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Presentata a Venezia la II edizione del Premio Shanghai‏

La II edizione del Premio Shanghai, che offre residenze in Italia e in Cina a giovani artisti italiani e cinesi, è stata presentata al Palazzo Ducale di Venezia, nell’ambito delle manifestazioni di apertura della 55ma Biennale promosse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Servizio architettura e arte contemporanee della Direzione Generale PaBAAC con il saluto e gli auguri di Ugo Soragni, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto. Presenti eminenti personalità. Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha sottolineato l’attenzione del Ministero per i giovani talenti e confermato il sostegno, anche in ambito internazionale, per accrescere i valori e le espressioni del patrimonio culturale. «Ringrazio tutte le Istituzioni coinvolte e in particolare l’IGAV per aver così fermamente sostenuto il Premio. Tenevo in modo particolare ad essere presente, nei giorni della Biennale, questo è un appuntamento importantissimo». Maria Grazia Bellisario, Direttore Servizio architettura e arte contemporanee MiBAC ha messo in evidenza che la presentazione del premio inaugura il calendario delle iniziative MiBAC alla Biennale: «Grazie a Rosalba Garuzzo, che ha ideato questo importante progetto e lo ha portato all’attenzione del Ministero, e grazie alle istituzioni cinesi per la collaborazione e la sensibilità dimostrate». Anche Alberta Lai, Direzione Generale Promozione Sistema Paese – Ministero degli Affari Esteri ha ringraziato le istituzioni coinvolte nell’organizzazione del Premio che «rientra pienamente negli obiettivi della nostra Direzione ed è un grande successo grazie alla straordinaria sinergia tra i partner». Per Rosalba Garuzzo, Presidente Istituto Garuzzo per le Arti Visive – IGAV, «la seconda edizione del Premio consolida il percorso culturale che abbiamo avviato tra Occidente e Oriente con nuove e importanti iniziative. Il nostro obiettivo primario è la promozione degli artisti italiani all’estero che perseguiamo da anni anche grazie alla collaborazione e alla stima delle Istituzioni cinesi. Ma in questo contesto vorrei ricordare anche la circuitazione in America Latina della mostra “Venti per Una, 20 regioni per 1 Italia, 20 artisti per 1 mostra” prodotta dall’IGAV e recentemente inclusa nella Biennale d’arte contemporanea di Mosca».
In collegamento skype con l’IIC di Shanghai sono intervenuti Vincenzo De Luca, Console Generale a Shanghai, che ha ricordato il grande interesse della città per l’arte e il patrimonio culturale italiano e Carlo Molina, Direttore Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, che si è dichiarato entusiasta all’idea di replicare quest’avventura e ha ringraziato gli artisti italiani e cinesi per l’arricchimento reciproco nato grazie agli scambi di residenza.
Hanno inoltre partecipato all’incontro:
Yang Jianping, Preside della Facoltà di Belle Arti dell’Università di Shanghai e membro della commissione selezionatrice.
Gli artisti che, nel 2012, hanno vinto la I edizione del Premio Shanghai: Domenico Antonio Mancini, Susanna Pozzoli, Nadir Valente per l’Italia e Qian Ning, Qiu Jia e Zhou Yang per la Cina hanno illustrato i progetti realizzati.
Renata Codello, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.
Giovanna Damiani, Soprintendente Speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della Città di Venezia e Laguna.
Il Premio Shanghai, riservato ad artisti italiani e cinesi tra i 18 e i 35 anni, assegna ai partecipanti, selezionati da un’apposita giuria italo-cinese, sei residenze artistiche di due mesi ciascuna: tre in una città italiana e tre a Shanghai. Nasce da un’intesa istituzionale tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee (PaBAAC), il Ministero degli Affari Esteri – Istituto Italiano di Cultura, Sezione di Shanghai (IIC Shanghai) e l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive (IGAV). L’obiettivo è quello di promuovere e favorire la ricerca artistica e lo scambio culturale tra Italia e Cina.
Alla prima edizione, che si è svolta nel 2012, hanno partecipato più di 200 artisti italiani e cinesi.
I vincitori italiani, Domenico Antonio Mancini, Susanna Pozzoli e Nadir Valente, sono stati accolti dall’IIC di Shanghai presso il campus della Facoltà di Belle Arti – Shanghai University. A conclusione della residenza, hanno esposto i loro lavori a Shanghai presso la Yibo Gallery, in una mostra dal titolo “Shanghai la città invisibile”.
I vincitori cinesi, Qian Ning, Qiu Jia e Zhou Yang, accolti a Torino dall’IGAV, sono stati ospiti del Residence San Domenico. Le opere che hanno realizzato hanno dato vita alla mostra “Atmosfere italiane”, negli spazi espositivi del Santa Giulia Art&Wine Residence (via Santa Giulia 41, dal 17 maggio al 9 giugno 2013).
Il bando della seconda edizione del Premio Shanghai sarà consultabile all’indirizzo www.premioshanghai.webnode.it e sui siti web delle Istituzioni promotrici (www.beniculturali.it, www.pabaac.beniculturali.it, www.iicshanghai.esteri.it, www.igav-art.org).
Gli artisti interessati possono richiedere ulteriori informazioni alla Segreteria organizzativa del Premio (premioshanghai@libero.it, tel. 011.19781500) e all’Istituto Italiano di Cultura – Sezione di Shanghai (iicshanghai@esteri.it, tel. 0086 21 54075588 int. 157).

Dichiarazioni degli artisti che hanno vinto la Prima edizione del Premio Shangai
DOMENICO ANTONIO MANCINI
«The Novel of Shanghai” è un progetto relazionale e specifico per la città di Shanghai. Tutti quelli che, ogni giorno, vivono la megalopoli sono stati invitati ad inviare, attraverso la rete, una parola che ne rappresentasse l’essenza. Le parole ricevute sul sito, creano per sovrapposizione il romanzo della città. La scelta di chiedere una sola parola problematizza le profonde differenze tra la cultura europea e la cultura cinese. E attraverso la doppia esplorazione della città e del linguaggio cinese, (che, come ha chiarito il linguista Yuan-Ren Chao, non è composto da parole) individua nel romanzo un territorio di incontro e di scambio. La scrittura cinese nel suo rapporto con il linguaggio in quanto sistema cognitivo e rappresentativo si mostra così analoga all’arte intesa come diretta relazione tra l’esperienza delle cose e la comunicazione di tale esperienza»
SUSANNA POZZOLI
«A Shanghai ho deciso di focalizzare le mie energie sulla violenza e sul caos di questa metropoli: smog, inquinamento acustico, luoghi iper affollati sono la quotidianità per chi vive in una città costruita per lungo tempo senza un piano regolatore o un progetto di coordinamento. Per un europeo vivere a Shanghai significa confrontarsi con la cacofonia più assoluta; una metropoli funzionale ed anche efficiente sotto certi aspetti ma senza grazia e senza luoghi di respiro o di riferimento. Durante la mia residenza mi sono resa conto che due poli si stavano opponendo: da una parte la città dei quartieri popolari, densi di mercati e di gente per strada, aree dove il lavoro si svolge sulla via, dove il rapporto con l’altro è crudo, diretto, imprescindibile. La “vecchia Shanghai” come spesso si sente dire, quella destinata a scomparire, sempre meno tollerata. Dall’altra la città del futuro, la città pensata e studiata, la “nuova Shanghai” dei grandi spazi – musei, centri commerciali, stazioni, che divora i sobborghi affollati e disordinati. Si tratta di due situazioni estreme a confronto e in lotta. Il risultato è una serie di immagini panoramiche (snodi stradali in piena città, la zona costruita per l’Expo e da anni in fase di smantellamento…) e di scatti in formato quadrato (furtivi ritratti nei mercati, dettagli di persone al lavoro nei quartieri affollati), che si relazionano a un montaggio sonoro, una “passeggiata acustica” nel rumore della metropoli. Le fotografie sono state realizzate in pellicola medio formato e sono esposte in dittici. Il visitatore è invitato ad immergersi in questa dicotomia tra nuova e vecchia Shanghai che, in entrambe le situazioni, si pone agli antipodi dell’ideale della città a misura d’uomo».

NADIR VALENTE
«L’iPhone è uno degli strumenti più emblematici della cultura contemporanea. Status symbol, oggetto del desiderio, è venduto in tutto il mondo e in modo esponenziale nella Cina odierna. La crescente domanda ha portato in Cina alla realizzazione di un grande numero di contraffazioni e imitazioni che si trovano ovunque nella città di Shanghai. È curioso perdersi nei numerosi mercati di elettronica e notare le piccole differenze che contraddistinguono ogni singola copia: ognuno di essi è a sé stante, come un oggetto di artigianato.
Il mio lavoro riflette su questa anomalia proponendo una riflessione sul concetto di copia e originale composta di tre elementi: un iPhone 4S contraffatto, inserito in una teca; su un basamento 500 fotocopie dell’iPhone falso. In ultimo, una serie di 500 disegni a matita riproducono il più fedelmente possibile la fotocopia. L’ultima fase del progetto è stata realizzata dagli studenti della facoltà di Belle Arti della Shanghai University, i quali hanno creato in questo modo degli originali, degli unicum, disegni che pur essendo il risultato di tre passaggi sono a loro volta dei pezzi unici».

QIAN NING
«Questa è la mia seconda visita in Italia, un paese che amo e di cui ho molto apprezzato lo stile di vita; per il Premio Shanghai ho elaborato un progetto di scomposizione dell’immagine attraverso l’analisi di suoni e immagini dinamiche fisse con un modo più diretto per sentire le immagini dinamiche, immagini fisse e suoni. Mi sono concentrata sul rapporto tra uomo e natura considerando l’uomo come parte integrante di essa. Ho scelto la nuvola come elemento naturale e nello stesso tempo astratto considerandola come fenomeno semplice e casuale e posizionandola in un spazio vuoto. Il progetto vuole condurre lo spettatore ad un’intima riflessione.»

ZHOU YANG
«Prima di tutto, voglio ringraziare il Premio Shanghai per avermi dato quest’opportunità, così come il Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ci ha permesso di vivere questa importante esperienza artistica. Dopo la laurea in Belgio sono ritornato a Shanghai dove ho approfondito la mia ricerca artistica con studi sulla fisica della materia e lo scambio di energie tra i corpi. Il mio scopo era sensibilizzare le persone, soprattutto chi abita e frequenta le grandi metropoli, al tema ambientale proprio a partire dagli elementi fisico-chimici che ci circondano. Arrivato in Italia, grazie al Premio Shanghai, ho potuto comprenderne e approfondire la cultura estetica così diversa dal mio paese. La residenza è stata un’esperienza straordinaria e costituisce a mio parere un’opportunità fondamentale per il lavoro di ogni artista.»

QIU JIA
«Sono onorato di avere l’opportunità di incontrarvi grazie al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, all’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e Ufficio Culturale del Consolato Italiano e all’Istituto IGAV che hanno organizzato congiuntamente il Premio Shanghai, progetto per giovani artisti cinesi in Italia.
È stata una possibilità di scambio molto importante per la mia ricerca artistica: ho apprezzato e amato moltissimo la città di Torino che nel mio immaginario rappresenta l’Italia in “miniatura” perché possiede tutti quegli elementi e quelle caratteristiche che caratterizzano il vostro Paese. Mi è piaciuto moltissimo vivere a Torino “l’atmosfera italiana”: le piazze, i musei, il caffè macchiato, così come gli ottimi violinisti che suonano per le strade: tutti elementi e sensazione che man mano si sono integrati al mio lavoro.»

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