23 giugno 2014, Londra
Il soggetto è biblico e arcinoto: Susanna, nel momento del bagno, assalita da due anziani, i vecchioni, della comunità. I due minacciano di denunciarla per adulterio a meno che lei non si conceda a loro. La donna coraggiosamente rifiuta, pur conoscendo il suo destino: arresto e condanna a morte l’avrebbero attesa. Ma a salvarla arriva il giovane Daniel che, sfidando gli anziani, rivela al popolo l’inganno. Un classico della storia dell’arte. Un’iconografia letta e interpretata innumerevoli volte dal Rinascimento in poi. Ma Tamara de Lempicka nella sua Suzanne au bain, all’asta da Sotheby’s a Londra lunedì 23 giugno, dà una versione inedita e contemporanea della storia.
Realizzato intorno al 1938, il quadro è tra le opere più importanti dell’artista polacca prodotte negli anni ’30. Proprio attraverso questa Susanna, già copertina del catalogo di una celebre mostra alla Paul Reinhardt Gallery nel maggio 1939, Tamara de Lempicka stava promuovendo la sua arte negli Stati Uniti, dove era di recente sbarcata. Il soggetto, caro tanto al Rinascimento quanto a Ingres, è una delle tante storie bibliche reinterpretate dalla pittrice sul finire degli anni ’30, riflettendo un crescente interesse per i colleghi cinquecenteschi, forse influenzato dalla ricca collezione di maestri antichi italiani e fiamminghi posseduti dal marito, il barone Kuffner de Dioszegh. Dalle forme ipertrofiche dei corpi di Michelangelo, alla plastica dei volti e i panneggi rinascimentali, fino alle pose senza tempo e le superfici scintillanti tipiche di Ingres: la De Lempicka con la sua Susanna rende omaggio all’arte dei suoi predecessori, ma aggiunge anche qualcosa di nuovo e di fortemente contemporaneo che invita ad una nuova lettura del racconto.
La Suzanne au bain della De Lempicka è infatti sola, al centro della tela, protagonista assoluta della composizione. Omettendo i due vecchioni, l’arista pone l’accento sulla femminilità e sulla forza eroica della donna. L’unico accenno alla storia è dato dal panno, elegantemente modellato, che la donna tiene tra le dita. Suzanne occupa tutta la superficie. E per quanto le linee morbide conferiscano al soggetto una forte sensualità, la figura non abbandona il carattere scultoreo tipico dei nudi anni ’20 dell’artista. La pittura si trasforma così in una celebrazione del corpo femminile e l’episodio biblico diventa un racconto per l’età moderna.
L’opera sarà offerta all’asta di Sotheby’s a Londra lunedì 23 giugno, in occasione della vendita di Impressionist & Modern Art, per £1,6-2 milioni.