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Rainbow Magicland

GIOCA CON L’ARTE E METTILA DA PARTE

Fatti incantare dall’arte e poi mettila da parte, senza chiuderti in un museo o in una galleria. Con la bella stagione la cultura contemporanea sbarca, a cielo aperto, nel mezzo del parco divertimenti Rainbow Magicland di Valmontone, in provincia di Roma, con nove installazioni che delineano “Il sentiero delle meraviglie”, progetto promosso dal Comune di Roma (ex amministrazione) e ideato e curato dalla critica d’arte Valeria Arnaldi.

Le opere, realizzate appositamente per l’esposizione, dialogano con lo spazio, sfruttando contesto, scenografie e attrazioni come motivo di ispirazione. I fiori sono i protagonisti dell’installazione “Jurassic Park”, dedicata al nostro Paese, con le sue luci e oscurità, di Lidia Bachis, artista presente alla Biennale di Venezia, presso il padiglione arabo-siriano. Mimmo Frassineti propone un’elaborazione a tre dimensioni dei suoi viaggi di Sinbad. Debuttano in 3D anche le figure di Stefano Bolcato, con un’installazione legata all’opera “Pigs”. Silvia Faieta si cimenta in pianeti immaginari sospesi con “Globular City”, mentre Natascia Raffio si ispira alle fattucchiere dei primi del Novecento nel suo “The Magician’s Table”. La nascita è il tema di “Giorno0”di Graziano Locatelli, la parola, tra suoni e sfumature, quello di “Lockness” di Idea Kalì. Claudio Ascenzi sceglie la fiaba per “Magia” e Francesco Visalli presenta in anteprima assoluta il primo monolite del progetto “Inside Mondriaan”, rilettura scultorea di una visione astratta.

L’obiettivo di questa mostra open air, visitabile fino al 6 gennaio 2014, è  avvicinare i più giovani e le loro famiglie all’arte contemporanea, secondo i più moderni principi dell’ ”Artentainment”. «La mia idea è portare la cultura in posti inusitati per andare incontro a quel pubblico che normalmente non la cercherebbe- spiega Valeria Arnaldi, mente dell’iniziativa e da tempo impegnata nell’ideazione e organizzazione di grandi progetti artistici-  In quest’ottica il parco divertimenti diventa luogo in cui proporre il ‘gioco’ alto dell’arte, nel rispetto della mia linea guida nella progettazione di eventi, ossia l’Artentainment: possibilità di educare alle arti attraverso l’intrattenimento».

Il ricavato del catalogo, realizzato da Rainbow Magicland, sarà devoluto in beneficenza. Altro particolare interessante: artisti e curatrice hanno prestato il loro contributo gratuitamente. A sentire Valeria Arnaldi pare che l’idea sia «piaciuta al pubblico e il successo si sia finora misurato negli alti numeri delle presenze e nella sorpresa della gente che trova nuove forme e linguaggi, dunque, stimoli di riflessione, in spazi alternativi a quelli tradizionalmente culturali, che per alcuni possono essere respingenti». «La catena virtuosa di interrogativi è il primo traguardo di un progetto del genere- aggiunge la critica d’arte- si torna a casa con informazioni da rielaborare e domande per le quali cercare risposte. È un modo per tentare di costruire un nuovo pubblico per le arti contemporanee. Funziona. Fa bene all’arte e al commercio».

Il target in questo caso, come già nel festival “C’era una volta…” al Macro, curato sempre dalla Arnaldi, sono i giovanissimi e le loro famiglie. «Nel Macro la gente era abituata a vedere uno spazio adulto che, invece, nell’occasione di Rainbow Magicland, è diventato luogo di confronto intergenerazionale, appositamente costruito. Il parco è pensato soltanto come spazio per divertirsi. In entrambi i contesti, frutto di un’unica visione, bambini e adulti hanno giocato e imparano insieme».

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