Arriva l’estate e si stila un bilancio. Purtroppo piuttosto negativo. Il Rapporto annuale 2013 di Federcultura presentato ieri a Roma ha rilevato una perdita di circa 1.3 miliardi di euro nel settore culturale dal 2008 ad oggi. Le cause sono da attribuire al crollo della finanza pubblica, statale e locale, oltre alla contrazione degli investimenti privati. Il budget del Mibac scende a 1.5 miliardi di euro, registrando un calo del 27% negli ultimi 10 anni, e di conseguenza si riducono a €47 milioni i fondi destinati alla tutela, il 32% in meno rispetto allo scorso anno, e il 76% rispetto al 2004.
Cala anche la spesa dei consumi culturali per le famiglie italiane. Per la prima volta dopo una crescita durata 10 anni, si registra un ribasso del -4,4%, in particolare perde -8,2% il teatro, -7,3% il cinema, -8,7% i concerti, -5,7% musei e mostre. -11,8% la partecipazione culturale dei cittadini italiani, e i musei perdono il 10% dei visitatori che passano dai 40 ai 36 milioni.
Anche il turismo subisce una frenata. Se nel mondo gli arrivi internazionali del 2012 raggiungono la cifra record di 1 miliardo, in Italia aumentano solo del 2,3% i visitatori stranieri e nel Country Brand Index 2013 scendiamo al 15° posto, pur mantenendo il primato come attrattiva culturale.
Servono proposte concrete per fare fronte a questa situazione, così il presidente di Federcultura Roberto Grossi ha presentato al Governo un piano che prevede in primo luogo la detraibilità delle spese per la cultura per favorirne il consumo da parte delle famiglie; in secondo luogo un progetto per favorire l’occupazione giovanile culturale; inoltre il piano prevede il rilancio della produzione e della gestione cancellando le norme che soffocano l’autonomia e la capacità di programmazione di enti e aziende.