Al Museo Archeologico Regionale di Aosta proseguono, con successo, gli incontri organizzati dall’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta coordinati da Alberto Fiz e Daria Jorioz in occasione della mostra Universo Depero.
Dopo l’appuntamento con l’artista Ugo Nespolo e quello che ha coinvolto i responsabili della Galleria Campari, Paolo Cavallo e Marina Mojana, venerdì 4 aprile 2014 (ore 17,30 con ingresso libero) è previsto l’incontro dal titolo Magico laboratorio Depero con la presenza di Nicoletta Boschiero, responsabile della casa d’arte futurista Depero e cocuratrice della mostra aostana con Alberto Fiz. Insieme a lei, interviene il critico del deisgn Beppe Finessi che il 3 aprile inaugura alla Triennale di Milano la mostra Il design italiano oltre la crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione dove Depero è uno dei protagonisti, in particolare per la produzione degli anni trenta, caratterizzata da decorazioni e tarsie policrome in buxus, un legno povero e autarchico che l’artista trentino ha saputo valorizzare con risultati estetici di grande importanza, come ad Aosta risulta evidente dal grande Pannello con monumenti di città.
L’appuntamento del 4 aprile appare di particolare importanza per raccontare, con l’ausilio di una ricca documentazione fotografica, la nascita della Casa d’Arte Futurista Depero di Rovereto che rappresenta un passaggio fondamentale nella realizzazione concreta di quel progetto di arte totale ipotizzato dal manifesto Ricostruzione futurista dell’universo firmato l’11 marzo 1915 da Depero insieme all’amico Giacomo Balla. Un’arte, dunque, non più prigioniera dei musei e dei circoli intellettuali, ma in grado di coinvolgere l’artigianato e il design; l’architettura e l’arredamento; la grafica e la pubblicità allargando l’orizzonte dell’estetica all’intero contesto ambientale e preconizzando le esperienze degli anni sessanta.
La prima Casa d’Arte Futurista di Depero nasce nel giugno 1919 ed è un piccolo laboratorio dove vengono prodotti tarsie in panno, collages, cuscini e giocattoli. A ricordare quell’esperienza è lo stesso Depero che scrive: “Nella modesta casetta, in una stanza di pochi metri quadrati, con poche sedie, un cavalletto e alcuni telai, improvviso la mia officina. Io, mia moglie Rosetta, un’operaia e un cardellino compongono l’intera famiglia. Il cardellino trillava tutto il giorno a festa, ma un brutto mattino il gatto lo ghermì e mia moglie, con un carezzevole saluto, lo seppellì nell’orto. (…) Inizio il lavoro con scarsi mezzi e poco materiale.” Un’aura magica avvolge la Casa d’Arte quale antro e fucina di creazioni persino esoteriche tanto che diventa presto La Casa del Mago. A ricordarlo, in mostra, è una tarsia del 1920 con la presenza di Rosetta intitolata, appunto, La Casa Magica. Questo luogo, pur nella povertà di mezzi, consente di fondere arte e vita anticipando i laboratori del design e persino la factory di Andy Warhol dove negli anni sessanta a New York si producevano freneticamente le serigrafie del maestro pop.
Nella Casa d’Arte di Depero a dirigere i lavori era Rosetta che, insieme alle poche volonterose collaboratrici, cuciva le tarsie in base a quella tecnica innovativa di pittura col panno colorato che Depero ha saputo portare a risultati straordinari.
L’esperienza della Casa d’Arte si amplia e già nel 1921, dopo il successo della mostra milanese a Palazzo Cova, l’artista inaugura un’officina molto più ampia dove si creano mobili e arredi con l’intento di trasformare lo stile classico in un’ipotesi contemporanea di forte attrattiva. Ma sono molte le vicissitudini che nel tempo caratterizzano la Casa d’Arte descritta da Depero come “una cosa unica rara e di ardita concezione” e diventata nel 1989 un museo aperto al pubblico dove si respira l’intimità della casa-laboratorio e nello stesso tempo si celebra la genialità e la capacità sperimentale di un grande artefice delle avanguardie.
Il ciclo d’incontri si conclude l’11 aprile con un appuntamento dedicato al successo internazionale di Depero che coinvolge il critico d’arte Marco Vigna insieme alla storica dell’arte e collezionista Laura Mattioli. In quest’occasione è previsto, a sorpresa, un concerto futurista.
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