla regia che si pensava andasse a Sorrentino, è stato invece aggiudicato da Amat Escalante per Hili.