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Enrico Brignano è Rugantino al Teatro degli Arcimboldi

Torna sulle scene milanesi la commedia musicale romana per eccellenza: Rugantino. Lo spettacolo, già stato in scena a Roma negli scorsi mesi, ha debuttato il 2 aprile a Milano al Teatro degli Arcimboldi dove replicherà fino a domenica 13 aprile, per poi arrivare a Firenze e persino oltreoceano nei mesi successivi.
Nella sua versione originale della premiata ditta Garinei&Giovannini, a portare nuovamente in scena il giovane spaccone della Roma papalina del XIX secolo è ancora una volta Enrico Brignano, che dopo il successo dei 130.000 spettatori nel 2010, torna sul palcoscenico e festeggia con il suo personaggio i 50 anni dalla prima rappresentazione della commedia a Broadway, dove tornerà a giugno.

Risultato eccellente di un duo collaudato, arricchito dalla maestria di altri professionisti come Armando Trovajoli che ne compose le musiche, Giulio Coltellacci ideatore delle scene e dei costumi, e Gino Landi autore delle coreografie, Rugantino fu scritto nel 1962 da Pietro Garinei e Sandro Giovannini con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e la collaborazione artistica Luigi Magni. Un successo segnato sin dal suo esordio per la commedia italiana più longeva – giunta alla sua settima edizione – che approderà ancora con orgoglio nella Grande Mela sul palcoscenico del teatro New York City Center, sovrattitolata in inglese, con un cast validissimo, capitanato da Brignano.

Un grande onore, ma anche una grandissima responsabilità per il comico romano vestire i panni di un personaggio tanto celebre che in origine fu dell’indimenticabile Nino Manfredi e successivamente di Enrico Montesano. Brignano aggiunge del suo al bullo de Trastevere, aumentandone la comicità e il carattere bonaccione che di natura gli appartengono, confermando l’apprezzamento del pubblico. Accanto a lui, Tiziana Cruciani nei panni di Eusebia e Vincenzo Failla nel ruolo di Mastro Titta: difficile reggere il paragone con Bice Valori e Aldo Fabrizi, ma il risultato finale è comunque buono. Per quanto brava, resta invece leggermente più in sordina la bella Rosetta, “bona de core, bona de tutto” – come dice Rugantino la prima volta che la incontra, portata in scena da Serena Rossi.

Ma vera protagonista di uno spettacolo tanto memorabile è sicuramente la città: Roma. Le spettacolori scenografie, progettate su due pedane rotanti da Giulio Coltellacci negli anni ’60 ed oggi riproposte fedelmente, accompagnano gli spettatori in quella che sembra una vera passeggiata tra i borghi romani, dalla maestosità delle rovine antiche a Campo Vaccino, alle ricchezze di un alto clero tacciato dal popolo di non rinunciare ai propri privilegi, passando per gli scorci di Trastevere e per il monumentale Porto di Ripetta. Una città che partecipa alla vicenda accanto ai protagonisti: “Roma, ce semo…” – pronuncia Rugantino soddisfatto per aver convinto Rosetta a fare due passi con lui sotto il romantico cielo stellato della città eterna che, complice lei stessa del loro amore, entrambi invocano nella celeberrima canzone, scritta da Garinei&Giovannini e musicata da Armando Trovajoli, “Roma nun fa la stupida stasera”.
A rendere il tutto ancora più affascinante è l’immancabile parlata capitolina, a volte piuttosto stretta, e la genuinità di stornelli capaci di trasportare la platea milanese degli Arcimboldi in un luogo magico e lontano dalla frenesia di una città che non smette mai di correre.

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