“Dal Buio alla Luce”… e luce fu, o comunque un primo raggio è stato. Una bella passata di lacca acrilica e in poche ore 150 m² di insignificante grigio hanno lasciato il posto a polpi, cavallucci e meduse antropomorfe racchiusi nella morsa di due “bestie” aranciate. Un’atmosfera marina lunga un centinaio di metri calata lo scorso 22 settembre sulla cinta del Mercato Ittico di Milano grazie al lavoro del collettivo Art Kitchen nel pomeriggio di rigenerazione urbana organizzato dall’Associazione Culturale OUT.
Così si trasforma una struttura anonima in qualcosa di esteticamente apprezzabile, quindi migliore, mentre si coinvolgono in attività ludico-formative decine di bambini della zona protagonisti di laboratori artistici allestiti ad hoc per l’occasione. Partecipazione, legalità, educazione artistica connessi alla riqualificazione dei “non-luoghi” metropolitani partendo dalle periferie, solite note realtà abbandonate cui un’ondata di vernice non può che dare “smalto” e colore.
Un’ondata che non intende finire sui muri di Via Lombroso. Questa giornata, infatti, è solo il primo passo di un progetto più ampio (“Milano si colora“) che Associazione Culturale OUT e a livello amministrativo il Comune di Milano intendono perseguire per promuovere a macchia d’olio (o di vernice) l’arte di strada come strumento di riqualificazione urbana. Non più eventi sporadici una tantum ma una capillare e concreta pianificazione “a regola d’arte”. Gli spazi non mancano.
Lo stesso giorno, intanto, dall’altra parte della città 150 writers hanno realizzato un graffito lungo chilometro sul muro dell’ippodromo del galoppo lato Viale Caprilli (manifestazione “Stadio Street Players“). Forse qualcosa si sta muovendo.
Magari un giorno incentivando con più coraggio la cosiddetta street art sarà veramente possibile “fare di Milano una galleria d’arte a cielo aperto“, parole di Chiara Bisconti, Assessore (anche) a Qualità della Vita e Arredo Urbano. A Milano dicono: sperèmm…
Luca Zuccala