Deve essere stata una bella sorpresa scoprire, durante i lavori di ristrutturazione, che la casa dove stavano andando a vivere era stata architetta da Portaluppi. L’appartamento di duecento metri quadri si trova in zona San Vittore è stata comprata da Marcella Logli e il marito, una coppia di giovani manager. (Lei, bocconiana figlia d’arte: suo padre è Mario Logli). «Io e l’architetto Alessandra Sacchi abbiamo trovato tracce inconfondibili della sua mano: i pavimenti in legno di noce intarsiato, le porte scorrevoli e le finestre a scomparsa nell’interno dei muri, poi il marmo verde Alpi nelle rifiniture del bagni, i copri termosifoni in ottone lavorato a losanghe. E la radica di tuja della porta scorrevole che separa sala da pranzo e salotto. Incredibile: profuma ancora di bosco», dice la Logli in un’intervista al Corriere della sera. Il fatto decisivo che porta con certezza al Portaluppi, è la scoperta, una volta partiti i lavori di ristrutturazione, di un mobile bar incassato nel muro, che i precedenti proprietari avevano mimetizzato con densi strati di vernice. Scrostato l’intonaco, si scopre un’incisione del Settecento dell’editore inglese Boydell, raffigurante una scena bucolica con le figure di Diana e Atteone e due cani. Le stampe del Boydell, lo sanno i cultori dell’architetto, erano uno dei tanti leitmotiv usati da Portaluppi nella decorazione. «A quel punto partirono le ricerche – racconta Logli – Alessandra contattò la Fondazione Portaluppi, e dopo qualche giorno, ricordo che era il 4 novembre del 2009, arrivò la conferma: un documento datato 1940 dove si certifica che l’appartamento è proprio quello realizzato da Portaluppi nel 1940 per Luigi Diana». «Ero emozionata. Con Vincenzo Tarantino, un restauratore come non ce ne sono più, abbiamo deciso di conservare tutti gli elementi decorativi che riportavano al maestro, o di reinventare nell’attualità restando però fedeli allo stile della casa. Non siamo intervenuti sulle planimetrie, la casa era disegnata secondo i criteri signorili dell’epoca. Una zona giorno, con sala e salotto e studio, costeggiata da un lungo corridoio che porta alle stanze da letto e ai bagni, che abbiamo ridisegnato in parte. Sono una cacciatrice di emozioni – ride Marcella Logli – la mostra con il capolavoro di Tiziano era in corso a Palazzo Reale nel dicembre del 2010. Vedere quello specchio e innamorarmene è stato istantaneo. L’ho comprato».
La cucina è l’unico locale ritoccato: «È stata ampliata, ma ho voluto le porte con gli oblò in stile Portaluppi. Si affaccia sul terrazzino che dà sul cortile e questo è il mio piccolo capolavoro: con l’amica paesaggista Antonella Melone ho disegnato una cornice in cotto dove crescono piante resistentissime: abelie, gelsomini, solane rampicanti e aralie, la foglia di quest’ultima è talmente elegante che l’abbiamo stampata in un calco sul pavimento in resina».