5 novembre 2013 – 2 febbraio 2014. Fondazione Merz, Torino
Inaugurazione 4 novembre ore 19
Dal 5 novembre la Fondazione Merz presenta nei propri spazi espositivi ALFREDO JAAR. Abbiamo amato tanto la rivoluzione, una grande mostra personale di un indiscusso protagonista dell’arte di oggi, a cura di Claudia Gioia.
Rappresentante del padiglione cileno alla 55 Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e artista scelto per l’edizione 2013 della rassegna di arte pubblica torinese Luci d’Artista, Alfredo Jaar (Santiago del Cile, 1956) fa suo l’ottimismo della volontà e con determinazione, da anni, sollecita all’autoconsapevolezza e alla responsabilità verso il mondo e quello che accade. Il suo lavoro e ricerca artistica toccano le corde dell’emozione, conoscono la poesia e poi arrivano diritti all’obiettivo.
Per la Fondazione Merz Alfredo Jaar ha ideato un nuovo progetto giocato sul concetto di riflesso e di riflessione che, nel solco del suo interesse per la relazione tra cultura e vita democratica, interroga il senso della memoria e dell’impegno politico degli anni Sessanta e Settanta, non per commemorare, ma per tornare a promuovere la cultura come fattore di cambiamento.
La mostra, composta da circa 60 opere, ha inizio con una grande installazione costituita da milioni di pezzi di vetro e specchio che coprono quasi interamente il pavimento della Fondazione. Lo spettatore, camminando su una distesa riflettente di macerie che è anche spazio della memoria, è invitato a ripensare ai momenti difficili della storia collettiva, e allo stesso tempo si ritrova a compiere un esercizio di conoscenza di se stesso. Ciò che rimane degli insegnamenti della storia,diventa la base per una rinascita e nuova spinta culturale.
In un secondo spazio Jaar orchestra un dialogo con un’opera di Mario Merz del 1970 intitolata Sciopero generale azione politica relativa proclamata relativamente all’arte, riportandola al tempo presente attraverso una nostalgica e poetica messa in scena.
Nel percorso infine alcune pareti della Fondazione sicoprono interamente di lavori realizzati da Alfredo Jaar a partire dai primi anni Settanta fino ad alcuni ideati appositamente per la mostra.
Opere dedicate ad Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, alla denuncia delle dittature in America Latina e all’impegno politico degli anni Sessanta e Settanta, si combinano con altre di artisti come Mario Merz e Alighiero Boetti, Luis Camnitzer, Valie Export, Hans Haacke, On Kawara, Yves Klein, Joseph Kosuth, Piero Manzoni, Fabio Mauri, Cildo Meireles, Yoko Ono, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gerhard Richter, Nancy Spero, Lawrence Weiner che con il loro percorso non hanno e non smettono mai di interrogare il mondo.
In occasione della mostra è previsto un catalogo con un testo critico di Claudia Gioia, una poesia inedita di Nanni Balestrini del 1969 e un’intervista all’artista di Luigi Fassi.
INFORMAZIONI UTILI
Alfredo Jaar
Abbiamo amato tanto la rivoluzione
a cura di Claudia Gioia
5 novembre 2013 – 2 febbraio 2014
Fondazione Merz, Torino
Inaugurazione 4 novembre ore 19