30 giugno 2015, Londra
Ritorna sulla piazza londinese Alighiero Boetti, che sarà all’asta il prossimo 30 giugno da Christie’s in occasione della vendita dedicata all’arte contemporanea.
Memore del successo ottenuto lo scorso ottobre all’Italian Sale da Christie’s con la sua “Colonna”, la scultura svettante composta da un’infinità di centrini di carta per torte, che, venduta per £2,434,500 è diventata l’attuale record dell’artista, Boetti torna all’asta con “Mappa”.
L’opera, un arazzo di 122 x 218 cm, appartiene ad una delle serie più note di Boetti: le Mappe, immagini semplici ed elegante, apparentemente familiari, mistiche e concettuali, che hanno segnato la sua carriera dalla fine degli anni ’60 alla sua morte avvenuta nel 1994.
L’esemplare all’asta da Christie’s, stimato £1-1,5 milioni, è datato 1990 e presenta una cornice colorata nella quale compaiono scritte in lingua farsi. I morbidi caratteri si estendono con un andamento fluido sui quadrati colorati ricamati, dove si leggono due messaggi: “La produzione di Alighiero Boetti a Herat nel 1355” e “Alighiero Boetti ha visitato Herat nell’anno 1355”. Boetti aveva infatti visitato la città afghana nel 1977, anno corrispondente al 1355 secondo il calendario Farsi, e a questa terra dalla storia turbolenta l’arista ha dedicato il lavoro, manualmente realizzato dai rifugiati della guerra in Afghanistan.
“Per me la Mappa ricamata è il massimo della bellezza” – affermava Boetti. “Per questo lavoro non ho fatto niente, non ho scelto nulla, nel senso che il mondo è fatto così com’è: non l’ho progettato io, le bandiere sono quelle che già esistono. In breve non ho fatto assolutamente nulla. Quando l’idea base, il concetto, emerge, tutto il resto viene da sé”.
In questa Mappa caratterizzata dalle diverse bandiere del mondo estese sulla superficie dei singoli stati, si nota l’importanza attribuita da Boetti agli oceani. Se infatti fino al 1970 Boetti aveva usato tonalità blu per le acque del mondo, dopo il 1979, aveva iniziato a scegliere altri colori per riempire la superficie degli oceani sulla mappa. E in questo esemplare del 1990 aveva scelto di utilizzare un grigio-bianco, ad indicare che i mari del mondo sono gli spazi della libertà immaginata, aree libere dal controllo degli stati nazionali.
Altre idiosincrasie saltano all’occhio in questa Mappa all’asta da Christie’s. Come per molte mappe create alla fine degli anni ’80, anche qui la Namibia appare rappresentata senza la sua bandiera, ricamata in un anonimo bianco brillante. Questo perché in quegli anni il Paese era scosso da una guerra civile e di conseguenza non aveva una bandiera. Si notano inoltre la diversa tonalità di filo rosso utilizzate per ricamare la Russia, la Cina, la Danimarca e la parte orientale del Canada, rispetto ad altre zone rosse della mappa. Un’altra particolarità è il tono più scuro di grigio-bianco utilizzato per la parte centrale del Mar Mediterraneo e per alcune zone orientali dell’Oceano Indiano.
La serie delle Mappe nasce da un viaggio in Afghanistan con l’intento dell’artista di costruire una collaborazione artistica con la cultura orientale. Ma si può dire che l’intera produzione sia stata ispirata ad uno dei primi lavori dell’artista, ovvero “Dodici forme da giugno ’67 in avanti”, una serie di disegni raffiguranti i contorni di dodici paesi in crisi politica o costernati da conflitti militari. “Quello che mi interessa di questi disegni – affermava Boetti – è che queste linee sono sono frutto della mia immaginazione, ma sono il risultato di attacchi di artiglieria, raid aerei e trattative diplomatiche”.
Le Mappe sono quindi una potente espressione grafica del tempo e della sua relazione con l’umanità. E le iscrizioni sui bordi dell’opera rendono ogni lavoro unico, attribuendogli un valore e un significato aggiunto a ciò che altrimenti sarebbe solo una rappresentazione della configurazione geo-politica del mondo.
Sfoglia qui tutto il catalogo dell’asta Post-War & Contemporary Art da Christie’s.