Quasi 15 mila visitatori alla Reggia di Caserta. 14 mila al Colosseo e altrettanti tra Pompei, Ercolano, Oplonti e Boscoreale. Lunghe file al Quirinale – che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole aprire sempre di più al pubblico. E poi ancora: 35 mila ingressi nelle istituzioni fiorentine, oltre 2.300 biglietti staccati a Paestum, 4 mila al Museo di Capodimonte, 6.536 all’Archeologico di Napoli, 5.336 alla Pinacoteca di Brera a Milano, più di 3.300 al Polo Reale di Torino.
L’elenco potrebbe continuare ancora per molto, ma il messaggio è già chiaro: #domenicaalmuseo in data 1 marzo ha registrato l’ennesimo successo.
L’iniziativa, promossa dal ministro Franceschini, da nove mesi apre gratuitamente le porte dei musei statali ogni prima domenica del mese e anche il 1° di marzo ha segnato un altro boom di visitatori. Non è quindi vero che gli italiani non sanno apprezzare il proprio patrimonio culturale, ovvero quel “grande museo diffuso” che è l’Italia, come lo definisce il ministero.
E’ “un’ operazione importante non solo per i numeri e il turismo ma per il suo aspetto educativo, dato che sta riavvicinando i cittadini al loro patrimonio culturale”, ha sottolineato Franceschini, che ha poi spiegato: “L’anno scorso i visitatori dei musei e luoghi della cultura statali, grazie alle nuove regole, sono aumentati di due milioni e mezzo, superando la soglia dei 40 milioni, più dei 5 più grandi musei del mondo tutti insieme”.
“File di cittadini e famiglie stanno trasformando ogni prima domenica del mese in una festa in ogni città”, ha commentato Franceschini, aggiungendo: “e crescono sempre di più i comuni che si sono adeguati moltiplicando così l’offerta”.
“L’Italia – ha ribadito il ministro – è un grande museo diffuso e dobbiamo smetterla di guardare ad altri paesi con complessi di inferiorità mentre siamo un’eccellenza nel mondo”.