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Le impressioni sul Tefaf 2015

Tefaf-2015 - ArtsLife

Il Tefaf (“The European Fine Art Fair”) è una fiera dell’arte a trecentosessanta gradi. Nata molti anni fa come una mostra mercato di solo antica pittura fiamminga si è, negli anni, sviluppata sino a diventare il più blasonato evento fieristico dell’arte al mondo.

Come è stato possibile che tutto ciò sia capitato a Maastricht? I fattori sono complessi e molteplici. Dalla posizione geografica (al centro dell’Europa), all’estrema competenza, sino alla semplificazione dei controlli fiscali (precisi ma invitanti). Inoltre, se prima lo sapevamo ora ne abbiamo un’ulteriore conferma.

Gli olandesi non sono assomigliano per niente ai napoletani. Della superstizione se ne fanno un baffo. La logica -sotto il profilo dell’organizzazione, del vetting e del marketing- che sottende un complesso progetto come il Tefaf di oggi, ha ben poco o nulla a che fare con l’improvvisazione e la cialtroneria.

Tant’è che quando venerdì 13 marzo noi giornalisti italiani invitati ce ne siamo andati, ciascuno per conto suo in taxi, alla prima giornata di apertura ufficiale del Tefaf 2015, mi è venuto spontaneo chiedere al taxista se sapesse il numero dei jet privati atterrati durante la mattina (a Maastricht c’è soltanto un aeroporto per privati).

E il tipo simpatico, su una lussuosissima Bmw serie 7 (co-sponsor del Tefaf) mi ha subito risposto con nonchalance “Yes, more than last years. At noon there were more than two hundred”. Niente male per un venerdì 13.

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Tefaf 2015. Nello stand Dickinson incontriamo questo disegno di Vincent Van Gogh del giugno 1888. È offerto a 10 milioni di euro
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Tefaf 2015. Stand Dickinson ecco questo magnifico olio di Kees van Dongen dipinto nel 1908

UN’ORGANIZZAZIONE IMPECCABILE

Noi in fiera ci eravamo già entrati il giorno prima. L’organizzazione del Tefaf è impeccabile. Nulla a che vedere con la tracotanza del circuito “Art Basel”.

Qui a Maastricht tutti hanno un loro ruolo preciso. La stampa è accolta il giovedì dalle 10 a mezzogiorno. Due ore straordinariamente importanti, che permettono di gettare un occhio mentre alcuni stand stanno ancora limando i dettagli. Poi le porte si aprono ai super invitati del vernissage.

A Basilea gli addetti all’entrata si contorcono in tessere argento, d’oro, nere. “first choice” e chi più ne ha più ne metta. Gli svizzeri sono tutti e soltanto business oriented. Se non hai qualche milione in tasca da spendere ti guardano male.

Certo la kermesse elvetica, tripartita tra Basel, Miami e Hong Kong, gioca -come si sa- tutte le sue carte sulla Contemporary che qui al Tefaf è ancora lontana dal prendersi lo spazio che si deve. Ma se gli organizzatori della fiera di Maastricht sapranno espandere con intelligenza questo segmento, la guerra tra i due colossi fieristici è già decisa. Al Tefaf non conta solo il denaro. Conta la cultura, la bellezza, la storia.

Tefaf-2015-Giorgio de Chirico
Tefaf 2015. Stand Thomas Salis, di Salzburh. Un Giorgio de Chirico del 1916

GLI STAND DEI MERCANTI ITALIANI IN CRESCITA DI QUALITA’

Quest’anno la prima impressione di pancia che ci è arrivata è stata inedita. Per la prima volta da quando ogni anno seguiamo da vicino questa fiera, potevamo essere un pochino più orgogliosi del nostro Paese.

Strano ma vero gli stand degli espositori italiani davano da subito l’impresione d’essere stati allestiti con un’ottima potenza di fuoco. Opere in moltissimi casi inedite e in alcuni straordinarie. Inutile dilungarsi nell’elenco e nella loro descrizione.

Basta cliccare qui per avere un’idea.  Sta di fatto che mentre il tono generale era abbastanza in linea con quello dell’edizione 2014, le gallerie italiane hanno puntato alto. E i risultati si sono visti sin da subito. Al Tefaf di Maastricht girano decine e decine di curatori museali delle più rinomate raccolte pubbliche del mondo.

E questi signori non si fanno certo prendere per il naso. Denaro in tasca ne hanno abbastanza. A differenza degli italici musei, quelli esteri hanno la possibilità di vendere alcune opere per fare cassa e orientarsi ad acquistarne altre. Così parlando con i primi mercanti italiani che ho incontrato è subito emerso che alcuni di loro avevano già concluso qualche vendite. Tutti con responsabili dei princiapali musei per lo più americani.

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Tefaf 2015. Una Mappa di Boetti esposta nello stand Tornabuoni

BELLI MA SENZA TROPPO IMPEGNO GLI STAND DEI TOP DEALER INTERNAZIONALI

Il giro tra gli altri stand internazionali è stato come sempre entusiasmante. Anche se mi aspettavo qualcosa di più da Landau Fine Art (che nel segmento dell’arte moderna è un top player) dove a colpirmi molto è stato una grande Pablo Picasso del 1965 (“Les dormeurs”) e da Marlborough Gallery dove gli anni scorsi campeggiava sempre qualche gigantesca opera di Francis Bacon, sostituita quest’anno da un grande “Mickey di Manolo Valdes del 2015.

Il percorso delle gallerie dedite alla pittura informale europea era come sempre all’altezza mentre la scuola americana non era offerta come nelle precedenti edizioni.

Tefaf-2015-Picasso "Les Dormeurs"
Tefaf 2015. Da Laundau Fine Art campeggia questo Pablo Picasso del 1965 grande 114×195 cm si intitola “Les dormeurs”

I SEGMENTI STELLARI DI QUESTA EDIZIONE 2015 DEL TEFAF

Il settore della pittura antica era particolarmente ricco e interessante. Come quello dell’archeologia e del design.

Molto bello come sempre il padiglione “Works on Paper” che in ogni edizione è capace di stupire con offerte di lavori a stime tra comprese tra 1.000 (uno stand di stampe giapponesi e antiche) e 800.000 euro.

In mezzo a questo range, a prezzi tra 15 e 70 mila euro, si possono pescare opere di notevole interesse. Piuttosto deludente infine la sezione di sculture “Night Fishing” ideata quest’anno proprio con l’intento di ampliare la vetrina dedicata all’arte contemporanea. La strada giusta è quella, ma sarà necessario fare molto, molto di più.

Tefaf-2015-Jacob van Hulsdonck
Tefaf 2015. Una Natura Morta di Jacob van Hulsdonck, per la quale van Haeften chiede 2,1 milioni di euro

LA POTENZA DELLA PROMOZIONE

I giornalisti accreditati a Tefaf 2015 sono oltre 500. Di questi 140 sono stati accolti e ospitati (viaggio e albergo). Una selezione di questi ultimi dopo aver trascorso due giorni a Maastricht è stata portata ad Amsterdam per altri due giorni, dove ha potuto visitare la mostra “Late Rembrandt ” al Rijsk Museum, il Museo Van Gogh e addirittua la mostra (ancora in allestimento) “The Oasis of Matisse” allo Stedelik Museum in programma dal 27 marzo al 16 agosto 2015. Mica male come promozione.

Non si potrebbe fare altrettanto in vista dell’Expo (apre a Milano il 1 maggio) e la Biennale di Venezia che quest’anno apre in anticipo, proprio per l’Expo, il 9 maggio? Troppo difficile? E’ umiliante assaporare l’intelligenza e l’organizzazione dei cugini europei su un segmento come quello dell’arte per cui l’Italia dovrebbe fare da padrona nel mondo.

INFO: TEFAF.COM

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