Rapidamente muore il patrimonio archeologico dell’umanità e con lui la stessa storia dell’uomo. Ancora una volta per mano dell’Isis. Dopo aver massacrato a colpi di martelli pneumatici, picconi e mazze statue millenarie nel museo di Mosul (l’antica Ninive), e dopo aver raso al suolo con ruspe l’antica città assira di Nimrud a nord dell’Iraq, oggi 7 marzo la furia jihadista si è abbattuta sul sito archeologico assiro di Hatra.
Collocata nella provincia di Ninive, 100 km a sud Mosul, la città di Hatra rientra nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Qui nel II-III secolo a.C. viveva la dinastia dei Seleucidi, erede di una parte delle terre conquistate da Alessandro Magno; un secolo dopo passò di mano ai Parti diventando un grande centro commerciale e religioso, per poi essere scelta come capitale del primo regno arabo.
Oggi quel gioiello di storia è stato distrutto per rispondere alla lettera ai principi del Corano che considera inammissibili edifici di epoca pre-islamica così come i luoghi sacri di altre religioni. Mura millenarie abbattute con le ruspe, un’altra “perdita irreparabile”, come ha affermato il direttore del dipartimento di Archeologia dell’Università di Mosul, Hamed al-Jabouri. Il Califfato poi, oltre ad essersi abbattuto sulle mura e sulle statue antiche, ha anche rubato le monete d’oro e d’argento custodite all’interno del museo.
A dare la notizia dello scempio ad Hatra è stato un portavoce del Partito Democratico Curdo, Saeed Mumuzini. Ma un residente in zona ha aggiunto di aver udito anche una potente esposione nella mattinata.