Achille Maramotti sarebbe senz’altro entusiasta oggi di vedere come sta crescendo la sua creatura e quanti interessanti progetti artistici sta commissionando e collezionando. Per sua creatura non intendiamo però la nota casa di moda Max Mara (dove Mara è il diminutivo di Maramotti) da lui fondata nel 1951, ma la collezione d’arte che porta il suo cognome, inaugurata al pubblico, nel 2007, nella sede storica della società a Reggio Emilia.
Quarant’anni di appassionato collezionismo per oltre duecento opere, italiane e straniere, tra dipinti sculture e installazioni, realizzate dal 1945 a oggi e rappresentative delle principali tendenze, nazionali e internazionali, affermatesi dal secondo Novecento ai giorni nostri. Oltre a essere un interessante museo della contemporaneità, visitabile gratuitamente (su prenotazione) secondo lo spirito del suo ideatore, la Collezione Maramotti, oggi gestita dai tre figli di Achille, rappresenta un eccellente esempio di committenza e mecenatismo artistici, dal momento che continua a coinvolgere nuovi talenti della scena mondiale nella realizzazione di creazioni che poi custodisce ed esibisce al pubblico nelle sue stanze.
Da ultimo è stato tirato in ballo olandese Mark Manders, invitato a produrre l’installazione “Cose in Corso” (visibile fino al 28 settembre), fatta di oggetti già presenti in altri suoi lavori, rigenerati e reinterpretati nel nuovo contesto. Il 4 maggio sarà la volta di Jannette Montgomery Barron, con una serie di ritratti fotografici di artisti, scattati nella New York degli anni Ottanta (in mostra fino al 4 maggio) e il 5 aprile Flavio De Marco dialogherà con il pubblico sul tema della pittura di paesaggio, traendo spunto dalla recente pubblicazione del suo volume, “Stella”, sostenuta dalla Collezione.
Con un salto fuori da Reggio Emilia- e dall’Italia- ci spostiamo a Bruxelles, dove la Collezione Maramotti parteciperà una selezione di sue opere all’esposizione Resonance(s), allestita dal 24 aprile al 29 giugno presso la Maison Particulière, insieme ad altri tre collezionisti europei: lo spagnolo Josep Maria Civit, gli olandesi Henk e Victoria de Heus-Zomer e Amaury e Myriam de Solages, fondatori della Maison Particulière. Resonance(s) vuole essere, per l’appunto, una “risonanza”, un richiamo e al tempo stesso una raccolta di connessioni e vibrazioni stilistiche, tra passato e presente, per aprire un dibattito aperto tra importanti interlocutori dell’arte europea.
Particolarmente attenta alla creatività al femminile, la Collezione Maramotti, inoltre, espone e acquisisce i progetti delle vincitrici del premio biennale Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery, rivolto ad artiste emergenti che operano nel Regno Unito. Margaret Salmon, Hannah Rickards, Andrea Butter e Laure Provoust si sono aggiudicate la palma nelle prime quattro edizioni; Corin Sworn, invece, nell’ultima e come premio avrà l’opportunità di trascorrere sei mesi in Italia nel 2014 e presentare il suo lavoro, nel 2015, alla Whitechapel Gallery e alla Collezione Maramotti.
La Collezione Maramotti è aperta al pubblico giovedì e venerdì, 14.30-18.30 e sabato e domenica 10.30-18.30, la visita alla parte permanente è accompagnata e soltanto su prenotazione. Per informazioni: www.collezionemaramotti.org.