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Whiplash, in corsa verso gli Oscar: sangue e jazz

Whiplash, in corsa verso gli Oscar: sangue e jazz. Candidato a sei premi Oscar, Whiplash è il primo film indipendente del trentenne Damien Chazelle, già trionfatore assoluto alla scorsa edizione del Sundance.
Whiplash è un film che  lascerà una  traccia inquieta nei vostri pensieri e interrogativi, forse senza risposta,  vi risuoneranno nella testa.

Chazelle con il suo lungometraggio racconta la storia dell’aspirante batterista Andrew Neiman, interpretato dal giovane Miles Teller, iscritto al primo anno del più celebre conservatorio di musica della città di New York,  lo Shaffer Conservatory of Music. Il riferimento è chiaro: benché il nome sia diverso, non ci sono dubbi, si parla della Juilliard, la scuola di musica più famosa al mondo.

Tra le aule senza luce della scuola, durante delle prove in solitaria, Andrew viene scoperto dal temibile e, al contempo carismatico e affascinante, Terrence Fletcher.

whiplash

J.K. Simons (Terrence Fletcher),  attualmente favorito nella corsa agli Oscar per la nomina a miglior attore non protagonista, interpreta la parte del sadico insegnante, famoso per essere il direttore della Studio Band, la prestigiosa orchestra di musica jazz della scuola.

La Studio Band sembra essere territorio per pochi eletti ed Andrew, che non ha altro obiettivo se non diventare il miglior batterista jazz  al pari del suo idolo il grande Buddy Rich, non può che dedicare tutto se stesso per farvi parte. Andrew infatti con sudore e sangue si batte per ottenere la sua parte all’interno della band, e lo fa con lo spirito richiesto: “Se vuoi la cazzo di parte, guadagnatela!”, sputa Fletcher.

I metodi dell’insegnante riportano alla mente quelli del maggiore di Full Metal Jacket di Kubrick e così tutto diventa sacrificio, sofferenza, umiliazione, scarnificazione e duello all’ultimo sangue.

Non per niente, l’aneddoto preferito di Fletcher è quello che narra del batterista Jo Jones che avrebbe lanciato un piatto addosso ad un principiante Charlie Parker il quale pare si fosse permesso di suonare in jam senza esserne ancor all’altezza.

Parker sparì si mise a studiare duro, tornò e lasciò tutti a bocca aperta. Che sia questo il vero segreto per trovare un Charlie Parker nel Shaffer Conservatory?

Quel che è certo è che Andrew è pronto a tutto, anche a spingersi oltre i propri limiti per dimostrare di essere, ciò di cui Fletcher sembra avere un disperato bisogno, tanto forte da distruggere la vita dei propri allievi pur di raggiungerlo; è quindi una pellicola ben lontana dai classici film sull’immaginario jazz. Il riferimento alla musica in questo battere e ribattere di colpi pelle dei tamburi sembra quasi del tutto assente.

La batteria, terzo protagonista del film, non è considerato solo come strumento, ma si fa metafora della lotta per la sopravvivenza, ossessiva, onnivora, divoratrice di talento e aspirazioni: o diventare il miglior batterista sulla scena o soccombere.

whiplashWhiplash va premiato soprattutto per la regia, che appare sicura, ferma ed elegante, anche nelle scene di esagerata violenza. Il film si presenta come un flusso armonico di note e di immagini, con una particolare cura alla fotografia merito dell’accurato montaggio di Tom Cross. Dall’ingresso alla Studio Band, la pellicola corre veloce a ritmo di una batteria frenetica e primitiva.

Altra nota positiva del lungometraggio è l’interpretazione dei due duellanti. J.K. Simons incarna perfettamente l’insegnante con forti componenti violente e sadiche, sopra le righe, ed è talmente convincente da incutere vero timore nello spettatore. Dall’altra parte c’è il giovane Miles Teller, da cui non traspaiono emozioni se non un’impeccabile anaffettività che diventa tuonante furia ed assoluta determinazione quando si tratta di fare del jazz.

Tuttavia, se si esclude l’interpretazione dei due attori, Whiplash è un film che, in fondo, non sempre risulta credibile, a partire dalla vessazione degli alunni, agli insulti, alla violenza psicologica e, sorprendentemente, anche fisica. In Whiplash, quindi, c’è ossessione, tenacia fino allo stremo delle forze, anche a costo della vita; tuttavia spesso sembra che tutto ciò rimanga sospeso nel vuoto, come una realtà che non trova spazio nel reale.

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