“Oggi l’edificio appare come una sagoma nel paesaggio. Ma quanto evoca questa sagoma, con una torre sopra il portale d’ingresso che sembra in piccolo il modello che fu poi ripreso dal Filarete per quella del castello di Milano e che Luca Beltrami poco più di cent’anni fa prese come esempio per reinventarla dopo la distruzione cinquecentesca. La torre introduce un colonnato ad archi che sa già di Rinascimento. Il piano superiore prevedeva un loggiato ancora apparente anche se tappato da finestre recenti. E un’altra loggia esterna consentiva lo sguardo poetico sulle campagne circostanti. Salviamolo”.
Era Philippe Daverio lo scorso 10 gennaio a scrivere queste parole sul Corriere della Sera. Si riferiva al Castello di Cusago, la copia in miniatura del Castello Sforzesco, al quale infatti Luca Beltrami si ispirò per la ricostruzione della torre del Filarete che oggi è tra i simboli del capoluogo lombardo. Un gioiello alla periferia sud di Milano, a pochi kilometri da Expo.
E fu proprio Expo a far accendere una lampadina al sindaco di Cusago, Daniela Pallazzoli: legare al grande evento internazionale il piccolo centro milanese e il suo ineguagliabile castello che fu dimora di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este e nella cui storia si potrebbero trovare impronte di Leonardo.
Anche il tema “Nutrire il Pianeta” si sarebbe sposato bene: quella di Cusago è infatti una delle aree agricole più vaste di Milano, piena di fontanili e un tempo percorsa dai Navigli.
L’idea della Pallazzoli aveva incontrato il plauso di tutti i grandi nomi della Milano che stava apparecchiando la tavola ad Expo, in primis Angelo Paris, prima degli scandali della corruzione. Tanti complimenti e promesse per il sindaco, ma non se ne fece niente.
Ed ora, quel capolavoro quattrocentesco dalla storia travagliata rischia le peggio sorti.
Non che in passato non vi siano stati progetti per la sua ristrutturazione, ma nessuno andò mai in porto. Quando infatti dalla famiglia Stampa il Castello fu comprato da Silvio Berlusconi, Fininvest comunicazione provò ad occuparsi del suo restauro. Ma tutti i progetti rimasero nel cassetto. E anche dopo il 2003, quando l’allora presidente del consiglio mise in vendita il bene, una serie di imprenditori locali si fece avanti per acquisire i terreni della zona, ma del castello a pochi o nessuno importava.
Ora però il sindaco Daniela Pallazzoli, vista sfumare la possibilità di coinvolgere Cusago in Expo, garantendo così il recupero e la salvaguardia del Castello, è decisa ad intervenire a livello comunale. Unico ostacolo una legge introdotta dal governo Mario Monti che vieterebbe ai Comuni di comprare beni immobili, a meno che non sia indispensabile. Dribblata questa norma, il Comune dovrebbe acquisirne la proprietà al 51%, e poi ottenere un mutuo e iniziare la ristrutturazione e sistemare almeno il tetto che rischierebbe il crollo anche solo con una nevicata abbondante.
Tutto questo però è ancora in fase di ipotesi, ma quel che è certo è che si sicuro un milione non sarà sufficiente al restauro.