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Galleria degli Uffizi: il restauro del Nerone bambino‏

Prosegue alla Galleria degli Uffizi, il programma di restauro dei busti lapidei grazie al contributo di Italia Nostra. È stato presentato stamani, nella sala dell’uscita Buontalenti, il restauro del busto lapideo del cosiddetto Nerone bambino, che già domani mattina tornerà ad essere visibile nel Terzo Corridoio della Galleria. Erano presenti Cristina Acidini (Soprintendente del Polo Museale fiorentino), Antonio Natali (Direttore della Galleria,), Fabrizio Paolucci (Direttore del dipartimento di antichità classiche) e Mariarita Signorini (responsabile restauri e membro del Consiglio nazionale di Italia Nostra). Si tratta del terzo restauro finanziato in meno di un anno da Italia Nostra per la Galleria degli Uffizi, che segue il recupero della scultura denominata Seneca morente presentato lo scorso luglio, e il restauro della cosidetta Giulia Mesa degli inizi di febbraio.
Il busto, raffigurante un ignoto bambino di epoca giulio-claudia dell’età di circa tre/quattro anni, convenzionalmente ritenuto il piccolo imperatore Nerone, è una scultura di eccellente fattura risalente alla prima metà del I sec. dopo Cristo, presente in Galleria dal 1704 è un’opera lapidea che appartiene al nucleo più antico di antichità in possesso della famiglia Medici. A quest’opera fu riservato un posto di eccezione nella Tribuna, lo spazio elitario della Galleria ricettacolo delle opere più preziose delle raccolte granducali; e non a caso nel 1776 Johan Joseph Zoffany lì lo ritrae ancora nella sua celebre veduta della Tribuna.
L’importanza da sempre conferita a questo marmo è, del resto, intuibile anche dal pregio dei materiali utilizzati nel XVI secolo per completare il busto: onice, alabastro e pietra di paragone. La testa, unica parte antica, può da sola definirsi un capolavoro, ritraendo con sensibilità e freschezza l’espressione vivace di un bambino di non più di quattro anni. Alcuni particolari, come la caratteristica coppia di ciocche sulla fronte disposte a formare quasi una tenaglia, particolare questo ricorrente nella ritrattistica ufficiale di Augusto, forniscono gli indizi per tentare di riconoscere in questo bimbo un giovane esponente della dinastia giulio-claudia.
Il recupero dell’opera ha visto protagonisti Gabriella Tonini e Luis Pierelli della Nike restauro sotto la direzione di Fabrizio Paolucci: oltre a restituire completa leggibilità all’opera e a recuperare la pienezza del contrasto cromatico, l’intervento ha consentito di ripristinare l’organica coerenza delle varie parti della scultura, alcune delle quali si sono rivelate a rischio di distacco. Come scritto, anche questa volta il restauro è stato finanziato da Italia Nostra Firenze, tra i cui soci Fabio Basagni, è stato il principale sostenitore dell’iniziativa.

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