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Hungry Hearts, quando un sentimento di purezza diventa ossessione

Arriva nelle sale italiane Hungry Hearts, il film americano di Saverio Costanzo che, dopo aver raccolto premi prestigiosi come le Coppa Volpi ai due protagonisti Adam Driver e Alba Rohrwacher all’ultima Mostra del cinema di Venezia, si misura con il gradimento e il giudizio del pubblico. Il film racconta la storia di una coppia alle prese con la nascita del primo figlio, un evento lieto fino a quando la giovane mamma non si convince di aver a che fare con un bambino speciale da preservare dall’inquinamento e dai veleni del cibo industriale. Un sentimento di purezza che però ben presto diventa un’ossessione.

hungry-heart-679x350 Il cibo è un pretesto – ha affermato Saverio Costanzo – in realtà volevo parlare di come un sentimento così sano e puro, portato all’eccesso, possa diventare fanatismo, trasformarsi in ideologia, che è il vero demonio dell’umanità.

Saverio Costanzo ha scritto il film ispirandosi al libro di Marco Franzoso, Il bambino Indaco, cambiando molte cose fra cui l’ambientazione. Non più Padova e l’Italia, ma New York.

Tanti i motivi per cui ho deciso di ambientare la storia a New York  –continua a raccontare Costanzo– per prima cosa avevo bisogno di una città più aggressiva e pericolosa, rispetto a Roma o a Milano, una città da cui difendersi. In più il discorso del cibo diventava molto più efficace in America, dove mangiar sano ha un costo economico alto, è quasi un lusso. Ultimo elemento non meno importante è il rapporto emotivo e sentimentale molto forte che ho con New York. Ci ho vissuto, ho studiato cinema e volevo da tempo realizzarci un film, con Hungry Hearts ci sono riuscito. hungry-hearts-5-high_2b07e454a6f607d25adba69a41aea427Un film intimo, quasi interamente asserragliato nell’universo delle quattro mura di un piccolo appartamento e che da commedia romantica dall’incipit persino divertente ed inusuale, si trasforma in noir con tinte finali da horror.

Ho utilizzato il grandangolo perché volevo dare la sensazione che le mura si richiudessero su di loro -ha spiegato Saverio Costanzo- in più ho voluto girare in Super 16 perché stranamente a quanto si pensi è molto più leggero come equipaggiamento che lavorare con il digitale. Insomma abbiamo girato come vent’anni fa.

Voluta anche la scelta da parte del regista di un cast, che tranne per Alba Rohwarcher, è totalmente americano, cosa che ha creato qualche difficoltà nella ricerca dell’attore protagonista e anche nella realizzazione del film.

Lo standard medio dell’attore americano è molto alto -ha precisato Saverio Costanzo- ed effettivamente per noi piccola produzione indipendente non è stato facile trovare attori disponibili. Anche quando abbiamo puntato Adam Driver perché ci piaceva, come attore, come persona, non sono mancate delle difficoltà, per mancanza di tempo. Alla fine dopo tanto tribolare, un giorno Driver decise di incontrare me ed Alba. A dire il vero Alba rimase dietro l’angolo, mandando me avanti per vedere se era simpatico, gentile, e soprattutto disponibile, ma poi alla fine dell’incontro, loro si sono piaciuti, io gli ho trasmesso fiducia e Adam ha accettato, dandomi però solo 4 settimane di tempo per girare il nostro film, perché poi doveva presentarsi su un set ad Hollywood. Abbiamo provato poco, fatto letture veloci, ma alla fine ci siamo riusciti.

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