Mercoledì 4 giugno 2014, in occasione della 14. Mostra Internazionale di Architettura, la Fondazione Querini Stampalia ospita una conversazione tra gli architetti internazionali Bijoy Jain e Kazuyo Sejima e le curatrici Yuko Hasegawa e Chiara Bertola.
L’evento rientra nella linea d’indagine di Invito al Contemporaneo, il tradizionale ciclo di incontri con artisti, critici, curatori, storici e scienziati italiani e stranieri che la Querini Stampalia organizza dal 1996.
Sarà questa l’occasione per approfondire il tema della prossima Biennale, Fundamentals, proponendo un recupero critico degli elementi allabase della disciplina architettonica. Lo scopo è delineare un repertorio universale appreso attraverso il passato e utile strumento su cui orientare il presente e il futuro.
Bijoy Jain, architetto fondatore di Studio Mumbai nel 1995, da tempo è fautore di una pratica architettonica sostenibile, che unisce la ricerca su nuovi materiali costruttivi alla tradizione dell’artigianato locale, salvaguardando la memoria nella contemporaneità.
Il suo approccio, attento all’identità del luogo, dialoga da vicino con quello di Kazuyo Sejima. L’architetta giapponese, direttrice nel 2010 della 12. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, riesce a far convivere materiali di ultima generazione rispettando le esigenze dell’ambiente e coniugando così modernità e natura.
I due architetti dialogano con le curatrici Yuko Hasegawa, Chief Curator del Museo d’Arte Contemporanea di Tokyo, e Chiara Bertola, curatrice del progetto per l’arte contemporanea Conservare il futuro, alla Fondazione Querini Stampalia.
L’incontro avrà inizio alle 18 e sarà ad ingresso libero, fino ad esaurimento posti.
A seguire, alle ore 20, avverrà l’inaugurazione della mostra “nel segno di Carlo Scarpa”.
Racconta la relazione fra il maestro veneziano e architetti e artisti contemporanei che nel tempo hanno interpretato lo spazio Carlo Scarpa in Fondazione: Margarita Andreu, Ivana Franke, Candida Höfer, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori e, da ultima Haris Epaminonda. Ma anche la coreografa Sasha Waltz, il compositoreAtsuhiko Gondaicon il violoncellista Mario Brunello, la fotografa Alessandra Chemolloe il regista Riccardo De Cal.
L’esposizione ne raduna simbolicamente le testimonianze accanto al nucleo di schizzi e disegni, appartenenti all’Archivio della Fondazione, che documentano la fase di concepimento di quegli stessi ambienti da parte del maestro veneziano: la fecondità del segno di Scarpa e il lavorio creativo nel segno di Scarpa.