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Fotografie inedite di Francesco Jodice a confronto con opere di Nanni Valentini

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Francesco Jodice (foto: Luca Caon)

Primo lavoro è un dialogo sulle origini e sui fondamenti del linguaggio che pone a confronto opere scultoree di Nanni Valentini e fotografie inedite di Francesco Jodice, in mostra fino al 25 luglio alla Galleria Bianconi di Milano, a cura di Walter Guadagnini e Flaminio Gualdoni.

Le opere esposte rappresentano una conversazione a distanza tra due artisti separati dal tempo e dalla tecnica ma uniti da una continuità di strumenti concettuali e poetici.
Francesco Jodice, nato a Napoli nel 1967, artista attento agli usi e alle implicazioni delle nuove tecnologie di ripresa affacciatosi sulla scena artistica alla fine degli anni Novanta, spiega ad ArtsLife, l’iter di costruzione delle grandi opere fotografiche e l’installazione di una serie più ampia di  immagini in piccolo formato, continuazione del pensiero di Nanni Valentini, erede di una tradizione millenaria della ceramica elaborata in chiave contemporanea, attivo dalla metà degli anni Cinquanta sino alla prematura scomparsa avvenuta nel 1985.

Parlami delle origini di questo progetto
Mi è stato chiesto di lavorare in relazione ai lavori di Nanni Valentini. Per me è stato difficile trovare il calibro per mettersi in relazione con un artista scomparso da 30  anni. Poi, leggendo le sue biografie e i suoi testi, ho trovato una parte di vicinanza tra titoli delle opere di Valentini come Paesaggio, Piastra, Volto,  Territorio che andavano letteralmente a confluire con le tematiche – anche se con un profilo molto più geopolitico – del mio lavoro. Così, invece di lavorare in complementarità, ho immaginato che Valentini oggi fosse ancora vivo e che lavorasse sulle stesse ossessioni, sulle stesse questioni, sugli stessi temi ma avesse vissuto una sorta di transustanziazione mediatica

Come hai elaborato i temi ?
I temi del lavoro di Valentini erano quelli che si vedono in mostra, quindi degli oggetti scultorei inerenti alla figura, al paesaggio, al territorio. Valentini è stato autore anche di testi favolosi tanto è vero che il titolo della mostra Primo  lavoro viene da un suo scritto, diventato una mia ossessione in questi mesi e l’ho usato anche per fare una sorta di processo di “ri-iniziazione”  di alcune mie verifiche sul fotografico e sulla capacità di raccontarci oggi.

E le fasi di creazione e di sviluppo del tuo lavoro per la mostra?
Il mio lavoro, in modo più specifico, è diviso  in due sezioni: i volti e i paesaggi. È un lavoro fotografico. I volti sono semplicemente delle immagini, degli esplosi di piccoli dettagli delle immagini realizzate con dei potentissimi teleobiettivi. Da un lato, c’è questo senso di accuratezza e vicinanza alle figure che sono ritratte a Hong Kong , Shangai e altri luoghi, ma c’è anche un senso di investigazione e di scrutamento attraverso la grana, la porosità di queste immagini perché in realtà queste foto sono realizzate spesso da diversi chilometri di distanza. L’altra parte del lavoro si concentra sui paesaggi e di fatto sono dei patchwork, dei mosaici di centinaia di immagini satellitari montate insieme, alterate, sovraimpresse con dei mirini militari  e con delle scritte  (molto nascoste nel paesaggio, nella materia del cotone di queste fotografie), tratte dalla filmografia perduta di John Ford, film dei primi anni Venti del secolo scorso. Ho preso in considerazione film non solo western ma anche di propaganda politica del governo americano, film attraverso i quali il governo americano costruiva quel sentimento falso di appropriazione, di appartenenza tra i  nuovi americani e chi aveva perso questa guerra, cioè i nativi, le popolazioni indigene. E quindi come sempre il mio lavoro geopolitico, anche in questa sorta di estetica quasi seducente del tessuto del paesaggio, in realtà presenta una serie di sotto trame invasive e pervasive che raccontano il senso di appropriazione indebita . Uno dei film perduti e citati aveva per titolo How the West was won  (Come l’Ovest fu conquistato).

 

Francesco Jodice

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Nanni Valentini

 

 

Francesco Jodice e Nanni Valentini
Primo lavoro
a cura di Walter Guadagnini e Flaminio Gualdoni
Galleria Bianconi
via Lecco 20, Milano

 

 

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