24 giugno 2015, Londra
“Le persone non impotenti fanno bambini e nulla più” – diceva Salvador Dalì aggiungendo che sono gli impotenti a fare grandi cose e compiere grandi imprese. Napoleone lo era e lo stesso Dalì dichiarò di esserlo dal 1950. Paragonarsi a Napoleone: quale tentativo migliore per Dalì di tirare l’acqua al proprio mulino e giustificare le proprie difficoltà sessuali! Perché, come sosteneva, è dalla mente delle persone impotenti che nascono musica fantastica, straordinarie opere architettoniche, sensazionali visioni, e nel caso di Napoleone, anche invasioni imperiali!
E’ un cocktail simbolista a sfondo sessuale – come del resto l’artista ci ha abituati in tutta la sua arte – “Chevauchée Céleste (Celestial Ride)”, l’opera di Dalì che Christie’s propone all’asta il prossimo 24 giugno a Londra. Un’ode al potere creativo dell’impotenza.
Al centro della scena le sottili zampe catturano l’attenzione dell’osservatore conducendo il suo occhio fino alla poderosa figura del rinoceronte. Un animale “cosmico”, secondo Dalì, che riteneva appartenesse ai cieli ancor più degli elefanti del suo celebre dipinto “La tentazione di Sant’Antonio”. Il suo corno, “una spirale logaritmica perfetta”, era diventato per Dalì un’ossessione. E se già il rinoceronte era un’immagine di forza e virilità, che dire del suo corno fallico?
Quella che Dalì racconta in “Chevauchée Céleste” è una bizzarra e celeste marcia trionfale che vede protagonisti il rinoceronte addomesticato e una giovane vergine nuda che ne tiene le redini. Due personaggi complementari e opposti: la vergine, dipinta come il ricettacolo della virilità dell’animale, domina la bestia e armoniosamente marciano in uno scenario celestiale e surrealista. Ma nelle mani della donna, impugnata come uno scettro, una stampella. Eccolo il simbolo dell’impotenza! L’oggetto che aveva ispirato Dalì sin dall’infanzia, innalzato al cielo come segno di vittoria a ricordare che dall’impotenza nascono grandi cose.
Sullo sfondo fanno eco altri rimandi sessuali, come un grattacielo fallico che si perde nelle nuvole. E sul fianco del rinoceronte, come trasmessa su uno schermo televisivo, una partita di baseball che Dalì vedeva come una dinamica unione sessuale degli opposti, la donna, vista nella palla, in balia della violenza maschile.
A completare la scena, nella parte bassa del dipinto, un orologio senza tempo, emblema del mondo dei sogni e della fertile immaginazione di Dalì. Coronamento di un’opera che immortala una sfilata degli opposti.
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