Difficoltà finanziarie e instabilità politica. Sono questi i motivi dell’annullamento ufficiale della seconda Biennale di Kiev.
In realtà l’appuntamento era previsto per il 2014, ma Natalia Zabolotna, commissario della Biennale e direttore del museo Mystetskyi Arsenal, aveva già annunciato che l’evento sarebbe stato rimandato di un anno. E alla fine la decisione di annullarlo completamente.
Le tensioni belliche hanno infatti investito anche il mondo della cultura: risale al giugno scorso l’occupazione da parte dei separatisti di un centro culturale nell’est dell’Ucraina, e a settembre un attacco alla fermata della metropolitana al curatore e attivista politico Vasyl Cherepanyn. Inoltre la scorsa estate molti artisti ucraini avevano dichiarato che avrebbero boicottato la biennale come segno di protesta alla censura di un murales dell’artista ucraino Volodymyr Kuznetsov da parte della Zabolotna.
La preoccupazione è forte già da tempo, tant’è che il ministro della cultura ucraino lo scorso agosto aveva ordinato ai musei dell’est del paese di custodire le proprie opere nei depositi.