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Citizenfour. La rete: un sistema di sorveglianza di massa

Citizenfour: la rete è un sistema di sorveglianza di massa.

Venerdì 17 aprile Edward Snowden e Laura Poitras, sono intervenuti – in collegamento via Skype al Festival del Giornalismo di Perugia – nel primo dibattito pubblico in Italia su ‘sorveglianza e privacy’, organizzato in collaborazione con Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD) e American Civil Liberties Union (ACLU).

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Snowden è il famoso ‘whistleblower’ che ha rivelato l’ampiezza della portata della sorveglianza indiscriminata (senza controllo giuridico) messa in atto dalla NSA (National Security Agency), e altre agenzie di intelligence e sicurezza, su tutti i cittadini (‘Datagate’).

Laura Poitras è la regista, vincitrice del premio Oscar 2015 per il documentario Citizenfour (psudonimo usato da Snowden per contattarla) in cui ha ripreso (giugno 2013) gli incontri segreti a Hong Kong tra il giovane ex tecnico informatico della CIA (che ha lavorato per pochi mesi, dello stesso anno, come amministratore di sistema all’interno di una struttura della NSA) e i giornalisti Glenn Greenwald e Ewen MacAskill, che hanno divulgato la storia.

citizenfour artslifeI metodi di spionaggio della vecchia Stasi che controllava i potenziali nemici, in Le vite degli altri – di Florian Henckel von Donnersmarck, premio Oscar 2007 come migliore film straniero – avevano scandalizzato il pubblico che però era uscito dalle sale rassicurato dal fatto che quei metodi e la DDR facevano parte ormai del passato.

Citizenfour, proiettato e applaudito sabato 18 aprile al Festival del Giornalismo, non è un thriller, come il precitato film, ma è un documentario su quello che sta accadendo oggi in un mondo dove tutti, e non solo le persone potenzialmente pericolose, sono sorvegliati-spiati e tutti i nostri dati/profili sono salvati e aggregati in enormi archivi digitali.

Il documentario (alla cui produzione ha partecipato anche Steven Soderberg) ha l’avvincente ritmo narrativo e la suspense di una spy-story, ci porta dentro fatti clamorosi concentrati in pochi giorni. Assistiamo ai colloqui tra Snowden e Glenn Greenwald (allora giornalista del Guardian, che è riuscito a stabilire un contatto con il whistleblower solo dopo i mesi utili ad acquisire le tecniche di messaggistica crittografica).

Respiriamo l’ansia dei protagonisti che devono mettere a punto una strategia in breve tempo per ogni passo fino alla rivelazione, momento dopo il quale ogni aspetto della loro vita futura non sarà più lo stesso. A confronto le immagini degli esponenti della sicurezza nazionale che negano la raccolta, complici le compagnie di telecomunicazioni, dei dati personali dei cittadini.

citizenfour artslifeSnowden ci racconta le sue motivazioni, è un giovane che mette a rischio il suo benessere e la sua stessa vita per renderci consapevoli dell’esistenza di questa struttura di sorveglianza indiscriminata di massa organizzata dalla NSA in violazione della privacy di ognuno. Lui considera i sistemi di sorveglianza di massa come “il più potente strumento di oppressione nella storia dell’umanità”, che non ha evitato stragi o attentati terroristici (come nel caso di Charlie Hebdo) ma che ha limitato e soffoca la nostra libertà violando la nostra privacy. Snowden, che non è un traditore, è stato incriminato per spionaggio e ha chiesto asilo politico a Mosca dove è stato aiutato da Julian Assange di WikiLeaks.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=XiGwAvd5mvM[/youtube]

Tra qualche mese sarà possibile confrontare il lavoro di Laura Poitras con la storia di Snowden raccontata dal film che Oliver Stone sta girando sulla vicenda. Dopo aver visto questo documentario non riusciremo più a considerare con leggerezza ogni dispositivo connesso (smart-tv, cellulari, pc, navigatori, etc.) in grado di fornire informazioni (sulla nostra vita, i nostri comportamenti, spostamenti, consumi, orientamenti, preferenze etc.) che vengono archiviate e aggregate in metadati.

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