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Guercino. Caccia al capolavoro rubato a Modena. Sgarbi: “era mal custodito”

Guercino rubato - ArtsLife
Un particolare della grande pala d’alare del Guercino rubata a Modena il 12 agosto 2014

Un capolavoro assoluto del Guercino appeso in una chiesa senza nessun allarme, né telecamera. Forsi pochi sapevano della sua presenza e del suo valore. Ma di certo i ladri ne erano al corrente. Nella notte del 12 agosto i malviventi si sono probabilmente fatti chiudere nella chiesa, poi hanno trafugato il quadro e solo la mattina del 13 agosto il furto è stato scoperto intorno alle 13, quando il parroco passando davanti al portone si è accorto che stranamente era aperto. La chiesa a Modena di San Vincenzo è seicentesca e situata in corso Canalgrande, praticamente a due passi dalla procura della repupplica e dal Tribunale. Nessuna telecamera è puntata sulla chiesa ma gli inquirenti stanno cercando immagini da quelle appese sui muri e nei dintorni della procura, convinti di poter rintracciare un grande furgone, viste le dimensioni imponenti dell’opera. Sono stati disposti anche controlli sui tabulato telefonici della zona.

Il dipinto scomparso è appunto opera di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, nato a Cento il 2 febbraio del 1591 e morto a Bologna il 22 dicembre del 1666. Insieme a Caravaggio è forse il pittore seicentesco italiano più conosciuto al mondo e negli utlimi anni è stato protagonista di molte esposizioni. La grande tela, di quasi due metri per tre, una vera e propria pala d’altare, si intitola “Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo”, ed è stata eseguita dal maestro nel 1639.

Guercino rubato a Modena - ArtsLife
“Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo” di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Trafugato tra l11 e il 12 agosto 2014 dalla chiesa di San Vincenzo a Modena

Il furto modenese va venire in mente, per l’importanza del quadro sottratto, il famigerato colpo della banda di Felice Maniero che, negli anni Novanta, riuscì a rubare dipinti del Correggio e un’opera del Velazquez dalla Galleria civica di Modena.  Secondo gli inquirenti ultimamente si erano moltiplicati le incursioni e i saccheggi di arredi sacri, candelabri e calici nelle chiese della provincia modenese. Questa volta però i ladri hanno mirato molto in alto facendo sparire un’opera assai conosciuta che fino a pochi giorni fa era stata esposta alla reggia di Venaria. L’intento più probabile è quello del riscatto, visto che quadri del genere sono assolutamente ingestibili sul mercato dell’arte. Osservando le ultime battute in asta relative al Guercino e al seicento italiano in genere, questo dipinto, se messo legalmente all’incanto, potrebbe potrebbe fruttare persino oltre i 5 milioni di euro.

Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, ha subito dichiarato  che ci  troviamo di fronte a un episodio che “colpisce tutta la città”: «Il prezioso dipinto fa parte del patrimonio artistico di Modena, spero che l’attività investigativa in corso restituisca quanto prima a Modena questa importante opera d’arte».

Vittorio Sgarbi, però, durante un’intervista a Rainews 24 dopo aver sottolineato che si tratta di «una pala d’altare con un San Gregorio meravigliosamente abbigliato, un’opera monumentale della prima maturità dell’artista che può valere tra i 5 e i 6 milioni di euro», se la prende con i custodi ecclesiastici e  parla di “una responsabilità grave” di tutte le istituzioni. Per la cronaca non era nemmeno assicurata.

«In quella chiesa non c’era un sistema d’allarme – prosegue Sgarbi -: com’è possibile che la Soprintendenza abbia permesso che un’opera così preziosa rimanesse lì senza sicurezza?».

Altare a Modena dove c'era Guercino rubato - ArtsLife
Una foto con l’altare e lo spazio vuoto dove era collocata la pala del Guercino. Sotto il parroco ha appoggiato una piccola riproduzione dell’opera trafugata

Fortunatamente è proprio la celebrità e il pregio del dipinto, che lo rende impossibile da rivendere: «Non ci può essere un committente, nessun museo e nessun privato lo comprerebbe mai – racconta giustamente Vittorio – . Secondo me questo furto può essere solo opera di una banda di stranieri inconsapevoli, gente che non sa nulla delle leggi di mercato e che forse pensa di chiedere un riscatto».

Di fatto, come avviene al solito nel nostro Paese, la palla delle responsabilità viene ribattuta tra la Soprintendenza e i custodi della Chiesa. Resta che un simile capolavoro in una chiesa di una qualunque cittadina francese sarebbe stata messa al centro di super tour, custodita con mille accuratezze e avrebbe persino fruttato un bell’indotto di business turistico e culturale. Qui da noi, invece, nessuno quasi sapeva della sua esistenza. Ladri eclusi.

 Interessante il commento di Paolo Conti sul “Corriere della Sera” online, clicca qui per leggerlo

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