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Giacometti. La scultura

5 febbraio – 25 maggio, Roma, Galleria Borghese

Se entrate nel nobile palazzo, voluto dal cardinale Scipione Borghese, ricco di capolavori (quadri di Caravaggio, Tiziano, Raffaello, Antonello da Messina, sculture del Bernini, Canova etc.) noterete nuove presenze inquietanti e affascinanti che vi distoglieranno dall’arte manierista e barocca di cui è ricco il Museo. Provate a seguirle e vi condurranno in un inedito percorso surreale, dialogante con le sculture da sempre residenti a Palazzo.

Alberto Giacometti è l’autore delle 40 sculture oniriche di questa mostra, curata da Anna Coliva e Christian Klemm. Forme contemporanee, abilmente inserite nel palcoscenico dell’opulenza artistica dei secoli precedenti, ma che nella loro essenza riconducono al denominatore comune della bellezza e dell’espressività.

Questi ‘guardiani’, suddivisi in diverse sale, di grandezza a volte maggiore del naturale, hanno la maestà di Anubi, delle divinità egizie di cui l’artista era affascinato tanto da raffigurarsi come scriba. La postura di profilo dell’Homme qui marche (1960) riprende quella tipica dell’arte egizia. I suoi busti grumosi in bronzo, collocati nella Loggia di Lanfranco, si confrontano con l’opposta levigatezza di quelli in marmo del Bernini.

Alberto Giacometti
Buste d’Annette (dit Venise), 1961
Bronze, 46 x 26,5 x 12 cm
Bündner Kunstmuseum Chur
© Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014

L’aristocratica gioia di vivere e la sensualità barocca, dopo due conflitti mondiali, hanno lasciato il posto all’inquietudine, hanno corroso l’animo umano e la materia: il Busto d’Annette (1961) e il Busto di Diego (1954) meritano una sosta. Nella sala del David di Bernini, sintesi dell’energia e della concentrazione nel momento che precede l’azione, sta L’uomo che vacilla (1950), certamente più in sintonia con la sensibilità e le inquietudini dei nostri tempi: non più statica certezza ma l’impermanenza della universale condizione umana, la grazia di un movimento precario condensato in un attimo, e che nel successivo è destinato inevitabilmente a mutare.

Alberto Giacometti
L’homme qui chavire, 1950
Bronzo, 4/6, fonte de 1952 , Alexis Rudier Fondeur
60 x 14 x 22 cm Kunsthaus Zürich
Vereinigung Zurcher Kunstfreunde AGD 1356       © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014

Giacometti ritrasse quasi tutti i suoi amici, tra cui una testa di Simone de Beauvoir e un ritratto di Jean-Paul Sartre, quest’ultimo lo definì l’artista “esistenziale” per eccellenza, impegnato nella “ricerca dell’assoluto”. La superficie scabrosa e naturalistica delle Femmes de Venise (1956), radicate a terra grazie a enormi piedi, entra in rapporto con gli elementi fitomorfici di Apollo e Dafne del Bernini.

Dopo il secondo conflitto mondiale, durante il quale nascose le proprie sculture sotto il pavimento dello studio, portò a termine La mano (1947), arto drammaticamente amputato, che lo scultore vide bruciato durante la sua fuga da Parigi, prima dell’arrivo dei tedeschi, nel 1940.

Al periodo tra le due guerre, in cui era entrato in contatto con il circolo degli artisti e scrittori surrealisti (Jean Arp, Salvador Dalì, André Breton, Man Ray, Louis Aragon), appartengono opere come la Donna cucchiaio (1929), in cui trascende un’ancestrale divinità della fecondità in purezza formale e la Donna sgozzata (1933, lo stesso anno della morte del padre), uno scheletro umanoide che sembra un aracnide. Entrambe le opere esprimono l’interesse dell’artista per la scultura primitiva e africana, in particolare dell’etnia dei dogon.

La scultura di Giacometti è una progressiva sottrazione della materia, lui stesso dichiarò nel 1940: “Con mio grande terrore, le mie statue hanno cominciato a ridursi. E’ davvero una spaventosa catastrofe…”.

Una sola avvertenza: le didascalie delle opere non sono vicino alle stesse ma poste lateralmente ai box in ogni sala.

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Informazioni utili:

Galleria Borghese,
Piazzale Museo Borghese, 5
Orario apertura: Lunedì chiuso. Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Biglietti Prenotazione obbligatoria per tutte le tipologie di biglietto € 2,00. Intero 16,00 (inclusa prenotazione obbligatoria) Ridotto € 11,50 (inclusa prenotazione obbligatoria) Cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni; Insegnanti di ruolo nelle scuole statali.
Gratuito € 2,00 (inclusa prenotazione obbligatoria) Visitatori di età inferiore ai 18 anni; Cittadini dell’Unione Europea superiore ai 65 anni; Studenti e docenti delle Facoltà di Architettura, Lettere (indirizzo Archeologico o Storico Artistico), di Conservazione dei Beni Culturali e di Scienze della Formazione, mediante esibizione di certificato di iscrizione per l’anno accademico in corso; Docenti e studenti dell’Unione Europea iscritti alle Accademie, mediante esibizione del certificato di iscrizione per l’anno accademico incorso; Soci ICOM (con tessera); Gruppi scolastici non universitari dell’Unione Europea con accompagnatore; Giornalisti con tesserini dell’ordine; Dipendenti MiBact.
Gratuito € 0,00 (inclusa prenotazione obbligatoria) – Portatori di handicap dell’Unione Europea e un loro accompagnatore; Guide turistiche dell’Unione Europea nell’esercizio della propria attività professionale.Prenotazioni e Prevendite Biglietti: Prenotazione obbligatoria per tutte le tipologie di biglietto
Biglietti singoli: Tel + 39 06 32810 (Call Center attivo dal lun al ven 9 -18; sabato e prefestivi 9-13; dom e festivi chiuso) Gruppi e scuole: Tel +39 06 32810 – 199 757510 – fax +39 06 89280003 e-mail: info@tosc.it
Prevendite online: www.gebart.itwww.tosc.it

 

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