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Gerald Bruneau ci racconta l’amico Andy Warhol

Gerald Bruneau
Gerald Bruneau

In cammino per via dei Banchi Nuovi, la Roma papalina riprende vita in una poltroncina di velluto porpora. A ridosso di un portoncino, ben tenuta, sembra invitare i passanti ad adagiarsi. C’è chi lo fa lasciandosi immortalare da un selfie.

L’aria è tersa e profuma di gelsomino e rose. C’è un mucchietto di persone accalcate vicino all’entrata di una galleria. Altre passeggiano con aria da turisti.

In controluce vedo avvicinarsi un signore alto, sottile, dai capelli bianchi e tirati a coda. E’ Gerald Bruneau.

Fotogiornalista, ritrattista e “operaio” della Factory di Andy Warhol a New York, Gerald ha trottato in giro per il mondo al galoppo della sua innata e vivace curiosità e della volontà di avere una conoscenza diretta delle cose. Negli anni ’80 segue la campagna elettorale di Jesse Jackson e parte per New Orleans alla ricerca delle radici del blues e della natura religiosa ed esistenziale che caratterizza le sue armonie. Sempre in compagnia di una macchina fotografia, sempre pronto a cogliere con un click l’intima essenza di ciò che vede.

Da lì si sposterà in New Mexico, Israele, Kurdistan, Russia e per ritornare a New York e lasciarla per sempre per Roma.

Mi fermo a parlare con Gerald Bruneau. Una lunga chiacchierata che comincia per strada, proprio vicino alla poltrona in velluto porpora.

Gerald Bruneau
Gerald Bruneau, Double Andy, 1982

Bruneau generosamente mi racconta le molteplici avventure di fotografo, reporter e ritrattista performer. Gerald insegue i fatti, le sue aspirazioni e mantiene saldi i legami con Warhol “con cui – racconta – è rimasto aperto e continuo il filo di scambio di esperienze creative e di vita fino alla sua morte”.

Quando Bruneau arriva la prima volta a New York, aveva 27 anni. “Avevo sposato la principessa Giovanna Pignatelli – ricorda – di cui ero follemente innamorato. Andy adorava Giovanna e l’ha ritratta al pari delle sue altre muse”. Bruneau viene travolto dall’universo warholiano che gli permette al contempo di esprimere al meglio la sua creatività legata da sempre alla fotografia.

Gerald Bruneau
Giovanna Pignatelli e Gerald Bruneau fotografati da Andy Warhol

Nella Factory di Andy Warhol, situata all’860 Broadway, in un palazzo di fronte a Union Square, oggi completamente rifatto, Gerald Bruneau, francese di nascita, cresce respirando la Pop Art e vivendo a contatto con la molteplicità degli artisti che ruotavano intorno a Warhol.

Distratti dal rumore di strada più incisivo, che si fa invadente, con Gerald ci spostiamo nel giardino di Sinopia Galleria dove, al cospetto di una insolita e tranquilla e verdeggiante Roma, continuiamo a chiacchierare.

“Con Andy – continua Bruneau – c’era un patto di scambio professionale. E’ grazie a questo che Warhol mi ha permesso di fotografarlo più di una volta. Sono riuscito a ritrarlo persino mentre dipingeva, gesto raro del padre della Pop Art che di solito ideava azioni artistiche che altri realizzavano”. Ma cosa ancor più rara è che le fotografie scattate da Gerald Bruneau che ritraggono Andy Warhol riescono a catturare l’essenza più reale di Warhol mostrandolo nella sua fragilità e semplicità.

Gerald Bruneau
Gerald Bruneau, Andy Warhol, 1980

“Della Pop Art – mi dice Gerald – ho tenuto con me l’ironia, l’umanismo e la capacità di collaborare insieme ad altri. I ritratti che realizzo, sono le mie performance. Sono il frutto, la sintesi, tra ciò che ho acquisito, respirato, nell’operare nella Factory e le esperienze visuali vissute nei decenni successivi”.

Gerald, in Italia da 25 anni è considerato il ritrattista per eccellenza. Agli scatti a Pavarotti, Andreotti, Cossiga si accompagnano quelli a musicisti, attori, artisti, matematici e persino alle creazioni plastiche di Paolina Bonaparte e dei Bronzi di Riace, dove è più evidente la sua opera performativa. “Questo è il modo – conclude – con cui ho elaborato e rinnovato nel tempo il contenuto della mia ricerca, mantenendo sempre uno sguardo leggero e intriso di mille sfaccettature”.

Dal giardino ci rispostiamo in strada, direzione piazza Farnese, dove la chiacchierata termina davanti ad un bar. In piazza rimbombano i suoni assordanti di una performance artistica dove i colpi di martello, ripetuti, vengono assestati da più persone ad una lastra in plastica. Che vivace Roma in primavera! Gerald per la prima volta omaggia il suo maestro mettendo in mostra i ritratti di Andy Warhol, le foto scattate appena dopo la sua morte nella casa di New York e molto altro ancora.

Il 10 giugno alle ore 18,30 alla Galleria Giacomo Guidi di Roma, Largo Cristina di Svezia 17, inaugura la mostra “Andy Warhol’s Dust” di Gerald Bruneau.

giacomoguidi.gallery

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