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Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento a Villa Zito

Oltre 100 opere di artisti siciliani o stabilmente attivi in Sicilia sul tema del paesaggio che rappresenta, nel corso dell’Ottocento, uno dei motivi fondamentali attraverso cui viene elaborata una rappresentazione specificamente identitaria dell’isola.

Francesco Lojacono
Francesco Lojacono
L’arrivo inatteso
1883
olio su tela
Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica – foto Paolo Soriani, Roma

La mostra dal titolo «Di là del faro. Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento», promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, ospitata dalla Fondazione Sicilia e organizzata da Civita Sicilia, apre al pubblico il 9 ottobre 2014 a Palermo negli spazi espositivi di Villa Zito.

L’importante rassegna, curata da Sergio Troisi e Paolo Nifosì, sottolinea l’impegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo per la valorizzazione della cultura siciliana e delle sue espressioni artistiche più alte.

Sebbene nella tradizione artistica isolana il genere paesaggistico sia assente o del tutto minoritario sino a buona parte del XVIII secolo, la letteratura di viaggio del Grand Tour e la ricca produzione di stampe a corredo avevano già individuato un repertorio di luoghi e fissato una iconografia ampiamente diffusi presso il pubblico colto europeo. Questa visione, nel corso dell’Ottocento, verrà assimilata dai pittori isolani, che la immetteranno in una nuova sensibilità moderna, tra Romanticismo e Positivismo, in accordo con le tendenze del gusto nazionale e internazionale del tempo.

Francesco Scarpinato
Francesco Scarpinato
Marina
olio su tela
Collezione Antonello Governale, Palermo

La mostra copre un arco temporale ampio, che va dalla costituzione del Regno delle Due Sicilie sino all’epilogo della Prima Guerra Mondiale, riconoscendo in questa vicenda artistica dei caratteri relativamente omogenei. Un secolo quindi, durante il quale gli artisti siciliani, partendo inizialmente dai topoi figurativi della cultura neoclassica e del primo Romanticismo, mettono progressivamente a fuoco una modalità immaginativa del paesaggio che, pur nel legame profondo con i modi della pittura europea, ė tuttavia satura della percezione consapevole della natura e della storia siciliane, cosi come avveniva contemporaneamente in altri ambiti, primo tra tutti quello storiografico. Alla costruzione ideologica e valoriale del paesaggio siciliano concorrono infatti diverse voci, anche contraddittorie: l’esaltazione di una coscienza nazionale di stampo romantico; il fitto scambio linguistico con la geografia artistica nazionale e internazionale, anche grazie al moderno sistema di mostre che mette in rete, soprattutto dopo l’Unità, Roma, Firenze, Napoli, Torino, Milano ma anche Parigi, Vienna e Monaco; l’attività degli ateliers fotografici; la grande stagione della letteratura siciliana di Verga, Capuana, De Roberto e, infine, Pirandello.

Mario Mirabella Taormina.
Mario Mirabella
Taormina. Veduta di San Domenico
1898-1910 ca
olio su tela
Collezione Antonello Governale, Palermo

 

Di là del faro. Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento
A cura di Sergio Troisi e Paolo Nifosì
Palermo, Villa Zito
9 ottobre 2014/9 gennaio 2015

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