La serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento. L’opera completa dei grandi Maestri Veneti.
Autore: Dario Succi
Editore: Cecchetto Prior Alto Antiquariato
Anno: 2013
ISBN: 88-908840-0-2
Nella storia dell’incisione europea, le cui origini risalgono al XV secolo, il Settecento veneziano costituisce uno dei capitoli più fecondi e innovativi.
Affiancando coerentemente la superba produzione pittorica contemporanea, l’incisione veneta, nelle sue varie forme e declinazioni, conosce in quel secolo il massimo splendore, assurgendo a simbolo una straordinaria civiltà espressiva e contribuendo in maniera determinante, con la larghissima diffusione internazionale, all’esaltazione della Repubblica Serenissima.
Questa importante iniziativa editoriale, assolutamente unica per vastità programmatica e spessore iconografico, colma una lacuna che gravava su uno straordinario universo di immagini non adeguatamente valorizzato a causa della frammentarietà dei contributi degli studiosi, diluiti in un arco di tempo plurisecolare, dispersi in riviste specializzate, monografie, cataloghi di non facile reperibilità.
L’accurata schedatura di tutta l’opera dei grandi maestri veneziani si dipana all’interno di una visione panoramica che consente di seguire la nascita, la fioritura, il lento declino di una eccezionale esperienza artistica e imprenditoriale. I capitoli, ordinati cronologicamente, sono suddivisi seguendo un filo conduttore che valorizza gli artisti e i generi tematici: vedute di Venezia, delle isole lagunari, della terraferma, della riviera del Brenta, del territorio prealpino, di Roma, Dresda, Pirna; fantasie paesistiche e rovinistiche; ritratti di artisti, santi, letterati e teste di carattere; riproduzioni di dipinti storici, mitologici e religiosi; le delizie della villeggiatura, le stagioni, i mesi, la caccia in valle, la vita nei caffè e nei salotti, i mestieri ambulanti, le battaglie.
Oltre alle serie famose incise da Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Michele Marieschi, Antonio Canal detto Canaletto, Tiepolo (Giambattista, Giandomenico, Lorenzo), Bernardo Bellotto, Antonio Visentini, Giambattista Piranesi, Alessandro Longhi, vengono considerate tutte le acqueforti di Federico Bencovich, Giambattista Piazzetta, Sebastiano Ricci, Jacopo Amigoni, Francesco Fontebasso, Bernardo Zilotti, Gaetano Zompini, Giovanni David, Jacopo Guarana, Gianfrancesco Costa, Pietro Gaspari, nonché le tavole del Gran Teatro di Venezia edito nel 1720 da Domenico Lovisa.
I cataloghi ragionati dei peintres-graveurs sono integrati da una selezione di fogli significativi dei più affermati incisori di riproduzione (Francesco Bartolozzi, Davide Fossati, Giambattista Brustolon, Dionisio Valesi, Giovanni Volpato, Francesco Zuccarelli, Antonio Sandi, Marco Sebastiano Giampiccoli, Teodoro Viero), con l’intento di consentire una più estesa lettura del polimorfismo del linguaggio incisorio, messo in risalto nelle biografie di 33 artisti corredate da 1340 schede e da 1500 immagini. Di ogni stampa vengono descritti tutti gli stati conosciuti, precisando le dimensioni, la tecnica esecutiva (acquaforte, bulino, acquatinta), la datazione, l’eventuale esistenza di dipinti o disegni corrispondenti. Frutto di tre decenni di ricerche, questa opera si rivolge, oltre che agli studiosi, curiosi e collezionisti, a tutti gli amanti della storia e dell’arte della Repubblica Serenissima.
Con sintesi efficace, Giandomenico Romanelli ha osservato che “come il vedutismo, nella sua lunga e magica parabola, l’incisione veneziana del Settecento – nella sua storia e nelle sue fortune – può essere assunta ad emblema della civiltà figurativa lagunare di quel secolo: ne possiede tutti i caratteri, in ogni senso e accezione, ne articola vicende, tensioni, velleità e sostanza, ne condivide il fantastico, l’irreale e l’effimero non meno che i dati destinati a rimanere e a contare, partecipa della stessa teatrale e scenografica vocazione, è altrettanto cosmopolita e internazionale”.