Mercurio, a teatro la favola nera di Amélie Nothomb. Tratto dal sesto romando di Amélie Nothomb, l’autrice belga di Sabotaggio d’Amore, è andato in scena al Teatro Libero Mercurio. Un’isola: il capitano e la sua pupilla abitano in un castello da dove sono stati eliminati tutti gli specchi, affinché la giovane Hazel non veda il suo viso… Che sia prigioniera? L’infermiera Françoise, chiamata a curare la fanciulla, si trova di fronte a una fitta rete di indizi per decifrare un mistero costruito sulle strana leggi instaurate dall’inquietante padrone assoluto dell’isola. Con un doppio finale a sorpresa.
Quella della prigioniera senza volto è una favola nera che ha trovato nel corso degli anni innumerevoli incarnazioni: da Occhi senza volto (Les yeux sans visage), film del 1960 di Georges Franju (nel cast anche la nostra Alida Valli) basato da un romanzo di Jean Redon, a La pelle che abito (La piel que habito) del 2011 di Pedro Almodóvar – tratto da Tarantola, romanzo di Thierry Jonquet. Il tema della prigionia in sé poi ha radici ancora più lontane -letterariamente parlando- e nel testo stesso sono citati Il Conte di Montecristo e La Certosa di Parma quali romanzi preferiti di Hazel, la giovane protagonista reclusa col volto celato. Una favola scura e claustrofobica costruita sui paradigmi dei grandi classici.
Nella messa in scena di Corrado d’Elia una regia curata e ricca, quasi sovrabbondante -avant-barocca, verrebbe da dire- si sposa alla perfezione con una una colonna sonora ipnotica e invadente che riempie gli spazi della scena avanzando implacabile come la marea, trascinando lo spettatore in un mondo lisergico di specchi neri, con suggestioni sospese tra il cinema e il videogioco.
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Mercurio
dal 26 febbraio al 10 marzo
di Amélie Nothomb
progetto, adattamento e regia di Corrado d’Elia
assistente alla regia Andrea Lisco
con Monica Faggiani, Gianni Quillico e Valeria Perdonò
scenografia Giovanna Angeli
costumi Stefania Di Martino
luci Alessandro Tinelli
fonica Giulio Fassina
produzione Teatro Libero