Apre martedì 18 novembre nella Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze la mostra “L’Arnina di Lorenzo Bartolini. Il marmo ritrovato per Giovanni degli Alessandri”. Resterà visibile fino all’8 febbraio 2015
La piccola e preziosa esposizione, curata da Lia Brunori, vicedirettrice della Galleria dell’Accademia, rappresenta l’occasione per condividere con il pubblico gli ulteriori studi intorno all’opera dello scultore neoclassico pratese.
Protagonista d’eccellenza della mostra una statua in marmo raffigurante la Ninfa Arnina, testimoniata dai documenti e dalle fonti, ma della quale si era perso traccia, che è stata rinvenuta in una collezione privata inglese dallo studioso John Kenworthy-Browne.
L’opera, inedita, viene quindi esposta per la prima volta al pubblico affiancata dal suo bellissimo calco in gesso, di proprietà della stessa Galleria dell’Accademia, rientrato dopo essere stato depositato per alcuni decenni presso il Museo Civico di Prato, ed insieme ad alcuni documenti volti ad evocare la complessa vicenda dell’opera bartoliniana che, in questa versione, riporta la dedica a Giovanni degli Alessandri, personaggio di spicco nella vita culturale fiorentina del primo Ottocento.
Il catalogo della mostra, pubblicato dall’editore Sillabe, come afferma Angelo Tartuferi, Direttore della Galleria dell’Accademia, «conferma l’interesse speciale della Galleria per l’opera di Lorenzo Bartolini e inaugura la nuova serie dei ‘Quaderni di studio’ che saranno uno strumento agile e prezioso per approfondire temi inerenti le collezioni del museo».
Il fortunato ritrovamento della statua si deve appunto alle ricerche del celebre studioso inglese John Kenworthy-Browne che presentò questa scoperta al convegno su Lorenzo Bartolini promosso dalla Galleria dell’Accademia nel 2013, dopo il successo della fondamentale mostra dedicata allo scultore nel 2011. È stato però solo grazie ai contatti sviluppati da Franca Falletti – già Direttrice della Galleria dell’Accademia – che si è potuto precisare la localizzazione della scultura e concretizzarne la sua presentazione in questa sede.
Come testimonia la lettera di dedica esposta in mostra, il marmo ritrovato ed il gesso portano la dedica di Lorenzo Bartolini a Giovanni degli Alessandri, presidente dell’Accademia di Belle Arti, cui lo scultore si rivolse nel 1825 nella speranza di ottenere la Cattedra di Scultura allora vacante.
Bartolini, però, era in profondo conflitto con il mondo accademico fiorentino mal tollerandone la rigida impostazione dell’insegnamento; così, nonostante egli fosse ormai considerato come uno dei più importanti scultori del tempo, non riuscì ad ottenere quell’incarico che fu dato invece a Stefano Ricci, scultore neoclassico di ben minore fama ma integrato nell’ambito accademico.
Solo nel 1839 Bartolini ebbe la desiderata nomina accademica a professore di Scultura e l’amico Vittorio Fossombroni, illustre scienziato e ministro del Granducato di Toscana, gli dedicò un sonetto. Bartolini rispose all’amico sia in rima sia con un ritratto di cui in mostra sono presentate le testimonianze.