Organizzata in occasione del bimillenario della morte, la mostra alle Scuderie del Quirinale presenta le tappe della folgorante storia personale di Augusto in parallelo alla nascita di una nuova epoca storica. Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Augusto fu un personaggio dotato di un eccezionale carisma e di uno straordinario intuito politico. Riuscì, laddove aveva fallito persino Cesare, a porre fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che avevano consumato la Repubblica romana e a inaugurare una nuova stagione politica: l’Impero.
Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo che la storia di Roma avrebbe mai vissuto. In quegli anni, l’Impero raggiunse la sua massima espansione, con un’estensione a tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla Germania. I particolari della sua biografia e della sua folgorante carriera ci sono trasmessi da lui stesso e da storici di età successive, quali Velleio Patercolo, Svetonio, Tacito, Cassio Dione. Sono veramente pochi gli imperatori romani per i quali disponiamo di un così grande numero di fonti scritte. Possiamo in tal modo ricostruire il completo svolgersi della sua carriera politica, nel corso della quale ricoprì tutte le più importanti cariche pubbliche, e al tempo stesso seguire la serie disastrosa di lutti familiari che lo privarono in pochi decenni di Agrippa, suo luogotenente e genero, e degli eredi designati a succedergli: il nipote Marcello, figlio della sorella Ottavia; Gaio e Lucio Cesari, figli di Giulia e Agrippa.
L’Impero passò così alla sua morte nelle mani di Tiberio, il figlio di Livia, la sua terza e amatissima moglie. La fine delle guerre civili fu abilmente presentata quale epoca di pace, prosperità e abbondanza: divennero allora centrali concetti quali pax, pietas, concordia, cantati da poeti del calibro di Virgilio e Orazio, e da tutti gli intellettuali radunati nel circolo cosiddetto di Mecenate.
La mostra alle Scuderie del Quirinale, attraverso una selezione di assoluto pregio artistico (circa 200 opere tra statue, ritratti, arredi domestici in argento, bronzo e vetro, gioielli in oro e pietre preziose), propone un percorso capace di intrecciare la vita e la carriera del princeps con il formarsi di una nuova cultura e di un nuovo linguaggio artistico, tuttora alla base della civiltà occidentale. Fulcro visivo della mostra saranno le grandi statue di Augusto, riunite per la prima volta insieme: l’Augusto pontefice massimo da via Labicana conservato al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme, e l’Augusto di Prima Porta dei Musei Vaticani; quest’ultima scultura sarà accostata al suo modello classico, il celeberrimo Doriforo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, canone per eccellenza della perfezione scultorea di età classica.
Proveniente da Atene e per la prima volta in Italia, sarà inoltre possibile ammirare parte della statua equestre in bronzo dell’imperatore restituita dal mar Egeo, mentre proviene da Meroe (Nubia, Egitto) lo splendido ritratto del British Museum, anch’esso bronzeo. Una nutrita congerie di opere d’arte evoca il fiorire dell’età dell’oro: spiccano per importanza e bellezza i cosiddetti rilievi Grimani, raffiguranti animali selvatici intenti ad allattare i propri cuccioli immersi in un paesaggio bucolico, eccezionalmente riuniti dalle attuali ubicazioni (il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Museo di Palestrina), e il gruppo frontonale dei Niobidi, originale greco riallestito in età augustea negli horti Sallustiani a Roma, qui ricomposto accostando le due statue in arrivo dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen alla statua di fanciulla ferita conservata al Museo Nazionale Romano. Una accurata scelta di pezzi che esprimono la complessa evoluzione del linguaggio figurativo d’età augustea compone la più ricca sezione della mostra: gruppi scultorei espressione di una nuova classicità si affiancano a eccelsi documenti dell’arte decorativa in ambito urbano e in contesti privati: oltre agli arredi delle domus vesuviane e ai gioielli di corredo, una nutrita selezione dal preziosissimo tesoro degli argenti di Boscoreale, eccezionalmente prestato dal Museo del Louvre.
Nel contesto di una sottile e ponderatissima propaganda ideologica, vanno inserite le testimonianze numismatiche e della glittica: di straordinario pregio, vanno ricordati i preziosissimi cammei di Londra, Vienna e del Metropolitan Museum di New York, magistrali rappresentazioni del potere delle immagini nel mondo antico, utilizzati in qualità di dono personale da parte dei membri della famiglia imperiale a influenti personaggi della loro cerchia. Assume un valore centrale, in mostra, il tema della morte dell’imperatore – 19 agosto del 14 d.C., data di cui ricorre il bimillenario – e la sua conseguente apoteosi. I visitatori avranno occasione di ammirare l’inedita ricostruzione di 11 rilievi della decorazione di un edificio pubblico eretto originariamente in Campania, e oggi divisi tra la Spagna e l’Ungheria: vi è narrato, con grande efficacia, lo scontro navale della battaglia di Azio che nel 31 a.C. mise fine alla guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio aprendo la strada al definitivo trionfo del princeps. La mostra, dopo le Scuderie del Quirinale, verrà presentata a Parigi alle Galeries nationales du Grand Palais dal 19 marzo al 13 luglio 2014.