Sommate: il bimillenario della morte del divo Augusto (m. 19 agosto 14 d.C.); il muro -in via di Ripetta- su cui sono incise le Res gestae, il suo testamento spirituale incorporato nel nuovo complesso museale dell’Ara Pacis; la mostra sulla sua abilità di comunicare-governare e sulla reinterpretazione della propaganda augustea da parte dei regimi posteriori; le guide d’eccezione della visita privata per gli iscritti al programma Priceless Rome – il prof. Claudio Strinati (storico dell’arte) e l’archeologa Orietta Rossini (responsabile del museo e curatrice della mostra, insieme a Claudio Parisi Presicce) – la terrazza dell’Ara Pacis da cui è possibile ammirare il Mausoleo di Augusto (purtroppo non valorizzato da adeguata illuminazione) e il risultato è la magia sospesa che solo la Roma degli imperatori riesce a regalare ai visitatori e a chi vi risiede da sempre.
Dopo il successo della mostra antologica su Augusto alle Scuderie del Quirinale, terminata a febbraio, Roma continua a celebrare il divus in questa esposizione, suddivisa in 12 sezioni e incentrata sulla sua capacità di acquisire consenso, fonte di ispirazione, nei secoli, per molti potenti: Carlo Magno, Federico II, Carlo V, Napoleone fino ai regimi del XX secolo.
La collocazione originaria dell’Ara dedicata alla pace augustea, eretta in suo onore e voluta (come da lui stesso riportato) dal Senato per celebrare ogni anno un sacrificio, non è quella attuale lungo il Tevere. Si trovava all’interno della città, in Campo Marzio, poiché era deputata ad accogliere il condottiero che aveva deposto le armi.
Ai lati dell’entrata dell’Ara Pacis, in alto a sinistra il rilievo con la Nascita di Roma con Romolo e Remo, a destra, sbarcato nel Lazio, Enea che, con il capo velato in funzione sacerdotale, offre il sacrificio ai Penati, a cui seguirà la nascita di Roma. Forte è il richiamo alle origini, la discendenza dall’eroe troiano, tema ricorrente della propaganda augustea, utilizzato per legittimare l’ascesa al potere dell’imperatore. Se l’età contemporanea appare degradata e il futuro incute timore, il ritorno alle origini, alla tradizione, è senz’altro rassicurante.
Il secondo tema legittimante, caro al grande comunicatore Augusto, era ‘l’età dell’oro’, in cui regna la pace, il benessere e la prosperità. Lui, il predestinato, è colui che può garantire tutto ciò ai romani, assumendo, con il titolo di Pontefice Massimo, il potere divino, e con il conferimento della tribunicia potestas (diritto di veto) il potere politico.
Si circondò di uomini illustri, come Mecenate (generale ricco e raffinato), colti letterati e poeti come Orazio e Virgilio, a cui commissionò l’Eneide, l’opera che trasformerà la sua propaganda in arte e tramanderà nei secoli la sua immagine. Nella famosa IV ecloga virgiliana si narra che la Vergine (costellazione che, al tempo di Augusto, rappresentava la Giustizia) tornerà sulla terra e nascerà un bambino sotto il quale trionferà la giustizia, rinascerà la natura e inizierà una nuova età dell’oro.
Orietta Rossini si è soffermata su alcune opere tra cui una testa antica rilavorata ‘come un Costantino’, l’imperatore che, pur rimanendo pagano, fece del cristianesimo la sua religione ufficiale e interpretò il bambino, della predetta ecloga, come l’avvento del Cristo e la virgo come la Vergine Maria. Quindi l’avvento di Augusto è stato determinato dalla provvidenza per portare un periodo di pace in cui doveva nascere Gesù. Giuseppe e Maria si recano a Betlemme per il censimento, che fu indetto proprio da Augusto.
Inizia, così, il percorso di cristianizzazione del divino imperatore. Tra le opere più significative: uno dei pochi Fregi architettonici pervenuti dal Mausoleo di Augusto; il Virgilio in cattedra (Maestro Campionese, 1215 c. Mantova) che presenta ancora tracce di colore; l’Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla di Benvenuto Tisi (detto il Garofalo, 1544, Pinacoteca Vaticana) in cui si vede la Sibilla che mostra ad Augusto la Vergine con il Bambino sul Campidoglio (la leggenda dell’Ara Coeli); il calco del paliotto dell’Ara Coeli (eseguito per la mostra augustea di epoca mussoliniana); il Ritrovamento di Romolo e Remo di Peter Paul Rubens (1612, Musei Capitolini), con l’insolita variante, assente in Virgilio, del picchio che vola verso Romolo recando in bocca tre ciliegie (simbolo della passione) attraverso cui la committente, figlia di Carlo V, rappresenta la sua discendenza dai romani che hanno accolto l’avvento, legittimando il padre e i suoi successori come imperatori cristiani.
Tra le foto esposte sono si evidenziano quelle che riprendono, l’8.5.1938, Hitler, Mussolini e i gerarchi davanti ai pezzi dello scavo dell’Ara Pacis che si trovavano al Museo delle Terme. In seguito L’Ara Pacis fu ricostruita in soli 3 mesi, tra giugno e settembre. In queste foto si riconosce uno dei più grandi archeologi del ‘900 Ranuccio Bianchi Bandinelli, che raccontò il malessere provato la notte precedente la visita dei dittatori per l’impossibilità di rifiutarsi, in qualità di dipendente dello stato, di accompagnarli.
Si segnala, tra le iniziative celebrative a Roma, sempre a cura di Zetema Progetto Cultura, la possibilità di assistere, fino al 18 settembre, tutte le sere (h. 21, 22 e 23) al progetto di valorizzazione dei Fori Imperiali e del Foro di Augusto che, attraverso tecnologie avanzate e il racconto in cuffia di Piero Angela (disponibile in 6 lingue diverse), mostra questi luoghi come si presentavano durante l’epoca augustea.
_____________________________
INFORMAZIONI UTILI:
L’arte del comando. L’eredità di Augusto
25/04 – 07/09/2014
Museo dell’Ara Pacis
Orario
Dal 25.04 al 07.09.2014:
da martedì a domenica ore 9.00-19.00
l’ingresso è consentito fino alle 18.00
chiuso il lunedì
Biglietto d’ingresso
Biglietto unico integrato Museo Ara Pacis + mostra “L’arte del comando. L’eredità di Augusto”:
– Intero non residenti € 12,00
– Ridotto non residenti € 10,00
– Intero residenti € 11,00
– Ridotto residenti € 9,00
Informazioni
Tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)