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La naturalità psico-paludosa di Antonio Pedretti. Smarrirsi tra bianchi lombardi

Antonio Pedretti. La naturalità come processo mentale
Antonio Pedretti, “Psicopaludoso”

Qualche ora in una stanza buia con lampade al neon che bagnan di luce la tela: nascono così i paesaggi (o non-paesaggi), immaginari o immaginati, con la “p” maiuscola di Antonio Pedretti, nel senso di non circoscriversi ad una visione soggettiva impressa fotograficamente in mente, ma andando oltre, frutto di elaborazioni e affioramenti di trascorsi pseudo reali lasciati vagare sulla superficie della tela. Niente en-plein-air come si potrebbe facilmente intuire alla visione dell’opera ultima, ma una lunga formulazione mentale della natura con la “n” maiuscola, di un archetipo comune a tutti noi. Una matrice condivisa dove lasciarsi cullare dalla macchia lombarda, tra distese gelate e brulli campi, accarezzati da fluidi quasi ancestrali (figurati come rivi e laghi), che si perdono nei bagliori del tramonto dei cieli, l’altra metà della tela, persi (spesso) tra filari di nubi e prosecuzioni interrotte di placide acque.

Ma poco importa di cosa sia condito il Paesaggio, ognuno è libero di smarrirsi, immerso nel bianco (lombardo o universale) per attivare il moto della mente alla ricerca di una catalogazione e definizione del luogo, per farlo proprio e non farsi risucchiare. Un’operazione di assimilazione insita nell’uomo per non lasciarsi rapire tra i canneti stagnanti e spaesanti dell’opera e lasciarsi assorbire dalle aree umide che traspirano la tela. C’è un bisogno atavico di riconoscere qualcosa per districarsi tra le paludi di segni, elaborando con le sinapsi del cervello per poi fisicamente porre fuori la testa dalle “sabbie bianche” e da torbiere “psico-paludose” per quietarne la tempesta intestina, con un’intima dose di volontà autocostrutta. Respiro di sollievo. Momenti di “sereno” in cui si ricompone l’equilibrio osmotico con la natura viva. Pace dell’animo scaturita dalla liberazione delle passioni, una sorta di “atarassia”.

E’ nel Chiostro di Voltorre fino all’ultimo di giugno che prosperano e maturano le nature informali di Pedretti, contaminate da sgocciolamenti, automatismi, “segnici sentieri” (anche divergenti), concentrati in un magma fluido nel quale appaiono momenti di figurazione tangibile e reale. Niente dogmi, limitanti fissazioni. Un divenire, come la Natura, della propria poetica, che però traccia una precisa. “La naturalità come processo mentale” il titolo, con un bel saggio di Vittorio Sgarbi che impreziosisce il tutto. Una finestra spalancata sul nostro inconscio dove farsi intrappolare da graffi di spighe lacustri, tife e carici o lasciar vagare il pensiero verso l’orizzonte che, da qualche parte nella forma, si aprirà sulla tela, oltrepassando qualche casetta o cascina punteggiata qua e là sullo sfondo. Emergono ricordi che affiorano come la materia che straborda come macchia vegetale. Basta donare un sasso di fiume, una svelta ninfea, qualche sbuffo di cannucce, il profilo di un monte, ricami di rami, all’arcadia del Paesaggio per indirizzare la mente verso “casa”. Tornando con tutto noi stessi “coi piedi per terra” (considerazione ultima tra chi scrive e l’artista).

Pedretti mostra
Pedretti, “Bianco lombardo”. Foto Luca Zuccala ArtsLife
Antonio Pedretti. La naturalità come processo mentale
Antonio Pedretti. La naturalità come processo mentale
Pedretti mostra
Antonio Pedretti, “Psicopaludoso”. Foto Luca Zuccala ArtsLife
Pedretti mostra
Pedretti, “Paludoso”. Foto Luca Zuccala ArtsLife
Pedretti mostra
Pedretti, “Bianco verticale”. Foto Luca Zuccala ArtsLife
Pedretti mostra
Pedretti, La naturalità come processo mentale al Chiostro di Voltorre. Foto Luca Zuccala ArtsLife

INFORMAZIONI UTILI

ANTONIO PEDRETTI| La naturalità come processo mentale
Catalogo con testo critico di Vittorio Sgarbi
10 maggio – 30 giugno 2015
Orari da martedì a domenica: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 19.00
Ingresso libero
Promossa e organizzata da Associazione Amici del Chiostro di Voltorre
Ufficio Stampa, immagini e info Federica Soldati, ufficiostampa@chiostrodivoltorre.it
Chiostro di Voltorre, Piazza Chiostro, 23 |Gavirate (VA)
Tel. 0332 731402 | info@chiostrodivoltorre.it | www.chiostrodivoltorre.it

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