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In Toscana, i templi del vino realizzati da archistar internazionali

Fattoria Le Mortelle
Fattoria Le Mortelle

Importanti produttori di vino, come mecenati rinascimentali, diventano committenti di grandi opere architettoniche. ‘Toscana. Wine Architecture’ è un circuito di 25 cantine realizzate dai nomi più prestigiosi dell’architettura contemporanea.

Tra queste, Rocca di Frassinello (Gavorrano GR), nella campagna maremmana di proprietà di Paolo Panerai (editore) ed Eric de Rothschild (dinastia di banchieri), è l’unica cantina realizzata da Renzo Piano (autore del Beaubourg a Parigi, dell’Auditorium a Roma, della sede del New York Times, attualmente al lavoro al Whitney Museum di New York e al progetto del Museo Archeologico di Ercolano).

Rocca di Frassinello
Rocca di Frassinello

 

Secondo Piano: “…una cantina è uno stabilimento, non un salotto o un monumento” e così ha posto al centro, interrata, la barricaia (“dove il vino si eleva in botte” con umidità e temperatura ideali), una sala quadrata (40 m x 40 m) senza alcuna colonna portante.

È circondata da un vano (largo 20 m) in cui vengono assolte tutte le funzioni del ciclo produttivo prima che il vino arrivi in botte: l’uva, arriva sul “sagrato” (un piazzale a cielo aperto di 5.000 mq sopra la barricaia) e viene fatta cadere tramite i chiusini nei tini in acciaio sottostanti.

Al centro della barricaia una zona quadrata funge da autentico palcoscenico, illuminato dalla luce solare che scende dalla “torre acchiappa-luce” attraverso degli specchi inclinati motorizzati che consentono l’allineamento artificiale della luce solare in ogni stagione. Ai lati su gradoni concentrici sono disposte, come spettatori, le barrique di rovere francese.

Le viti, in perfetta integrazione con il paesaggio, sembrano salire fino sul “sagrato” da cui è possibile ammirare il panorama: un anfiteatro naturale, tra boschi di querce da sughero e protetto, verso il mare, dalla macchia mediterranea. Sul lato nord sorge un pavillon quadrato in vetro, dedicato alle attività culturali e commerciali, in cui è esposta l’opera Rapture of the Grape, del celebre fotografo-artista americano David LaChapelle, riprodotta anche sulle etichette di una ‘limited edition’ di bottiglie di vino. Il maestro della leggerezza ha progettato una cantina essenziale ed elegante come il tavolo per la degustazione, altamente tecnologico e funzionale…

Sempre in Maremma (a Suvereto) si trova Petra: proprietà del gruppo Terra Moretti, realizzata da Mario Botta (autore per es. del Centro wellness Bergoase Arosa in Svizzera e della ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano).

Petra

Partita da un input (schizzo) di Vittorio Moretti (imprenditore, produttore e fornitore dei manufatti prefabbricati con cui è stata costruita), Petra è una zona d’equilibrio in cui tradizione e tecnologia, architettura e territorio si confrontano e dialogano.

Si presenta come un’architettura imponente, un enorme gioiello incastonato nella collina suddiviso da una imponente scalinata che ricorda quelle dei templi precolombiani. Nella zona più alta la vista spazia fino al mare e alle isole. È un volume puro, un cilindro sezionato con un piano parallelo alla collina (alto 25 metri con un diametro di 42 m) con ai lati due corpi edilizi porticati. La struttura è rivestita in pietra di Prun rosata, ed è un sistema integrato di cemento-legno (lamellare per il soffitto).

La costruzione a gradoni filtra la luce naturale nei sottostanti ambienti lavorativi (8.000 mq) per la vinificazione, anche qui “per gravità”. Per le volte, nelle barricaia, sono stati utilizzati dei moduli (a crociera 6 x 6 m e a vela 6 x 4.80 m) e le barrique poggiano su un letto di ghiaia.

Da questa sala, quasi un refettorio benedettino, location suggestiva per mostre (come quella di Oliviero Toscani: “Razza Umana”), parte una lunga galleria con una illuminazione futuristica che attraversa la collina per arrestarsi davanti alla parete di roccia, quasi un confine tra arte e natura, dove l’uomo si arresta. Queste cantine sono diventate, per la loro bellezza, sedi di eventi, esposizioni e concerti, come il Festival Melodia del Vino in programma ogni anno tra giugno e luglio.

Nella bassa Maremma, vicino a Castiglione della Pescaia, un’altra cantina, proprietà dei marchesi Antinori, stupisce per la sua architettura innovativa: Le Mortelle (nome che deriva dal mirto selvatico, suo simbolo e prodotto). Una cantina all’avanguardia – in gran parte interrata, i cui livelli sono collegati da un’artistica scala elicoidale in acciaio e legno – è opera dell’arch. Adinolfo Lucchesi Palli dello Studio Hydea di Firenze (impossibile citare tutte le opere di questo nutrito team).

Cantina Le Mortelle (2)

Per la vinificazione, ‘per caduta’, sono utilizzati serbatoi in acciaio appesi al soffitto. La struttura di forma cilindrica a ipogeo, con pilastri posti radialmente, è attraversata dal ‘pozzo’ di luce, proveniente dalla lanterna al centro della cupola, che mette in relazione i diversi piani. All’esterno la struttura è quasi per intero rivestita da essenze arbustive mediterranee, che favoriscono l’integrazione paesaggistica e allo stesso tempo implementano l’isolamento termico. L’acqua utilizzata rispetta l’ambiente: è depurata biologicamente attraverso un sistema di fitodepurazione.

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