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Nanni Balestrini e Antonio Loreto alla Fondazione Mudima

Giovedì 26 marzo 2015, alle ore 18:30, appuntamento alla Fondazione Mudima (Via Tadino 26 Milano) con Daniele Giglioli e Paolo Zublena che presentano “Dialettica di Nanni Balestrini” di Antonio Loreto (Mimesis Edizioni) e “Gli invisibili” di Nanni Balestrini (Oscar Mondadori). 

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Lettura di Nanni Balestrini e Sergio Bianchi.

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Dialettica di Nanni Balestrini
Antonio Loreto

Un tòpos della critica vuole che la pubblicazione di Vogliamo tutto, nel 1971, costituisca una svolta rispetto alla precedente opera di Balestrini, avviatasi dieci anni prima con i Novissimi e con l’esperimento informatico di Tape Mark I. Un lavoro iperformalista, ludico, anticomunicativo e disimpegnato avrebbe lasciato il campo a una letteratura più affabile e fruibile, assunti i caratteri dell’epica, dell’oralità e dell’impegno. Riconoscendo alla scrittura balestriniana un orizzonte estetico più ampio è forse possibile un’ipotesi alternativa. Si tratta di mettere a frutto gli studi sul rapporto tra una civiltà – i suoi modi di percezione e di pensiero – e la tecnologia del linguaggio che gli è propria, e in particolare l’idea secondo cui l’uomo tipografico conosce con l’elettronica un’oralità di ritorno, ricalcando un ben noto rovesciamento dialettico. In effetti Balestrini attraversa gli anni Sessanta agendo lungo tre direttrici e mostrando – anche grazie a modelli quali Döblin o Brecht, e a interlocutori più o meno impliciti quali Pasolini, Vittorini o Calvino – come l’impegno possa scaturire dall’esasperazione del formalismo, l’oralità da una scrittura massimamente tipografica, e infine l’epica dalle tecnologie più avanzate del tardo capitalismo. Un’azione segnata dalla forza utopica e dalla tensione rivoluzionaria su cui Vogliamo tutto, con l’intera parabola che vi ha condotto, si regge.

Antonio Loreto (Tricarico, 1975) lavora presso il Dipartimento di Letterature comparate e scienze del linguaggio dell’Università IULM di Milano e presso la Biblioteca S. Gerardo di Monza, dove cura il Fondo di scritture di ricerca EX.IT.

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Gli invisibili
Balestrini Nanni

“Gli invisibili”, una delle opere più note di Nanni Balestrini, ripercorre l’insurrezione del 1977, una rivoluzione della vita quotidiana, con il rifiuto del lavoro, l’occupazione delle case, lo sciopero selvaggio. Lo fa attraverso la voce di Sergio, che vediamo correre per le strade davanti ai celerini schierati, tirare qualche molotov, partecipare alle assemblee. E poi incarcerato, testimone della feroce vita nelle galere, della clamorosa rivolta di Trani. Sergio è il “movimento”, quello più spontaneo e istintivo che, dieci anni dopo i fatti (il romanzo è stato pubblicato nel 1987), Balestrini racconta con la sua prosa scandita nella quale ricerca stilistica e sperimentazione letteraria raggiungono la piena maturità. Sergio, soprattutto, è uno dei tanti “invisibili” cui l’autore offre la sua scrittura, per raccontare, come scrive Rossana Rossanda, la “crudele educazione sentimentale di un ragazzo degli anni Settanta” e insieme una pagina cancellata della nostra storia.

www.mudima.net

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