Il Forte di Belvedere e il Giardino di Boboli ospiteranno, a partire dal 5 luglio, Prospettiva vegetale, un grande progetto espositivo, ideato da Sergio Risaliti e curato da Arabella Natalini e Sergio Risaliti, dedicato a Giuseppe Penone, artista tra i più affermati a livello internazionale.
Dopo i successi ottenuti con la mostra realizzata nei giardini della Reggia di Versailles e l’installazione delle opere permanenti alla Venaria di Torino, Penone si confronta ora con il parco storico di Boboli e con la sfida che Forte di Belvedere – restituito al pubblico lo scorso anno dopo una lunga chiusura – ha lanciato ad alcuni dei più grandi scultori del XX e del XXI secolo.
Sulla traccia della tradizione avviata nei decenni scorsi con le celebri esposizioni dedicate ad artisti del calibro di Henry Moore, Fausto Melotti, Beverly Pepper, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, le sculture di Giuseppe Penone si dislocheranno tra gli imponenti bastioni esterni della fortezza fiorentina e il magnifico Giardino di Boboli, entrambi patrimonio dell’Unesco. “Dopo il successo della mostra di Zhang Huan, l’estate scorsa, una nuova e suggestiva esposizione di un artista di fama internazionale ci consente di riaprire il Forte di Belvedere e di restituirlo alla città – commenta il Sindaco di Firenze Dario Nardella – Firenze è lieta di dare il bentornato a Giuseppe Penone che, in un inedito percorso unificato attraverso il Giardino di Boboli e la fortezza medicea, riuscirà a far dialogare l’arte con la natura facendoci cogliere, in una continua interazione, l’anima intima e materica delle sue sculture”.
Per la prima volta le due prestigiose sedi saranno collegate tra loro in un percorso artistico che non ha precedenti. Le opere dell’artista creeranno, infatti, una nuova prospettiva volta ad alimentare un dialogo serrato tra scultura, architettura e paesaggio, ma anche tra presente, passato e futuro. Il pubblico potrà muoversi tra i diversi spazi alla scoperta di Firenze e del suo skyline, seguendo il ritmo e la direzione delle opere di Penone, in cui visione e percezione sempre si rigenerano a partire da un rapporto profondo tra uomo e ambiente, tra corpo e natura vegetale. “Con i responsabili del Giardino, il direttore Matteo Ceriana e l’architetto Mauro Linari – commenta la Soprintendente Cristina Acidini – sono molto lieta di questa iniziativa che accomuna Boboli e il Forte di Belvedere, nel segno di un grande artista, autore di opere in cui il trattamento sapiente delle materie fa vibrare lo spirito della natura”.
A partire dalle sue prime esperienze giovanili, entrate da tempo nella storia dell’arte del XX secolo, Giuseppe Penone ha intrapreso un lungo percorso segnato da un interesse profondo per il rapporto tra natura e cultura. Un rapporto delicato e possente, espresso dal Maestro attraverso l’uso di molteplici materiali, da quelli “eversivi” e banali sdoganati dai protagonisti dell’Arte Povera, all’impiego delle materie classiche della tradizione scultorea: legno, bronzo, marmo. Il loro utilizzo lo ha accompagnato negli anni: nelle sue prime azioni a diretto contatto con la natura, dove il gesto umano si inserisce rispettosamente nella crescita naturale; nei celebri Alberi in legno, che ancora un gesto scultoreo ha riportato alla luce, liberandoli dalle travi già trasformate dall’azione dell’uomo; in quelli in bronzo che innestano nella tradizione scultorea antica le forme arboree; nei blocchi di marmo delle Anatomie, dove emergono sia venature minerali che antropomorfiche; fino ai magnifici disegni dove l’artefice imprime una traccia del proprio corpo che si espande, attraverso il tratto a grafite, riprendendo l’andamento della crescita dei fusti.
Penone ha sviluppato il suo linguaggio a contatto con la natura, o meglio, dentro alla natura stessa, cimentandosi con insuperabile maestria con interventi in grandi spazi all’aperto, senza mai incrinare l’equilibrio antico che la caratterizza, ma riportandovi lo sguardo contemporaneo e la linfa vitale che lo contraddistinguono.
Parallelamente, il suo lavoro è stato esposto in alcune delle sedi museali più prestigiose al mondo, tra cui il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, ricreando ogni volta atmosfere evocative attraverso opere che riflettono sul lavoro dell’uomo e della natura, sulla pratica artistica, sul trascorre del tempo e della vita.