Decriptato “Codice Italia 2015“. In diretta dal Collegio Romano concept e nomi degli artisti che parteciperanno al Padiglione Italia della 56. Biennale d’Arte di Venezia, in programma dal 9 maggio al 22 novembre 2015.
ARTISTI. 15 in una commistione interessante tra periodi e generazioni: ci saranno maestri storicizzati e giovani emergenti. Ecco tutti i nomi.
Alis/Filliol – Andrea Respino, Mondovi (Italia), 1976; Davide Gennarino, Pinerolo (Italia), 1979. Vivono e lavorano a Torino (Italia).
Andrea Aquilanti – Roma (Italia), 1960. Vive e lavora a Roma (Italia).
Francesco Barocco – Susa (Italia), 1972. Vive e lavora a Torino (Italia).
Vanessa Beecroft – Genova (Italia), 1969. Vive e lavora a Los Angeles (USA).
Antonio Biasiucci – Dragoni (Italia), 1961. Vive e lavora a Napoli (Italia).
Giuseppe Caccavale – Afragola (Italia), 1960. Vive e lavora tra Parigi (Francia) e Bari (Italia).
Paolo Gioli– Sarzano di Rovigo (Italia), 1942. Vive e lavora a Lendinara (Italia).
Jannis Kounellis – Pireo (Grecia), 1936. Vive e lavora a Roma (Italia).
Nino Longobardi – Napoli (Italia), 1953. Vive e lavora a Napoli (Italia).
Marzia Migliora – Alessandria (Italia), 1972. Vive e lavora a Torino (Italia).
Luca Monterastelli – Forlimpopoli (Italia), 1983. Vive e lavora a Forlimpopoli (Italia).
Mimmo Paladino – Paduli (Italia), 1948. Vive e lavora tra Paduli, Roma e Milano (Italia).
Claudio Parmiggiani – Luzzara (Italia), 1943. Vive e lavora tra Bologna e Torrechiara (Italia).
Nicola Samorì – Forlì (Italia), 1977. Vive e lavora a Bagnacavallo (Italia).
Aldo Tambellini – Syracuse (USA) 1930. Vive e lavora a Cambridge (MA).
“Ovvero, protagonisti dell’Arte povera e della Transavanguardia (Kounellis, Paladino, Longobardi), grandi isolati (Parmiggiani e Gioli), eredi delle neoavanguardie del dopoguerra (Tambellini), personalità difficili da inscrivere dentro tendenze (Biasiucci, Caccavale, Aquilanti), voci tra le più originali dello scenario internazionale (Beecroft) e artisti dell’ultima generazione (Alis/Filliol, Barocco, Migliora, Monterastelli e Samorì).”
“Artisti accomunati dal pensare le proprie opere come luogo all’interno del quale si ritrovano a convivere desiderio di innovare i linguaggi e dialogo problematico con momenti salienti della storia dell’arte”.
“Questa idea viene declinata attraverso diversi media quali pittura, scultura, disegno, fotografia, video, performance, cinema”.
Ma conosciamoli meglio. Ecco qualche accenno alle loro biografie.
Alis/Filliol – Alis/Filliol è un duo composto dagli artisti Andrea Respino, nato a Mondovì nel 1976, e Davide Gennarino, di Pinerolo classe 1979, artisticamente insieme dal 2007. Tra le loro ultime mostre, “Zogo”, allestita al Museo Ettore Fico di Torino e “Vitrine” a cura di Anna Musini, organizzata alla GAM di Torino nel 2014.
Andrea Aquilanti – Nato nel 1960 a Roma, Andrea Aquilanti vive e lavora nella capitale. Artista già affermato, nella sua ricerca mescola tecniche diverse, da quelle tradizionali alla fotografia, fino alla videoarte. Nei suoi interventi site specific si intrecciano proiezioni che coinvolgono lo spettatore come protagonista stesso dell’opera, e interventi manuali che richiamano la fissità delle tradizionali tecniche artistiche.
Francesco Barocco – Torinese classe 1972, Francesco Barocco è l’autore di quelle che lui stesso chiama “sculture astratte”. Con questa espressione l’arista intende sottolineare la tridimensionalità delle sue opere, realizzate con terracotta e incisione, con macchie di colore, innesti di materia e fotocopie. Quello di Barocco è un linguaggio che si distacca dal panorama corrente dell’arte contemporanea: lavora con tecniche antiche offrendo un valore aggiunto del tutto originale. Tra le sue ultime mostre, quella allestita alla Norma Mangione Gallery di Torino, galleria con cui nel 2012 ha partecipato ad Artissima.
Vanessa Beecroft – Nata a Genova nel 1969, Vanessa Beecroft è un’artista affermata a livello internazionale di madre italiana e padre inglese. Iscritta alla facoltà di Architettura, si è trasferita all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove si è diplomata nel 1993. Attualmente vive e lavora a Los Angeles. La scelta espressiva della Beecroft è stata soprattutto la performance. Pensate e realizzate utilizzando il corpo di giovani donne più o meno nude, mosse secondo precise coreografie con l’obiettivo di comporre “quadri viventi”, le performance della Beecroft raccontano i suoi diari alimentari e le sue ossessioni legate al corpo. Clicca qui per saperne di più.
Antonio Biasiucci – Nato a Dragoni, in provincia di Caserta nel 1961, è a Napoli che Antonio Biasiucci si avvicina all’arte. Lavora sugli spazi delle periferie urbane portando avanti una ricerca sulla memoria personale: fotografa riti, ambienti e persone del paese nativo. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti nella sua carriera, tra cui il premio “European Kodak Panorama” di Arles nel 1992 e il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards” nel 2005. Oggi molte sue opere fanno parte delle collezioni permanenti di musei e istituzioni italiane e straniere.
Giuseppe Caccavale – Nato nel 1960 ad Afragola (S. Angelo in Formis, Napoli), Giuseppe Caccavale vive e lavora a Marsiglia. Caccavale ritiene fondamentale la conoscenza e l’osservazione dell’opera attraverso i propri occhi e l’attenzione e l’analisi dei dettagli anche minori ed è proprio nella contemplazione e nell’interrogazione dell’originale che si forma la sua poetica. Realizza disegni, opere su vetro ed affreschi su muro. Tutto il suo lavoro è arte del segno sulla materia che nasce da un medesimo gesto: quello della punta sulla superficie. Le opere di Caccavale sono state oggetto di esposizioni personali in Italia presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia e l’Opificio Arte Contemporanea di Benevento e all’estero presso il Musée Grobet-Labadié di Marsiglia e il Vereninging voor het Museum van Hedendaagse Kunst di Gand, oltre ad essere state inserite in diverse mostre collettive.
Paolo Gioli – La sua arte spazia dal cinema alla pittura e non solo. Paolo Gioli, classe 1942, lascia il Veneto nel 1967 alla volta di New York, dove conosce i New American Cinema e -in pittura- la Scuola di New York, e dove entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson. Tornato in Italia nel 1970 si relaziona con la Cooperativa Cinema Indipendente, a cui fanno capo tutti gli autori di cinema sperimentale italiano. E tra Rovigo e Roma produce i suoi primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulla scia dei Lumière. Approfondisce poi il suo interesse per la fotografia indagando nelle sue origini. Le sue opere sono state esposte in sedi pubbliche e private in Italia, Europa, America. E nel 2006 l’italiana Minerva-RaroVideo ha pubblicato un doppio dvd con una selezione di quattordici suoi film e una intervista a cura di Bruno Di Marino, e da allora numerose sono le sue partecipazioni ai festival cinematografici internazionali. Clicca qui per saperne di più.
Jannis Kounellis – Nato a Pireo, in Grecia nel 1936, Jannis Kounellis è un esponente di primo piano della corrente che il critico Germano Celant ha definito “Arte Povera”. Pittore e scultore, la sua carriera inizia negli anni ’60 con la prima mostra personale alla galleria “La Tartaruga” di Roma, dove mostra un’urgenza comunicativa molto forte che lo porta al rifiuto di prospettive individualistiche estetizzanti e decadenti, e all’esaltazione del valore pubblico, collettivo del linguaggio artistico. La sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia risale al 1972, per poi essere nuovamente selezionato nel 1993 e nel 2011.
Nino Longobardi – Napoletano classe 1953, Nino Longobardi si forma da autodidatta. Utilizza soprattutto la tecnica del disegno su carta e su parete, oltre a plasmare la tela in senso scultoreo e architettonico, per poi concentrarsi sulla tecnica pittorica e grafica, senza tralasciare la scultura. La figura umana maschile rappresenta l’elemento centrale della sua produzione: essenziale, asciutta, resa con pochi tratti sintetici e una ridotta gamma cromatica (nero grigio, alcuni colori di terra), forma ideale e punto di partenza per ogni rappresentazione figurativa. Gli scheletri e i teschi costituiscono un’altra costante delle sue opere, essenza incorruttibile del corpo umano – Coro (1993 e 1997), Parafulmine (2000), Dante e Virgilio (2011) –, elementi legati alla tradizione napoletana, come i calchi di Pompei che pure sono fonte d’ispirazione per l’artista.
Marzia Migliora – Di Alessandria, classe 1972, Marzia Migliora si forma come fotografa per poi passare al video sulla linea di una ricerca basata sulla memoria e sulla temporalità. Come la fotografia insegna, esplora nel quotidiano attraverso immagini e oggetti comuni, ma inserisce nelle sue opere citazioni testuali attraverso neon, sculture o installazioni sonore, amplificando le suggestioni connesse alla fragilità dell’individuo, al rapporto con l’altro e ai conflitti che lo abitano, all’ossessione e alla disfunzionalità. Tra le sue ultime esposizioni, la mostra personale “H317 – Può provocare una reazione” all’Auditorium Arte di Roma, a cura di A. Cestelli Guidi. Clicca qui per saperne di più.
Luca Monterastelli – Il peso, la trasferibilità dell’energia umana su un corpo oggettuale, la percezione delle tre dimensioni: questi sono solo alcuni dei temi che la ricerca scultorea di Luca Monterastelli tocca. Risalgono al 2010 le prime importanti esposizioni del trentaduenne di Forlimpopoli. Tra le ultimi eventi, la mostra personale dal titolo “The sight couldn’t be any better” organizzata ad Helsinki. Clicca qui per saperne di più.
Mimmo Paladino – Pittore, scultore, incisore tra i principali esponenti della Transavanguardia Italiana, il movimento fondato nel 1980 da Achille Bonito Oliva sulla scia delle correnti degli anni ’70. Nato a Paduli nel 1948, Mimmo Paladino vanta una carriera artistica di grande pregio. Risalgono agli anni ’80 le sue prime esposizioni al Kunstmuseum di Basilea e alla Kestner Gesellschaft di Hannover, mentre del 2001 è la pubblicazione del catalogo generale della sua opera grafica a cura di Enzo di Martino. Numerose le sue mostre personali in tutta Italia negli anni 2000, ma la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel Padiglione Italia arriva solo nel 2011, nello stesso anno in cui Palazzo Reale di Milano gli dedica una grande retrospettiva.
Nicola Samorì – In bilico tra provocazione e originalità, l’arte di Nicola Samorì, nato a Forlì nel 1977, si pone come un dialogo con la storia dell’arte dopo secoli di silenzio. Considerato una giovane rivelazione dell’arte italiana già all’inizio degli anni 2000 e da subito apprezzato da pubblico, critica e collezionisti internazionali, Samorì vanta già numerose mostre in tutto il mondo e la partecipazione a premi internazionali. Clicca qui per saperne di più.
Claudio Parmiggiani – Nato a Luzzara nel 1943, Claudio Parmiggiani è una delle principali figure dell’arte italiana del secondo dopo guerra. Costeggia l’arte povera così come quella concettuale, tanto da non poter classificare la sua produzione artistica in nessuna corrente, rimanendo unico ed inimitabile nel panorama contemporaneo. Tra le sue più note opere, Il Faro d’Islanda, un’opera pemanente, solitaria e luminosa posta alla periferia di Reykjavik, lungo la strada che porta ad alcuni dei ghiacciai e vulcani più famosi dell’isola atlantica.
Aldo Tambellini – Filmmaker sperimentale, videoartista e poeta, Aldo Tambellini è un artista italo-statunitense, nato a Syracusa nel 1930, ed esponente di spicco della scena artistica underground statunitense tra gli anni ’60 e ’70, uno dei pionieri dell’intermedialità e del video d’artista. I suoi interventi sulla pellicola cinematografica (con agenti chimici, inchiostro, graffiature) formano un universo visuale astratto ed aggressivo centrato sul nero, nella sua qualità di non-colore capace di esprimere totalità cosmica, in cui l’astrazione turbolenta si alterna spesso all’utilizzo del found footage: film commerciali, telegiornali e programmi televisivi. Nel 2004 ha prodotto il suo primo video digitale, Listen, proiettato per la prima volta al “Howl Festival”di New York e quindi in numerosi festival internazionali statunitensi ed europei; l’opera è stata premiata al New England Experimental Film Festival del 2005, ed al Syracuse International Film Festival del 2006.
“Non è che il passato getti la sua
luce sul presente o il presente
la sua luce sul passato,ma immagine è
ciò in cui quel che è stato si unisce
fulmineamente con l’ora in una
costellazione. In altre parole:
immagine è la dialettica nell’immobilità.
Poichè mentre la relazione del presente
con il passato è puramente
temporale, continua, la relazione tra ciò
che è stato e l’ora è dialettica:
non è un decorso ma un’immagine
discontinua, a salti.
– Solo le immagini dialettiche
sono autentiche immagini”.
Walter Benjamin
56. Biennale di Venezia – Padiglione Italia
CONCEPT.
“Codice Italia vuole riattraversare significative regioni dell’arte italiana di oggi, facendo affiorare alcune costanti: assonanze poco manifeste, corrispondenze inattese. Ripercorre rilevanti esperienze poetiche contemporanee, con l’intento di delineare i contorni di quello che, al di là di tante oscillazioni. rimane il fondamento del nostro Codice Genetico condiviso”.
“Un tentativo di ragionare sull’identità italiana, di riscoprire quello che definirei il Codice Italia.”
La mostra vuole far emergere il “Codice Italia”, muovendosi su diversi registri.
– Si scelgono alcuni “casi rivelatori”: artisti di diverse generazioni che hanno proposto un’originale interpretazione del concetto di “avanguardia”, saldando sperimentazione linguistica e dialogo inquieto con quell’immenso giacimento che è la memoria.
– Si invitano quegli artisti a realizzare opere-simbolo, che abbiano quasi il valore di un manifesto di poetica.
– Si chiede a quegli stessi artisti di accompagnare i loro lavori con la creazione di una sorta di stanza delle meraviglie, ispirata al modello dell’Atlante allestito da Aby Warburg: un’installazione nella quale vengano raccolti frammenti dissonanti di echi impliciti sottesi alla loro ricerca. Un’occasione irripetibile per incontrare i momenti di una genealogia svelata.
CURATORE.
Vincenzo Trione è professore ordinario di Arte e media presso l’Università IULM di Milano, dove insegna anche Storia dell’arte contemporanea. È Vicepreside della Facoltà di Arti, turismo e mercati e Direttore del Dipartimento in Arti e media. Collabora al “Corriere della Sera”. È stato Commissario della XIV edizione della Quadriennale di Roma (2003) e Direttore generale di Valencia 09-Confines. Passajes de las artes contemporaneas. Dirige il Dipartimento di ricerca del Museo d’arte contemporanea Madre di Napoli. Nel 2014 è stato nominato nel comitato scientifico dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Ha curato mostre in musei italiani e stranieri (tra le altre, presso l’IVAM di Valencia: El siglo de Giorgio de Chirico, 2007; presso il Palazzo Reale di Milano: I luoghi e l’anima. Mario Sironi / Constant Permeke, 2005, Salvador Dalí. Il sogno si avvicina, 2010 e Alberto Savinio. La commedia dell’arte, 2011; al Foro romano e al Palatino di Roma: Post-classici, 2013). Ha pubblicato numerosi saggi su momenti e figure delle avanguardie. È coautore del libro Monocromos. De Malevich al presente (con G. Fabre, Ch. Ho e B. Rose, 2004), che è stato tradotto in diverse lingue. Ha curato i seguenti volumi: (con G. Montesano), Alberto Savinio, La nascita di Venere. Scritti sull’arte (2007); Mimmo Rotella, Anni di piombo (2012); (con A. Grasso), Arte in tv. Forme di divulgazione (2014); Il cinema degli architetti (2014). Tra i suoi libri: Il poeta e le arti. Apollinaire e il tempo delle avanguardie (1999); Dentro le cose. Ardengo Soci critico d’arte (2001); Atlanti metafisici. Giorgio de Chirico: arte, architettura, critica (2005); Le città del silenzio. Giorgio de Chirico: architettura, memoria, profezia (2009); Eetto città. Arte cinema modernità (2014).
PADIGLIONE.
Progetto di Giovanni Francesco Frascino.
L’allestimento dedica a ogni artista una stanza monografica all’interno della quale viene presentata un’opera-manifesto e allestito un personale “archivio della memoria”. Il progetto espositivo pensato per il Padiglione Italia 2015 articola lo spazio in maniera che i singoli interventi godano di una condizione di autonomia
OPERE.
Tutte le opere saranno inedite e rigorosamente concepite per il Padiglione.
APERTURA AL PUBBLICO.
dal 9 maggio al 22 novembre 2015
Arsenale,Tese delle Vergini
ORARI DI APERTURA.
dalle ore 10.00 alle ore 18.00
dal 9 maggio al 26 settembre apertura prolungata il venerdì e il sabato dalle ore 10.00 alle ore 20.00
Giorno di chiusura | Lunedì
ad eccezione di:
lunedì 11 maggio | 1 giugno | 16 novembre
BIGLIETTERIA.
CATALOGO.
Catalogo pubblicato da Bompiani in due edizioni. Italiano | inglese
SITO INTERNET UFFICIALE.
Facebook: https://www.facebook.com/codiceitalia2015
Twitter: @codiceitalia_15
C’è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera.
(Walter Benjamin, dalle tesi Sul concetto di storia, Einaudi, 1997, pp. 35-7)
2 Commenti
caro trione , caro manazza,
e’ questo il padiglione italia della biennale di venezia?? che decadenza di progetto.
ma come si fa ad invitare un gruppo di artisti anonimi così’ diversi ma accomunati da un assenza di mercato internazionale
e dalla carriera senza lode E poi dove e’ la novità? invitare paladino,, artista del passato
, funebre che ha ha creato solo danni all’arte con la transavanguardia ,e che e’ ormai dimenticato da tutti. O invitare kounellis, maestro dell’arte povera ? a cosa serve , se non rivedere le sue pesanti sculture cariche di guerra e tristezza. Poi un filmmaker, una fotografa riciclata beecroft , e nicola samori’, un artista giovane ma gia vecchio che dipinge volti. pittura senza futuro , in un panorama internazionale dove l’astrattismo, il neo informale europeo , sono leoni vincenti dell’arte del nuovo millennio. Solo claudio parmigiani , artista poetico e solitario si salva, da questo gruppo. Mi aspettavo artisti meravigliosi, pittori travolgenti, e invece un bel niente,
comunque auguro a tutti successo e gloria.
Alexandre, contemporary art collector
Condivido quasi del tutto la tua opinione…ma che mi parli (per NOVITA’)di un panorama internazionale dove l’astrattismo, il neo informale europeo , sono leoni vincenti dell’arte del nuovo millennio…mi fa veramente ridere, e al tempo stesso intristire…Si, ho visto alcune mostre, di questo (nuovo?) ri-corso storico, citazionistico, remake (come lo vogliamo chiamare?)…ebbene, mi hanno trasmesso solo depressione, solo pensando a ciò che ci hanno dato, Pollock, Lucio Fontana e Burri. Per questo, nel mio commento, parlando dei “nuovi arrivati” (e non mi riferisco alla vecchia Beecroft) sulla scena dell’arte…se ancora esiste una possibilità di “metterla in scena”…Non credo, però, fermamente che questo sia possibile con un ritorno all’astrattismo e al neo-informale. Sarebbe come lo fu per gli anni 80, ai tempi della Transavanguardia (che tu tanto critichi)…: un salto indietro di 80 anni, e un grande bluff per il mercato dell’arte.