Il Ponte Casa d’Aste, realtà milanese che opera dal 1974 nella sede di Palazzo Crivelli specializzata in antiquariato sin dagli esordi, ha saputo far fronte alle nuove esigenze di mercato espandendosi con nuovi dipartimenti specializzati nei vari settori. Stefano Redaelli, amministratore della società, coadiuvato da collaboratori storici di consolidata professionalità, ha fatto prosperare l’attività con passione e tenacia, anno dopo anno, elevandola al pari di note case d’aste di fama internazionale. Il trend è in costante crescita, in particolare il dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, che sotto la direzione di Freddy Battino (con 40 anni di esperienza nel settore dell’arte moderna) sta vivendo da qualche anno un rinnovato vigore.
Abbiamo intervistato Freddy Battino per farci raccontare la genesi di questa evoluzione.
Il Ponte Casa d’Asta si è sempre distinta per essere una casa d’aste alternativa e dinamica, oggi più che mai, grazie anche alla tua presenza come responsabile del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea. Cosa vi contraddistingue?
Sicuramente ci distinguiamo per la nostra disponibilità e attenzione verso la clientela, ma anche e soprattutto perché dedichiamo un’attenzione particolare a quella fascia di artisti storici dimenticati dal mercato attuale.
Non facciamo un lavoro dedicato ai soliti noti che oggi stanno vivendo un momento di elevato interesse sia in patria sia all’estero, ci impegniamo costantemente a tenere viva l’attenzione verso quel mercato considerato minore che sta già riservando segnali di risveglio e che ha grandi margini di rivalutazione.
Io provengo da un’esperienza quarantennale di gallerista, ho cercato di apportare la mia formazione professionale all’interno della casa d’aste, nel selezionare le opere, da porre in asta, cerco di ricreare anche un contesto storico, di farle dialogare tra loro sia sotto il profilo temporale che artistico; l’intendo è di allestire, durante il preview dell’asta, zone espositive considerandole delle piccole mostre tematiche e lo stesso concetto cerco di riprodurlo nel catalogo d’asta.
Il 10 giugno si terrà un’asta con più di 300 opere, presenti numerosi capolavori, da Fontana a Melotti, da Morandi a Carrà, ma anche nuove riscoperte e opere imperdibili come la grandiosa opera del 1967 di Novelli, i rilievi di Pantaleoni, il bozzetto per la grande scultura Nobuo Sekine, alcuni di questi artisti dimenticati dal mercato attuale. Un’asta importante, che può attirare l’attenzione di un collezionismo traversale. Qual è il tuo modus operandi?
Cerco sempre di fare delle scelte selezionate, è essenziale che ci siano opere rappresentative dei vari periodi dell’artista o di determinati artisti o gruppi. Non mi soffermo solo alla proposta dei soliti noti e più ricercati in questo momento dal mercato, cerco di dare spazio anche, e soprattutto, ai movimenti e artisti storici dimenticati che meritano di essere rivalutati, riscoperti e nuovamente apprezzati. La mia può sembrare una provocazione, in realtà è sempre una sfida che ha come forza motrice la passione per questo lavoro. Anche in questa nuova asta ci saranno opere di Morandi, Chillida, Melotti, Fontana, Pomodoro, Boetti e altri, affiancate a opere di artisti si storicizzati, ma da troppo tempo dimenticati e che secondo me riserveranno piacevoli sorprese. Il gioco della riscoperta, della rivalutazione e della ricerca sta alla base del mio lavoro, mi piace anche pensare di avere la possibilità di avvicinare i collezionisti a nuove “scoperte” o per l’appunto “riscoperte”. Mi riferisco ad artisti che hanno fatto capolavori dimenticati, ne sono un esempio la scultura di Nobuo Sekine, bozzetto della grande scultura presentata alla Biennale di Venezia del 1970, Ideo Pantaleoni con i Rilievi opere del 1968 esposte alla Galleria Vismara, ma anche l’opera 3D di Remo Bianco, Arturo Vermi, Valentino Vago, artisti internazionali da noi semi- sconosciuti come Sakti Burman, e altri ancora tutti visibili nell’asta di giugno.
Mi sento di definirti “il promotore di una nuova fascia di mercato per artisti dimenticati”, le sfide sono sempre in agguanto, mi sembra di intuire che ti attraggano molto, come le affronti?
Si direi che è una definizione che mi si addice. Le sfide le affronto con coraggio e tenacia, vedo in ogni sfida una nuova possibilità. Penso che il mio curriculum professionale abbia indubbiamente il suo peso, i rapporti consolidati con i collezionisti e gli archivi, la passione maniacale che mi contraddistingue, i collaboratori a me vicini, ecco tutto questo mi aiuta a vincere le sfide che di volta in volta si presentano.
Come si posizionano le case d’aste italiane in un mercato internazionale?
Posso parlare solo de Il Ponte che si posiziona indubbiamente molto bene visto che nelle ultime aste abbiamo fatto il 94% di venduto di cui il 64% solo all’estero, questo mi sembra un ottimo dato per confermare che siamo apprezzati anche all’estero ed è la dimostrazione (senza presunzione) che abbiamo un profonda conoscenza del mercato.
Quale è l’opera o l’artista che hai portato in asta e ti ha dato più soddisfazione?
Sicuramente Uncini nell’asta precedente, ha fatto un risultato che ha risvegliato l’interesse del pubblico verso l’artista.
Se dovessi descrivere il collezionista italiano “tipo” in poche parole.
Frenetico e compulsivo per almeno 80% e per il 20% appassionato e acculturato, che ama l’opera d’arte quantomeno tanto come i “danari” che sta per investire, anzi lo contraddistingue anche il fatto che la bilancia non è sempre a favore dell’investimento ma sovente pende per l’empatia che ha verso l’opera.
In questo momento di grave crisi economica, dove l’arte è vista soprattutto come una forma di investimento, quali consigli daresti oggi ai collezionisti, soprattutto a coloro che vogliono guardare oltre le Star internazionali.
Informatevi e abbiate coraggio di scegliere anche quello che non comprano tutti ( per ora )
È il momento giusto per comprare o per vendere?
Sia l’uno che l’altro, il mio consiglio è vendere artisti mediocri o sopravvalutati per scoprire e comprare opere di artisti validi, anche se minori, perché potrebbero diventare i nuovi “noti”.
E non dimentichiamo che l’arte non è solo pittura, in questa asta sono presenti opere scultoree di notevole interesse: il capolavoro di Eduardo Chillida “Tres1” del 1952, la scultura di Giò Pomodoro e Carmelo Cappello, le ceramiche di Melotti, due straordinari piatti di Fontana insieme ad altre opere di Nanni Valentini, Scanavino e Wilfredo Lam.
<SFOGLIA IL CATALOGO DELL’ASTA DEL 10 GIUGNO>
Ciao Freddy,
Ti stai chiedendo da chi ricevi questo mail.
Sono Miki il figlio di Renata Perez che e’ stata moltissimi anni l’amica di Viky e George i tuoi.
Renata ha 96 anni e vive a Tel Aviv vicino a noi. Nella Casa di Riposo dove sta, vive anche Simone Valero che aveva sposato G’olli Valero il nipote di Viky.
L’ultima volta que ci siamo visti era nella Galleria di Fotografia a Milano.
Vedo que hai fatto una bellissima carriera e te ne felicito con mia madre.
Assomigli molto a George net viso.
Rina mia madre ti manda i suoi saluti.
Mike