Lumières, luci. E giochi di luce come quelli dei brillanti. L’emozione, il calore, la meraviglia. L’impulso al movimento, alla scoperta, la scintilla potente di un’intuizione.
Nell’anno internazionale che l’Unesco dedica alla luce, si è appena aperta a Parigi, allo spazio Éléphant Paname un’originale mostra dal titolo: “Lumières-The play of Brilliants”.
Prendendo spunto dalla definizione di Richard Kelly, pioniere del light design, la mostra parigina celebra la luce e le luci, attraverso un percorso esperienziale che esalta la qualità emotiva dell‘illuminazione e il suo potere creativo nelle nostre esistenze.
Perchè la luce ci colpisce, ci attrae, catalizza la nostra attenzione, ci avvolge, ci scalda e scatena la nostra immaginazione all’inseguimento delle sue infinite gradazioni e rifrazioni. Nella sua permanenza tanto quanto nella sua assenza.
Realizzato dall’agenzia londinese Light Collective il percorso di “Lumierès” offre l’opportunità di esplorare e sperimentare 11 installazioni luminose monumentali inedite, opera di altrettanti artisti provenienti soprattutto dall’Europa nord-continentale, ma anche da Stati Uniti e Australia.
Laurent Fort / USA, Soo Sunny Park / USA, GNI Projects / UK, Haberdashery / UK, DGT/Francia, Moritz Waldemeyer / UK , WHITEvoid /Germania, United Visual Artists / UK, Laura Bayliss / UK, Flynn Talbot / Australia
Un’occasione unica per esplorare la luce nei suoi concetti di base, nei suoi aspetti tecnici e tecnologici, ma al tempo stesso in quelli emozionali e spirituali.
Un percorso nel quale spariscono i confini tra tecnologia, arte, architettura, design.
Un confine sottile che molti hanno solcato in equilibrio a volte instabile, nel corso dei secoli.
Forse tutto è iniziato poco dopo l’invenzione del fuoco, quando gli elementi legati alla funzione hanno svelato il loro ruolo estetico ed emozionale, muovendo i primi passi su quella strada che sarebbe diventata la storia del design industriale.
In particolare in Italia, dalla seconda metà del ‘900 in poi, l’illuminazione e l’oggetto “lampada” hanno assunto un ruolo veramente centrale.
Una narrazione costellata di stelle –a riecheggiare la luce–, che ha visto la felice sinergia tra designers e industrie, far fiorire gioielli diventati oggetti da collezionismo.
Fontana Arte, Arteluce, Stilnovo, Flos, Artemide, sono tutti nomi diventati sinonimo di light design a livello mondiale e fiore all’occhiello del made-in-Italy.
Aziende che hanno creduto, dato spazio e mezzi, al genio creativo di progettisti del calibro di Sottsass, Castiglioni, Sarfatti, Frattini, Superstudio, Munari, Cutini, Pesce, Gregotti e molti altri.
Forse perchè l’oggetto illuminante rappresenta il terreno più favorevole per esprimere la libertà e la visione complessa dei designers, forse perchè la luce rappresenta per tutti noi, seppur inconsapevolmente, un punto di riferimento irrinunciabile, ma sta di fatto che lampade di design e oggetti luminosi, sono tra i più ricercati oggetti da collezione così come si confermano tra gli elementi principali dell’arredamento.
- Elementi spesso cardine di progetti architettonici, che grazie alla straordinaria evoluzione tecnologica consentono realizzazioni anche molto ambiziose, in spazi domestici.
Una conferma è il grande successo di store on-line specializzati, veri punti di riferimento per trovare lampade cult come la lampada da terra Arco di Achille Castiglioni
e la sua versione contemporanea con lampade LED
o pezzi innovativi e all’avanguardia come le lampada da terra di Enzo Catellani, minimali e sorprendenti sia nelle forme che nell’illuminazione.
La chiave è la luce e la luce illumina forme
E queste forme hanno una potenza emotiva per il giuoco delle proporzioni, per il giuoco dei rapporti inattesi, stupefacenti.
Ma anche per il giuoco intellettuale della ragion d’essere: il loro autentico nascere, la loro capacità di durare, struttura, astuzia, ardimento, anzi temerità, giuoco – entità essenziali – elementi costruttivi dell’architettura.– Le Corbusier –