Niente pesto, solo peste. Liguria, biennio 1656-1657: il flagello nero giunto da Napoli dilaga in terra ligure ancora una volta. A Genova dei 100 mila abitanti ne rimasero vivi solo 10 o 30 mila. Superstiti: il 20/30 per cento della popolazione, a seconda delle fonti. Scrivono le cronache del tempo che “ nella città e nei borghi ad ogni passo scorgevasi cadaveri, anche perché le popolazioni erano indebolite dalla carestia“. Una carneficina. La galleria Creatini&Landriani di Sestri Levante (GE) ricostruisce quei 18 mesi pestilenziali attraverso preziose testimonianze dell’epoca: due prime edizioni del 1658 e del 1661, rilegate in pergamena, dei libri di Padre Maria Antero (1658) e Padre Maurizio da Tolone (con i racconti dei testimoni che vissero in prima persona gli avvenimenti), accompagnate dal manoscritto dell’opera di Filippo Casoni sul “Contaggio della Peste in Liguria“, probabilmente l’unica copia superstite del codice presentato agli Inquisitori di Stato della Repubblica di Genova, dato successivamente alle stampe solo nel 1831. Cimeli sopravvissuti al “contagio” che rivelano cosa fu quel flagello: i cadaveri in strada, la paralisi economica e la sterilizzazione obbligata delle proprietà dei malati: migliaia di “cose” bruciate per essere sanate. Da allora nessuna più grande epidemia pestifera, ma le popolazioni locali continuarono ad essere martoriate da altre insidie: pirati, eserciti invasori, politici.
INFORMAZIONI UTILI
Del contagio della peste in Liguria
Creatini&Landriani, Sestri Levante (GE)
dal 14 al 19 maggio 2015