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A Second chance, thriller con la retorica del dolore

A Second chance, thriller con la retorica del dolore.

Dopo la sua avventura americana Susanne Bier torna in patria con A Second chance e il suo cinema etico -e morale- in cui, come spesso accade nei film della Bier, si indaga sulle reazioni, sui pensieri di persone normali di fronte a fatti eccezionali.

Con atmosfere da thriller A second chance racconta la storia di Andreas, interpretato da Nikolaj Coster-Waldau de Il trono di spade, un poliziotto felicemente sposato che un giorno insieme al suo amico e collega Simon, l’attore feticcio della regista Ulrich Thomsen, depresso e alcolizzato, scopre un caso di violenza domestica.

a second chance susanne bierUna coppia di tossici con il marito violento che sono incapaci di prendersi cura degnamente del figlio di pochi mesi, lasciato piangere in mezzo alla sporcizia. La morte apparentemente naturale del bambino di Andreas scatenerà una serie di situazioni in cui l’etica del buon agire, verrà sconvolta da una scelta che pone delle grosse domande anche allo spettatore.

Il bene e il male sono sempre molto presenti nei film della Bier che però questa volta, più di altre, si fa prendere la mano insistendo su una retorica del dolore troppo estetizzante che appesantisce anche il thriller.

Per la prima volta però Susanne Bier descrive il sentimento della nascita e tutto quello che ne deriva più dalla parte maschile che femminile.

a second chance susanne bier

Questa visione maschile della maternità –dice Nikolaj Coster-Waldau in conferenza stampa- è di grande interesse. Ho dei figli e posso affermare con sicurezza che anche i padri vivono con diversa intensità ma non per questo meno importante, la nascita di un figlio. Il film dimostra proprio questo, quanto può essere forte il legame fra un padre e un figlio”.

Nel film tra l’altro ci sono delle scene molto toccanti, difficili, sempre a contatto con il bambino, in cui Waldau riesce a trasmettere tutto il dolore e la preoccupazione per quello che sta vivendo.
È stata veramente dura, recitare continuamente accanto a bambini così piccoli, rappresentare anche il dolore per la loro morte. Abbiamo girato con un bambino prima di Natale, poi dopo le feste, poiché i bambini crescono in fretta, abbiamo girato con altri quattro bambini. Ma la cosa più dura è stata girare le scene con il bambino sporco di cacca e piangente nella casa dei tossici, con le mamme sul set che ci guardavano preoccupate”.

a second chance susanne bierA Second chance è stato girato in Danimarca e in lingua danese, patria sia della regista che di Waldau. “Dopo tanti anni in America e il successo del Trono di Spade, tornare nel mio paese e recitare nella mia lingua di origine, in un film della grande Susanne Bier, è stato davvero un grande regalo per me”.

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